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Guerra in Ucraina

Stefania Craxi a Fanpage.it: “Libertà si difende con le armi, aiutiamo Ucraina a raggiungere la pace”

Secondo la presidente della commissione Esteri del Senato le armi che inviano Italia ed Europa a Kiev “sono difensive e forse ininfluenti rispetto a quello che fanno altri Paesi”. Su Giorgia Meloni premier glissa: “Deciderà la coalizione di centrodestra”.
A cura di Giacomo Andreoli
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"Non bisogna essere ipocriti: nel momento in cui inviamo armi è evidente che noi siamo cobelligeranti. La pace disarmata sta nel campo dell'ideale". È netta la posizione di Stefania Craxi sul ruolo dell'Italia rispetto alla guerra in Ucraina. La figlia dell'ex premier socialista è da poco più di un mese la presidente della Commissione Esteri del Senato, in quota Forza Italia. La sua elezione è arrivata dopo l'allontanamento forzato di Vito Petrocelli, abbandonato anche dal Movimento 5 stelle per le note posizioni filo-russe e filo-putiniane. Una scelta, quella di Craxi, che aveva scatenato le proteste di Conte e della dirigenza grillina, che rivendicavano di voler mantenere la presidenza della commissione in un momento delicato per la politica estera del Paese. Allo stesso tempo, però, Forza Italia faceva notare come, nonostante sia tra i principali partiti di maggioranza, non avesse la presidenza di alcuna commissione permanente.

A maggio è stata eletta a sorpresa presidente della Commissione esteri del Senato dopo il filo-putiniano Petrocelli. Crede che sia stata una scelta necessaria a ribadire l’atlantismo italiano?

C'erano due legittime rivendicazioni: una del Movimento 5 stelle, anche se la posizione non è ereditaria, l'altra di Forza Italia che chiedeva la presidenza di una commissione permanente, che non aveva, pur essendo uno dei partiti che appoggia il governo. Dopodiché certo, la politica di un paese serio è una e una sola, quella di una nazione filo-atlantica ed europea. Questo non significa che siamo filo-atlantici in modo acritico. Io dico sempre: senza tentennamenti, ma anche senza subalternità.

A proposito di subalternità: suo padre è noto per essersi opposto ad alcune scelte degli Stati Uniti, come nel caso di Sigonella. Secondo lei l’Ue oggi ha una posizione autonoma sulla guerra in Ucraina o è schiacciata su quella di Biden? 

L'Europa non è ancora il soggetto politico che dovrebbe essere. Negli ultimi anni l'Unione non ha saputo avere una voce sola in politica estera, non avendo quindi nemmeno una politica di difesa comune. Prima bisogna creare un unico interesse europeo, per poi sapere cosa difendere. In ogni caso credo che l'Europa abbia una sensibilità diversa rispetto agli Stati Uniti ed è giusto che la porti sul tavolo dell'Alleanza transatlantica.

Alcune forze politiche (a partire dal Movimento 5 stelle) protestano dicendo che il governo non ha coinvolto abbastanza il Parlamento nelle scelte sull’Ucraina, è d’accordo?

Io credo che il Parlamento sia stato coinvolto: c'è stato un voto da parte di Camera e Senato sulla posizione italiana e sugli aiuti che stiamo fornendo all'Ucraina. Il dibattito, poi, c'è spesso e volentieri.

In questo momento è adeguato avere un ministro degli Esteri come Di Maio, che rappresenta una forza parlamentare minoritaria?

La nuova forza sostiene il governo e non credo sia il momento di imbarcarsi in un rimpasto. Io sono poco interessata alle polemiche interne alle forze politiche e stigmatizzo l'utilizzo della politica estera per piccole polemiche interne. Durante una crisi geopolitica come questa bisogna mantenere una linea di serietà e coesione come Italia, mostrando un volto unito a tutto il mondo.

L’elenco delle armi che inviamo all’Ucraina è ancora segreto, non pensa che andrebbe pubblicato come ha fatto la Germania?

