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Speranza al Senato avverte: “La partita non è vinta, emergenza non è finita”

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, interviene al Senato per parlare dell’emergenza Coronavirus e per fare il punto della situazione sull’epidemia: “Vediamo la straripante forza di un nemico che non solo non abbiamo ancora sconfitto, ma che continua a occupare nuovi territori e mietere nuove vittime”.
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A cura di Stefano Rizzuti
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Il ministro della Salute, Roberto Speranza, illustra in Senato le misure che il governo rinnoverà a partire dal 14 luglio, con il dpcm che prorogherà quasi tutte le restrizioni e i divieti attualmente in vigore per contenere la diffusione del Covid-19. Speranza spiega in Aula a Palazzo Madama che la prima cosa da evidenziare è che la partita non è vinta e il nemico non è sconfitto: "Il dato dei contagiati cresce ovunque.  Nel nostro pianeta il Covid ha colpito un cittadino ogni 560 abitanti circa. Vediamo la straripante forza di un nemico che non solo non abbiamo ancora sconfitto, ma che continua a occupare nuovi territori e mietere nuove vittime. Non lo dico per provocare paure irrazionali", afferma Speranza ricordando che il virus si può sconfiggere solo con il vaccino.

Speranza riferisce al Senato sull'emergenza Covid

Il ministro esordisce parlando della necessità di riferire in Parlamento, non solo come un obbligo previsto per legge: "Un confronto è certamente necessario per riflettere sullo stato d’evoluzione della pandemia nel mondo. Questa discussione non è mai semplicemente un atto dovuto nel rispetto di una norma, ma una possibilità vera per favorire una dialettica tra maggioranza e opposizione, come ha auspicato più volte il presidente della Repubblica. Voglio partire dalla realtà, dai fatti. Nel corso di questa terribile pandemia abbiamo imparato che i fatti non sempre coincidono coi nostri desideri. Pochi numeri sono quasi sempre più chiari di mille parole. Il 31 maggio, quando l’Italia era nella fase di uscita, nel mondo c'erano quasi 6 milioni di contagiati e 367mila deceduti. Oggi, a distanza di poco più di 40 giorni, i contagiati hanno superato la soglia dei 13 milioni e i deceduti sono tragicamente oltre il mezzo milione. È del tutto evidente, di fronte a questi dati, che non possiamo abbassare la guardia. Non dividiamoci su questo. Anche nella comunità scientifica si dibatte, ma nessuno deve dire che non bisogna mettere le mascherine, non rispettare le norme e non rispettare il distanziamento".

Per Speranza l'emergenza non è finita

Speranza ha parole chiare sulla situazione epidemiologica, sostenendo come lui "non consideri archiviata la fase di emergenza", anche se gli strumenti per adottare le misure vanno studiate e decise insieme. E il riferimento è allo stato d'emergenza che potrebbe essere prorogato: "Discuteremo sia alla Camera che al Senato un ordine del giorno sullo stato d’emergenza. Al momento nessuna decisione è stata assunta. Personalmente sono convinto che il Parlamento debba essere protagonista del percorso decisionale. Lo stesso presidente del Consiglio mi ha assicurato" che questo avverrà. Ma Speranza lascia intendere di essere a favore di una proroga per poter affrontare al meglio l'epidemia e qualsiasi eventuale nuova emergenza. Non a caso il ministro sottolinea il suo parere sulla situazione italiana: "Noi siamo fuori dal mare della tempesta, ma non siamo ancora al riparo, non siamo in un porto sicuro. Il virus, anche se in forma ridotta, continua a circolare".

Le restrizioni confermate dal nuovo dpcm

Speranza illustra poi le novità che verranno contenute nel nuovo dpcm: “Dal 4 maggio abbiamo cominciato a riaprire, con giudizio. Dobbiamo continuare su questa strada anche per non pagare un prezzo troppo alto dal punto di vista economico e sociale. Ma dobbiamo dire anche una verità: la prima misura è rispettare rigorosamente tutte le regole di prevenzione adottate, a partire da quelle riguardanti i comportamenti personali. Il governo intende adottare un nuovo dpcm che proroghi le misure attualmente vigenti sino al 31 di luglio”.

Le principali misure previste dal decreto vengono ribadite da Speranza: “Obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi, il divieto di assembramenti, le sanzioni penali per chi violi la quarantena, controlli più stringenti su aeroporti, porti e luoghi di confine. Quest’ultima misura è correlata a un numero crescente di casi in alcune aree nel mondo. Non possiamo vanificare i sacrifici fatti dagli italiani. Per questo abbiamo pensato ad agire con la massima prudenza. Il limite dei voli riguarda attualmente 13 Paesi. Aggiorneremo costantemente questa lista sull'evoluzione dei dati epidemiologici. Per tutti i paesi extra-Ue ed extra-Schengen abbiamo confermato la quarantena. Particolare attenzione è dedicata alle nostre coste e agli sbarchi, nessuna sottovalutazione può essere ammessa”.

Le quattro linee seguite dall’Italia

Le priorità dell’Italia sono quattro, come spiega il ministro. A partire dalla questione del vaccino: “L’iniziativa che abbiamo intrapreso insieme a Germania, Francia e Olanda ha provocato un’accelerazione sulla partita del vaccino. L’accordo firmato prevede la produzione di 400 milioni di dosi, di cui 60 da consegnare entro la fine dell’anno. È una bella notizia, il vettore virale del vaccino è fatto a Pomezia e l’infialamento verrà fatto ad Anagni, è un segnale che l’Italia c’è con i suoi cervelli e le sue competenze. Continua poi il confronto con gli altri Paesi europei per chiudere accordi con altri produttori credibili”.

Il secondo punto riguarda gli ospedali Covid, mentre il terzo è il rafforzamento del personale sanitario e della sanità territoriale: “Siamo arrivati a 29mila assunzioni. Il prossimo passo con l’adozione definitiva del decreto Rilancio sarà l’assunzione di 9.600 infermieri di comunità, una svolta storica per rafforzare i servizi territoriali, che rappresentano il baluardo fondamentale per prevenire”.  “Passiamo dall’essere due punti sotto la media Ocse a 0,7% sopra”, afferma ancora Speranza parlando degli investimenti in sanità. Il quarto elemento è l’apertura in sicurezza della scuola, “la partita più importante”, secondo il ministro. Senza l’apertura “non saremo mai fuori dal lockdown”, afferma. La riapertura delle scuole riguarderà circa 10 milioni di persone e per questo le simulazioni hanno “indicato nella scuola una delle attività a maggior rischio proprio per l’alto numero di persone coinvolte”. Per questo bisognerà dedicare particolare attenzione a questo tema, partendo dai test sierologici per il personale scolastico, oltre che “i test molecolari a campione da svolgere durante il corso dell’anno per monitorare la popolazione scolastica”. Secondo Speranza, inoltre, “è essenziale ricostruire un rapporto strutturato tra scuola e sanità, rapporto mancato per troppo tempo”.

Sempre sulla scuola, il Comitato tecnico-scientifico valuterà a settembre la necessità di utilizzare le mascherine. Ma la certezza è che “le scuole riapriranno: a scuola dovranno esserci misure di precauzione all’altezza della situazione. Con questo spirito vogliamo affrontare le prossime settimane, non smarrendo il filo di uno sforzo unitario. So che non è semplice, ma dobbiamo provarci. La ricerca della massima convergenza non è una concessione che il governo regala alle opposizioni, per me è semplicemente la via maestra per portare il Paese fuori dalla tempesta. È la via della responsabilità che è l’unica via” da seguire ora, secondo Speranza.

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