Sondaggi politici, effetto referendum: Fratelli d’Italia primo partito, Pd in rimonta ma aumenta l’astensione

La stagione referendaria appena conclusa ha lasciato un segno meno visibile nei risultati e più profondo nella percezione politica del Paese. Né i quesiti promossi dalla Cgil in difesa dei diritti del lavoro, né quello lanciato da +Europa sulla cittadinanza hanno raggiunto il quorum, ma se le urne hanno parlato con il silenzio dell'astensione, i sondaggi rivelano un'Italia che continua a riposizionarsi, tra consolidamenti e fragilità, in vista delle prossime sfide politiche. L'indagine realizzata da Only Numbers, diretta da Alessandra Ghisleri per Porta a Porta, rivela infatti alcuni dati significativi, raccolti su un campione rappresentativo nella giornata del 9 giugno. Si tratta del primo rilevamento nazionale dopo il fallimento dei referendum, e offre un termometro utile per leggere le tendenze in atto tra gli elettori.
Fratelli d'Italia: Meloni resta in testa
Il partito di Giorgia Meloni continua a guidare la classifica delle intenzioni di voto. Con un +0,6% rispetto alla rilevazione del 26 maggio scorso, Fratelli d'Italia sale al 30,7%, confermando la propria centralità nel sistema politico italiano. Una leadership che, almeno per ora, non sembra intaccata né dalle tensioni sociali né dal calo di partecipazione democratica espresso dai referendum. FdI intercetta sia l'elettorato stabile della destra che parte di quello disilluso o stanco dei partiti di opposizione, mantenendo una posizione di forza anche all'interno della coalizione di governo.
Il Pd guadagna consensi e accorcia le distanze
La vera novità di questo sondaggio è il buon risultato del Partito Democratico, che guadagna l’1,1% e si attesta al 23,2%. Un segnale positivo per Elly Schlein, che – nonostante le difficoltà organizzative emerse nel sostegno al referendum sul lavoro – riesce a risalire nei sondaggi. Il Pd si conferma quindi il principale partito d'opposizione, e prova a intercettare la delusione di chi ha creduto nella mobilitazione referendaria. Il partito continua a muoversi sul filo tra la sua componente riformista e quella più movimentista, ma i dati suggeriscono una crescita di fiducia da parte di una parte di elettorato attivo.
Movimento 5 Stelle e Forza Italia: stabilità senza slancio
Il Movimento 5 Stelle resta fermo al 12,1%, senza variazioni: il dato fotografa un partito che fatica a trovare una linea chiara dopo l’era Conte e che, pur mantenendo una base fedele, non riesce a espandere il proprio consenso. Stabile anche Forza Italia, che si attesta al 9%, confermando il proprio peso nel centrodestra come forza moderata ma senza segni di crescita significativi. Il partito guidato da Antonio Tajani sembra aver trovato un equilibrio, ma la capacità di attrazione resta limitata, anche a fronte del rafforzamento di FdI.
Lega e Verdi-Sinistra in lieve calo
Brutte notizie invece per la Lega, che scende all'8,8%, perdendo un decimale. Un dato che conferma il lento ma costante ridimensionamento del partito di Matteo Salvini, ormai sempre più subordinato all'asse Meloni-Tajani all'interno della coalizione. Anche Alleanza Verdi e Sinistra perde lo 0,1%, attestandosi al 6%. Il calo è lieve, ma indica la difficoltà di capitalizzare il coinvolgimento nelle battaglie sociali e ambientali. Nonostante un impegno marcato sul fronte referendario, non sembra emergere una crescita strutturale del consenso.
I centristi in difficoltà
Nel campo del centro liberale la situazione resta stagnante: Azione si ferma al 3%, mentre Italia Viva scende al 2,7% perdendo lo 0,2%. Anche +Europa, nonostante la visibilità ottenuta con la campagna referendaria sulla cittadinanza, cala dello 0,1% e si attesta al 2,3%. Noi Moderati segue lo stesso trend negativo (-0,1%). Nel complesso, i partiti centristi sembrano incapaci di imporsi come terza via credibile, sia per il posizionamento ambiguo su alcuni temi sia per la frammentazione dell’area. La delusione per il fallimento dei referendum potrebbe aver inciso negativamente.
Coalizioni: centrodestra al 49,4%, il "campo largo" si avvicina
Il sondaggio misura anche le tendenze delle principali aree politiche aggregate: il centrodestra nel suo insieme cresce dello 0,4%, salendo al 49,4%, confermandosi maggioranza netta nel Paese. Ma anche il cosiddetto campo largo (Pd, M5S, Verdi-Sinistra e +Europa) cresce dello 0,7%, arrivando al 46,3%. Se si include anche Azione, si raggiunge un ipotetico 49,3%, un soffio sotto il centrodestra. Si tratta però di scenari teorici, che presuppongono alleanze ancora tutte da costruire.
L'astensione continua a salire: il dato più allarmante
Forse il dato più rilevante di tutto il sondaggio è però quello relativo agli astenuti e indecisi, che crescono di 1,1% raggiungendo il 48,5%. È una cifra che sfiora simbolicamente la metà dell’elettorato e che riflette una tendenza strutturale alla disaffezione politica. Il fallimento dei referendum, in questo senso, è specchio e al tempo stesso motore di questa dinamica. La mancanza del quorum ha deluso molti cittadini attivi, e la percezione di inefficacia delle consultazioni popolari potrebbe allontanare ancora di più i cittadini dalla politica partecipata.