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Sondaggio di fine anno 2025: il governo Meloni resta stabile, l’opposizione senza slanci

Il nuovo sondaggio di Pagnoncelli fotografa un quadro politico sorprendentemente statico: il governo Meloni mantiene il consenso, mentre l’opposizione fatica a costruire un’alternativa credibile. Tra fedeltà elettorale e fratture sociali, lo scenario di fine anno, resta insomma, ancora una volta, fermo.
A cura di Francesca Moriero
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C'è una parola che descrive meglio di altre lo stato della politica italiana a fine anno: stabilità. Non nel senso di assenza di conflitti o tensioni — che pure non mancano — ma come tenuta complessiva degli equilibri, soprattutto sul fronte del consenso. È quanto emerge dal sondaggio di Nando Pagnoncelli, che restituisce l'immagine di un governo ancora solido e di un'opposizione che, nonostante le difficoltà dell'esecutivo, non riesce a capitalizzarne le fragilità.

Un governo lungo, tra tensioni e resistenza

Il governo guidato da Giorgia Meloni è oggi il terzo più longevo dell'Italia repubblicana. Un dato che non è secondario, soprattutto se si considera il contesto: una maggioranza attraversata da frizioni evidenti, in particolare dentro la Lega, dove Matteo Salvini ha più volte preso le distanze dalle scelte dell'esecutivo, arrivando a contestare apertamente la Manovra e costringendo la presidente del Consiglio a interventi di ricomposizione non sempre semplici. Nonostante queste crepe, la fiducia nell'esecutivo regge. L'indice di apprezzamento del governo si attesta oggi intorno al 42%, sostanzialmente stabile rispetto a un anno fa, anche se in calo rispetto all'entusiasmo iniziale dell'insediamento; una dinamica certo fisiologica, se confrontata con quella di altri governi recenti, che hanno perso molto più consenso nel corso della legislatura.

Meloni tra riconoscimento internazionale e limiti interni

Il gradimento personale della premier segue nel frattempo un andamento analogo: Meloni raccoglie infatti oggi un consenso del 43%, con una lieve crescita nell'ultimo anno ma una flessione più marcata se si guarda al lungo periodo; le perdite più significative si registrano nei ceti popolari, tra chi vive condizioni economiche difficili, tra gli operai e nel Mezzogiorno. È proprio qui, infatti, che pesa lo scarto tra le aspettative create in campagna elettorale e la realtà di governo: promesse di interventi radicali che si sono scontrate con i vincoli di bilancio, la situazione internazionale e una necessaria dose di realpolitik. Al contrario, sul piano estero, la leadership di Meloni sembra rafforzata: il ruolo dell'Italia nei negoziati europei, in particolare sul sostegno all'Ucraina, viene riconosciuto anche da osservatori critici, contribuendo a consolidare l'immagine della premier.

La Manovra e il nodo sociale

Sul fronte interno, il giudizio resta più articolato: la Manovra economica ha infatti deluso gran parte dell'opinione pubblica e degli osservatori, anche se le viene riconosciuto un risultato chiave: la tenuta dei conti pubblici e l'uscita anticipata dell'Italia dalla procedura di infrazione per debito eccessivo. Un successo tecnico certo, ma che però, non basta ancora a colmare il senso di distanza percepito da ampi settori sociali.

Partiti fermi, elettorati fedeli

Le intenzioni di voto raccontano infine una scena quasi immobile: Fratelli d'Italia cresce lievemente rispetto allo scorso anno e migliora anche il risultato delle Politiche 2022; il Partito democratico di Elly Schlein arretra invece di poco nel breve periodo ma resta sopra il dato elettorale di due anni fa. Il Movimento 5 Stelle, invece, appare in leggera difficoltà rispetto al passato, pur mantenendo una forte presa nei segmenti sociali più fragili.

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