Spesa sanitaria, la verità è che in Italia si investe sempre di più nel privato e meno nel pubblico

Si sta parlando molto in queste ore delle misure economiche che il governo intende implementare per far fronte all'emergenza del coronavirus. Da palazzo Chigi sono già stati stanziati altri 20 milioni di euro, recuperati dal fondo per i premi della lotteria degli scontrini. Nel decreto approvato dal Consiglio dei ministri infatti si legge: "Per far fronte agli oneri derivanti dallo stato di emergenza sanitaria lo stanziamento previsto è incrementato di 20 milioni di euro per l’anno 2020 a valere sul Fondo per le emergenze nazionali". Ma come vengono normalmente spese le risorse economiche per la sanità? Il ministero dell'Economia pubblica ogni anno un report di "monitoraggio della spesa sanitaria" che ha lo scopo di "illustrare, in maniera organica, il processo di implementazione del quadro normativo e gestionale del settore sanitario, nonché gli strumenti di verifica e le risultanze dell’attività di monitoraggio".
Nella nota di aggiornamento al Def, si era previsto un aumento della spesa sanitaria per il 2019 di quasi un milione di euro, arrivando a un totale di 117,239 milioni per lo scorso anno, 119,425 per il 2020 e 121,803 per il 2021. La spesa sanitaria inciderà di più, anche se di non molto, sul Pil: al 6,5% per il 2019, e poi al 6,4% per quest'anno e per il prossimo. Ad ogni modo, l'Italia resta in fondo alla classifica della spesa sanitaria se confrontiamo i dati con quelli degli altri Stati membri dell'Unione europea: secondo il rapporto Eurostat sulla spesa sanitaria in Europa del 2019, la media si aggira infatti al 9,9% del Pil. In testa troviamo la Francia, con l'11,5%, mentre l'Italia occupa gli ultimi posti.
È importante aggiungere, parlando della spesa nel Ssn, che contemporaneamente negli ultimi tempi sta aumentando la spesa sanitaria sostenuta direttamente dai cittadini. Secondo l'Istat, infatti, nel 2019 questa sarebbe aumentata di due miliardi rispetto alle rilevazioni del 2016, arrivando a quota 35 miliardi di euro. Dei dati collegati direttamente alle tempistiche di accesso alle prestazioni sanitarie offerte dal Ssn. I tempi di attesa infatti in strutture pubbliche risultano di gran lunga più elevati rispetto a quelle private, ma non solo. Anche la differenza tra il costo del ticket e quello della prestazione privata non vede più un divario così ampio. Così alla fine sempre più italiani si affidano alla sanità privata. Se la media Ue di spesa sanitaria privata è del 15%, in Italia questa arriva fino al 22%.
Il report del Mef
Un primo punto che emerge nel documento è il fatto che il nostro servizio sanitario nazionale "i colloca ai primi posti nel contesto europeo e mondiale, per la qualità delle prestazioni, nonché per l’equità e l’universalità di accesso alle cure". Gli effetti di un Ssn efficace e funzionante, si sottolinea, sono un generale miglioramento delle condizioni di salute della popolazione e, allo stesso tempo, "risvolti positivi anche in termini di contenimento della spesa sociale". Tuttavia, si aggiunge "il mantenimento degli standard qualitativi raggiunti rende indispensabile affrontare il tema della sostenibilità dei costi del sistema sanitario pubblico in presenza di livelli di finanziamento condizionati dai vincoli finanziari necessari per il rispetto degli impegni assunti dall'Italia in sede comunitaria".
In questo senso si mettono in evidenza importanti interventi di riforma riconducibili agli ultimi anni. Tra questi, in particolare ci sono "la sottoscrizione di specifiche Intese tra Stato e Regioni". Dalle analisi e dal monitoraggio della spesa sanitaria a livello regionale è risultato che una "gestione non efficiente delle risorse finanziarie in campo sanitario, oltre a determinare rilevanti disavanzi, comporta molto spesso una cattiva qualità dei servizi assicurati ai cittadini". Per questo, continua il report, è importante un rafforzamento dell'azione di governo nel sistema sanitario: in questo senso, il Sistema Tessera Sanitaria ha rappresentato una tappa importante.
I punti principali
Il report del Mef, come si legge sul sito del ministero, si concentra su 6 tematiche, qui riportate:
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la rendicontazione quantitativa degli effetti finanziari e di struttura conseguenti al sistema di governance, con particolare riferimento all'articolazione regionale;
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gli esiti delle verifiche sui risultati di gestione dell’anno 2018, sia per le regioni sottoposte ai Piani di rientro che per le regioni non sottoposte ai Piani;
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il monitoraggio della spesa delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e Bolzano;
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evoluzione del Sistema tessera sanitaria (Sistema TS): dematerializzazione delle ricette mediche, controllo esenzioni da reddito, TS-CNS, certificati telematici di malattia;
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evoluzione dell’infrastruttura del Sistema TS per la trasmissione all’Agenzia delle entrate delle spese sanitarie sostenute dai cittadini ai fini della predisposizione della dichiarazione dei redditi precompilata ed esposizione dei dati di sintesi;
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stato di realizzazione del fascicolo sanitario elettronico in attuazione della Legge di bilancio 2017, in relazione al ruolo del Sistema TS (art. 1, co. 382);
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l’aggiornamento dei profili relativi alla spesa farmaceutica e specialistica stimati sulla base dei dati del Sistema TS;
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le misure e gli interventi normativi che, negli ultimi anni, hanno rafforzato la regolamentazione del sistema sanitario italiano;
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l'implementazione degli strumenti di controllo e di razionalizzazione delle principali componenti di spesa sanitaria;
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l’illustrazione delle procedure concernenti la ripartizione del finanziamento del servizio sanitario nazionale;
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un’illustrazione dei livelli essenziali di assistenza previsti dal DPCM del 12 gennaio 2017;
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l'assetto normativo e gestionale dei Piani di rientro;l'attuazione del sistema di regole contabili introdotte, per il SSN, con il decreto legislativo n. 118/2011