Elezioni Regionali 2025

Stefani a Fanpage: “Veneto di Zaia è la Regione del buon governo. Le emergenze? Casa e spopolamento”

Abbiamo intervistato Alberto Stefani, candidato del centrodestra in Veneto, e abbiamo fatto il punto sul futuro della Regione dopo 15 anni di governo Zaia. Secondo Stefani, che è anche vicesegretario federale della Lega, le priorità da affrontare sono l’emergenza abitativa, il welfare e un piano per mettere in connessione i giovani con il mondo delle imprese.
A cura di Annalisa Girardi
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Si avvicina il giorno del voto per le Regionali in Veneto. E questa sera, a Padova, i leader della maggioranza – Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani – chiuderanno la campagna elettorale insieme ad Alberto Stefani, il candidato del centrodestra alla presidenza. 33 anni appena compiuti, nel curriculum registra un passato da sindaco e un presente da deputato a Roma, nonché una scalata decisamente veloce all'interno del suo partito, la Lega. Alla fine – dopo mesi decisamente complicati, tra la battaglia per il terzo mandato e le trattative interne sul nome – è stato candidato lui alla guida della Regione, che per 15 anni è stata governata dallo stesso uomo: Luca Zaia.

Abbiamo incontrato Stefani a Lazise, sul lago di Garda, tra un impegno e l'altro di una freneticissima campagna elettorale. E siamo partiti proprio da questo, dal lascito del governatore uscente e dalle prospettive di rinnovamento per la Regione.

L'eredità del post Zaia è decisamente pesante. Ci dice una cosa che vorrebbe mantenere e una che invece vorrebbe cambiare, se venisse eletto in Veneto?

Come tutte le eredità pesanti, vanno fatte fruttare e quindi è necessario investire nella direzione giusta. Sicuramente manterrei l'impostazione che è stata data a questa Regione, che è una Regione in cui il buon governo fa da padrone da 15 anni e sta portando a casa degli ottimi risultati sotto tutti i profili. Cosa cambierei? Tornerei all'istituzione di un assessorato sociale specifico, tenendo conto del fatto che la società cambia e davanti a una società che cambia è necessario attivare gli strumenti capaci di affrontare le sfide che i trend demografici ci stanno disegnando. Ta questi l'invecchiamento della popolazione: passeremo da un 23% di over 65 del 2023 a un 33% di over 65 nel 2043. Più della metà degli over, dei nuclei over 85 sono nuclei singoli e quindi sono persone sole. È necessario quindi ripensare alla società del futuro fatta di quartieri inclusivi, di residenze per anziani attrezzate, di una rete di servizi socio-assistenziali in cui l’RSA non è più un punto esterno al Comune, ma è parte integrante di una comunità. Oltre a tutto questo, le grandi sfide dei servizi per la prima infanzia, dei servizi educativi e il piano casa per i giovani.

A proposito di giovani, lei ha un pacchetto di proposte proprio per i giovani, i suoi coetanei: ce la può presentare brevemente? Pensa che questo possa riavvicinarli alla politica?

Quello è il nostro obiettivo, a partire dall'adolescenza, un momento della vita che in questo particolare periodo storico è contrassegnato da una forte sensazione di disagio. Oltre il 50% dei giovani e degli adolescenti riconosce tra i propri coetanei un disagio psicologico, ed è fondamentale attivare sportelli di ascolto nelle scuole, attivare la figura dello psicologo di base anche sfruttando la rete delle case di comunità. Poi bisogna creare un portale per gli studenti: l'abbiamo lanciato in questi giorni, un portale “Bussola Lavoro” che metta in relazione i dati delle analisi di mercato per favorire delle scelte dal punto di vista della formazione e del percorso scolastico che più si adattano alle necessità di mercato del Veneto. Vogliamo anche avere un potenziamento dell'istruzione tecnica e professionale, che sono formazioni assolutamente di serie A e che devono essere integrate sempre di più con il mondo delle imprese.