Noi stiamo seguendo quello che è stato stabilito dal consesso internazionale, stiamo mandando armi difensive. Ma il nostro contributo alla resistenza ucraina non è solo nell'invio di armi, mandiamo aiuti umanitari e anche sostegni di ogni genere ai profughi. Quindi l'intervento dell'Italia è molto complesso. In ogni caso la guerra si fa con le armi e la difesa della libertà spesso è stata fatta con le armi. La pace si ottiene attraverso un uso sapiente della deterrenza, la pace disarmata sta nel campo dell'ideale. Poi le armi che inviano l'Italia e l'Europa sono forse anche ininfluenti rispetto a quello che fanno altri Paesi.

Continuando ad inviare armi non rischiamo però di favorire anziché impedire l’escalation militare? 

Non bisogna essere ipocriti: nel momento in cui inviamo armi è evidente che noi siamo cobelligeranti. Altrettanto evidente è che l'obiettivo deve essere la pace. Oggi bisogna fare tutti gli sforzi possibili sulla via diplomatica. Se non ci sarà un'escalation diplomatica, ce ne sarà una militare e dobbiamo scongiurare questa ipotesi.

Le elezioni comunali hanno mostrato la debolezza dei candidati più a destra. Pensa che bisogna rafforzare i moderati nel centrodestra? 

La coalizione di centrodestra ha perso dove c'erano divisioni, ma le elezioni amministrative dipendono da dinamiche locali, non credo ci sia un vento nazionale. Dopodiché se si vanno a vedere i dati della tornata elettorale, non è vero che il centrodestra le ha perse. Sicuramente non siamo andati bene in alcune città importanti e significative, come Verona, dove c'è stata una frattura importante al livello locale. La coalizione di centrodestra, comunque, ha già un centro, che è Forza Italia. Al di là dei numeri il partito ha una posizione politica che esiste nel Paese e che ha sempre portato il suo contributo alla coalizione. Dicendo che il centrodestra è spostato a destra non si racconta cos'è il suo elettorato, dove per esempio è importante anche il voto socialista, che dal '94 vota il centrodestra. Io temo moltissimo una campagna elettorale stile 1948, indicando con il ditino il pericolo fascista, che in Italia proprio non vedo sinceramente.

Secondo lei Giorgia Meloni sarebbe una buona presidente del Consiglio? 

Ci sono otto mesi prima delle elezioni per valutare all'interno della nostra coalizione, che mi auguro vincente. Adesso si dice: chi è il primo partito diventa premier, ma non è vero. Mio padre è diventato premier e non era espressione del partito di maggioranza. Chi farà il presidente del Consiglio lo deciderà la coalizione di centrodestra.

Quando suo padre era premier venne tagliata di tre punti l'allora scala mobile, il meccanismo che adeguava i salari all'inflazione. Oggi se ne torna a parlare: secondo lei sarebbe utile?

Oggettivamente oggi c'è un problema con i salari e l'inflazione, ma sarebbe pericolosissimo agganciare le due cose, perché i prezzi salirebbero ancora, creando quel fenomeno che c'era negli anni '70. Cioè l'esplosione dell'inflazione stessa. Come Forza Italia pensiamo che bisogna intervenire sul costo del lavoro, a partire dall'abbattimento del cuneo fiscale.

Perché a suo giudizio i referendum sulla giustizia sono falliti? E la riforma Cartabia ha risolto alcuni nodi?

Penso che i referendum siano falliti per una serie di concause: ne abbiamo fatto in questi anni un uso smodato, con quesiti spesso non comprensibili alla maggioranza degli elettori e c'è stata da parte di chi non li voleva un'azione di silenziamento sui media e sui giornali. La riforma Cartabia serve a poco, non interviene sui veri nodi strutturali della giustizia, però bisogna anche dire che per fare una vera riforma, per esempio nel senso del processo accusatorio, mettendo sullo stesso piano accusa e difesa, occorre una riforma costituzionale.

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