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Covid 19

Speranza: “Anche prossime settimane tenere altissimo livello attenzione, varianti complicano sfida”

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, avverte: “Abbiamo bisogno di proseguire ancora con attenzione, cautela, gradualità, soprattutto alla luce delle tante varianti che stanno rendendo più difficile questa sfida e rispetto a cui abbiamo bisogno di tenere altissimo il livello di attenzione, di controllo, di verifica. E penso che questa sarà ancora la linea delle prossime settimane”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Non possiamo abbassare la guardia ora, nonostante i dati sulla diffusione del Covid in Italia siano incoraggianti. È questo il sunto del discorso del ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto alla presentazione della ‘Costituzione etica’ – Federazione nazionale dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. Secondo il ministro della Salute “abbiamo bisogno di proseguire ancora con attenzione, cautela, gradualità, soprattutto alla luce delle tante varianti che stanno rendendo più difficile questa sfida e rispetto a cui abbiamo bisogno di tenere altissimo il livello di attenzione, di controllo, di verifica. E penso che questa sarà ancora la linea delle prossime settimane”.

Speranza mette in chiaro che la pandemia “non è finita, anche se sicuramente oggi ci troviamo in una “situazione diversa, che ci ha consentito di fare le aperture graduali”. I dati positivi, però, non bastano: “Non dobbiamo assolutamente immaginare che la partita sia finita”. Ieri per la prima volta da ottobre Speranza non ha firmato alcuna ordinanza sul cambio di colori delle Regioni, confermando che tutti i territori italiani resteranno in zona bianca anche per la prossima settimana. Da qui deriva la “fase diversa della pandemia”, che fa guardare al futuro con ottimismo ma mantenendo sempre la massima cautela.

Il ministro della Salute parla anche del suo ruolo e della sua posizione sulla gestione della pandemia: “Come è noto sono tra i più prudenti, tra i più cauti, tra quelli che hanno insistito perché il percorso di riapertura fosse graduale, senza passi troppo precipitosi. Questo percorso graduale, avviato il 26 aprile, ci ha consentito di avere oggi una fotografia che è oggettivamente migliore di quella di pochi mesi fa. I numeri con cui facciamo i conti ogni giorno sono significativi. Avevamo quasi 30mila persone nei nostri ospedali, ora ne abbiamo meno di 1.500, ovvero meno 95%. Avevamo 3800 persone in terapia intensiva, ora ne abbiamo circa 220, siamo, anche in questo caso, a meno 90%. E anche il numero dei contagiati quotidiano è molto sceso”.

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