Poi per i percorsi post-laurea noi abbiamo lanciato l'iniziativa Ecosistema 25-30. Questi sono proprio gli anni, indicativamente, in cui i giovani spesso se ne vanno all'estero: noi vogliamo lanciare un campus permanente che metta in relazione i centri studi, i centri di ricerca, i dipartimenti universitari e le imprese innovative, per favorire quindi un ecosistema, un interscambio, un’osmosi di talenti, d’innovazione e soprattutto di relazione tra il mondo dell'università e il mondo dell'impresa. Oltre a tutto questo un piano casa fondamentale, la prima possiamo dire emergenza per i giovani è l'emergenza abitativa. Oggi un giovane anche a 24-25 anni non può permettersi una casa, non può avere una casa ad affitti ragionevoli.

Figuriamoci comprare…

Comprare diventa quasi un miraggio e quindi è fondamentale sfruttare le opportunità della rigenerazione urbana per favorire una residenzialità regionale che sia particolarmente dedicata ai giovani. Non più un'edilizia popolare come l'abbiamo intesa negli ultimi quarant'anni, che ha provocato spesso insolvenze, ma una residenzialità popolare targhettizzata sulle giovani coppie e che diventa oltretutto un fattore di attrattività per il mondo delle imprese e soprattutto per stabilirsi su un determinato territorio.

Oltre a tutto questo, un necessario ripensamento del welfare aziendale che deve essere favorito dalla Regione del Veneto, accompagnando in questo percorso soprattutto le piccole e le microimprese che hanno la possibilità chiaramente di garantire questi strumenti al servizio dei propri dipendenti.

Poi parliamo anche di imprese. Ma prima mi vorrei soffermare su una cosa che ha detto, cioè sul disagio giovanile. Spesso tanti ragazzi ci raccontano un'ansia generazionale anche legata al cambiamento climatico. Sappiamo la Pianura Padana è una delle zone più inquinate d'Italia e d'Europa. Cosa può fare una Regione?

Noi abbiamo un pacchetto di proposte proprio sull'ambiente e l'abbiamo voluto porre al centro dell'agenda politica del nostro programma: su questo abbiamo lanciato delle idee concrete, una tra tutte l'aumento dei punteggi per gli enti locali che fanno opere di rigenerazione urbana.
Oggi un Comune che fa opere di rigenerazione urbana accede ai finanziamenti tanto quanto un Comune che non lo fa: questo è assolutamente qualcosa da migliorare, oltre alla possibilità di incentivare l'economia circolare, quindi le imprese che fanno economia circolare, che investono nella sostenibilità e nell'innovazione.Abbiamo questa possibilità tramite “Veneto Sviluppo” e “Veneto Innovazione” che sono due strumenti che la Regione ha a disposizione.

Oltre a questo è anche fondamentale dal mio punto di vista incentivare la mobilità sostenibile con un biglietto unico intermodale che incentivi la mobilità pubblica soprattutto per alcune fasce della popolazione e garantisca un accesso più agevole ai mezzi pubblici. Quando si parla di sostenibilità è necessario anche investire e soprattutto incentivare l'utilizzo della mobilità sostenibile.

Anche con un cambiamento culturale forse da questo punto di vista?

Sì, infatti tra le varie proposte c'è anche l'istituzione di academy regionali territoriali che favoriscano una sensibilizzazione in materia ambientale, ovviamente anche in età scolare, in modo tale da riuscire a costruire una cultura ecologica importante che funge anche da prevenzione.

Invece, per quanto riguarda le imprese: Il Veneto è una Regione che si basa sulla piccola e media impresa. Si è parlato tanto ad esempio dei dazi che potrebbero arrivare dagli Stati Uniti. Cosa si può fare?

In questi giorni sto incontrando tantissimi imprenditori, dalle micro alle grandi imprese. Più che i dazi di Trump sono molto più preoccupati di alcune scelte che l'Europa ha posto in essere e che hanno davvero annientato alcune filiere del nostro territorio. Penso all'automotive e ad altre realtà economiche che sono state messe in crisi proprio da alcune scelte non congruenti alle necessità del nostro territorio. Tra queste le imprese agricole: c'è il rischio del taglio del 20% della PAC e del Fondo unico che metterebbe in un unico fondone europeo i fondi di sviluppo rurale e i fondi per le garanzie agli agricoltori. Questo non dobbiamo permetterlo, sarebbe un grave danno per le nostre imprese. In nome di un ambientalismo che non sta portando dei risultati concreti, spesso si apre a mercati stranieri, in favore di realtà nazionali che purtroppo inquinano molto molto di più dei Paesi europei. Questo non è accettabile e gli imprenditori, da persone concrete, capiscono che la sostenibilità si ottiene con delle proposte pragmatiche, non con una bandiera ideologica.

Torniamo alla politica. Questa campagna elettorale è stata preceduta da varie polemiche, penso al terzo mandato, alla scelta del candidato. Lei spesso ha dichiarato di non voler arrivare a scontri personali, di non voler alimentare le polemiche. È una scelta che sta ripagando?

È uno stile che abbiamo voluto dare a questa campagna e i cittadini lo stanno apprezzando molto. Io credo che ci sia una maggioranza silenziosa di cittadini che non sopporta una contrapposizione ideologica o in ogni caso una contrapposizione polemica. C'è bisogno quindi di uno stile pratico, pragmatico, che guardi ai risultati e che soprattutto non veda nell'avversario un nemico da abbattere. Io non ho mai parlato male dei miei avversari, non ho mai voluto attaccare o fare polemica sui miei avversari. Ho lasciato che loro potessero farla liberamente. Poi è chiaro che una polemica fa più rumore di mille persone silenziose, che apprezzano una determinata proposta, ma poi quello che conta è che i cittadini, la maggioranza dei cittadini, sia contenta di poter affidare la Regione a una persona che ha deciso di dare questo stile non solo alla campagna elettorale, ma soprattutto, qualora i veneti decidessero in questo senso, a tutto il mandato amministrativo.

Parliamo di Autonomia. Cosa intende fare da questo punto di vista? Lei tra l'altro ha la doppia esperienza, quella dell'amministratore locale e di deputato nazionale…

Quello dell'Autonomia è un percorso istituzionale che va portato avanti. Nei prossimi giorni ci sarà la firma delle pre-intese e nel corso dei prossimi mesi continuerà un percorso fondamentale per il nostro territorio, richiestissimo dai veneti, che vuole avvicinare il decisore alla comunità in cui quelle politiche attive trovano risultato. Ed è assolutamente fondamentale partire da un concetto base: la prossimità, la vicinanza al territorio, la conoscenza di quel determinato territorio ti permette di fare le scelte migliori per quella comunità e per quei cittadini. Questa è la grande sfida di responsabilità dell'Autonomia.

Autonomia differenziata significa chiedere più materie, chiedere più funzioni e un amministratore, un governatore responsabile, vuole chiedere più funzioni e più materie per sentirsi poi responsabile di quelle funzioni e di quelle materie, vuole rispondere ai cittadini avendo più possibilità d’intervento e credo che questa sia una sfida che tutte le Regioni d'Italia dovrebbero affrontare.

Le faccio un'ultima domanda: sanità. Siamo in sessione di bilancio e si torna a discutere di sanità. Il Veneto da questo punto di vista è sempre stato un modello, ma la Regione ha attraversato delle difficoltà su questo fronte dopo il Covid.  Se dovesse essere eletto che cosa vorrà fare da questo punto di vista?

Le prestazioni sanitarie del Veneto risultano ancora tra le migliori d'Italia. È importante però integrare i processi tecnologici al servizio della sanità. Alcune ULSS del nostro territorio hanno sviluppato dei numeri unici e delle formule di telemedicina che hanno portato a dei risultati importanti, per quanto riguarda la riduzione degli accessi impropri nei pronto soccorso e soprattutto una migliore organizzazione delle visite e delle cure. Questi modelli vogliamo esportarli in tutto il Veneto, rendendo più appetibile anche la professione sanitaria con una contrattazione integrativa importante e migliorando la conciliazione vita-lavoro di tanti professionisti sanitari che richiedono giustamente attenzione da parte della Regione. Credo sia importante anche riconoscere loro il ruolo professionale, ma anche soprattutto la possibilità di avere una vita extra professionale, dignitosa e che permetta di svolgere la propria professione con ancora più efficacia.

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