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Scuola, Bianchi: “Direzione di marcia è ritorno in presenza al 100%, siamo tutti d’accordo”

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha ribadito che l’obiettivo del governo rimane portare in presenza la totalità degli studenti: “Non c’è divergenza sull’idea che si debba andare gradualmente verso il 100%. Tutti concordano nella necessità di riportare in presenza anche quel 50% di studenti delle superiori”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Non c'è divergenza sull'idea che si debba andare gradualmente verso il 100%. Tutti concordano nella necessità di riportare in presenza anche quel 50% di studenti delle superiori. C'era una divergenza sul 60%, ma l'indicazione che ha dato il governo lascia un'ampia fase di flessibilità per raggiungere il risultato del 100% nei tempi e nei modi che i territori potranno riconoscere". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, intervenuto questa mattina su Radio24 a proposito delle riaperture del ritorno in presenza per i ragazzi della scuola secondaria di secondo grado a partire dal 26 aprile.

La flessibilità era stata chiesta a gran voce dai sindacati, che avevano manifestato al governo preoccupazione per un ritorno in presenza da subito per tutti, sottolineando l'esigenza di lasciare agli enti locali e agli istituti la possibilità di organizzarsi secondo i mezzi e gli spazi a disposizione. Le Regioni hanno lamentato però un cambiamento da parte del governo rispetto agli accordi che erano stati presi sul ritorno a scuola. Nella bozza del nuovo decreto Covid si parlava infatti di una ripresa della didattica in presenza in zona gialla e arancione a partire da una soglia minima del 60% fino a un massimo del 100%, fino alla fine dell'anno scolastico.

Nel testo del decreto invece viene specificato che dal prossimo 26 aprile tornano in classe anche gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. La presenza è garantita in zona rossa dal 50% al 75%. Mentre in zona gialla e arancione dal 70% al 100%. Poi ieri la ministra Gelmini ha fatto sapere che comunque le Regioni potranno derogare alla percentuale del 70%, ma senza scendere mai sotto il 50%.

"Non avevamo concordato il 60%, era stato definito in Conferenza questo margine 60-70% ma la direzione di marcia è sempre stata 100%. Il Cdm ha ritenuto di prevedere il 70% ma non c'è divergenza sull'idea che si debba andare al 100%", ha spiegato Bianchi. Il ministro ha poi aggiunto che "le possibilità di deroga sono già descritte nel decreto e riguardano zone particolari dove si presentano focolai. Il presidente Draghi e il presidente Fedriga troveranno il modo di ragionare anche su queste modalità di rapporto con le Regioni".

Bianchi ha aggiunto poi che sulla scuola "si è fatto moltissimo e saremmo ingrati nei confronti del governo precedente a non rilevare quello che è stato fatto. È un anno che si lavora. Sono state date molte risorse. Non condivido questa idea del ‘non si è fatto nulla'. Anche per i trasporti sarebbe ingrato non vedere il lavoro che le Regioni hanno fatto in questo anno per aumentare la potenzialità dei servizi. Non sto difendendo il governo ma tutto il mondo della scuola". 

Quindi ha spiegato: "Sono state date alle scuole molte risorse sia per l'edilizia leggera sia per le sanificazioni. Per quanto riguarda le scuole mi pare evidente che si sia fatto, si stia facendo e tutti i dirigenti sono presenti e attivi nel garantire la sicurezza a scuola. Dall'altra parte, abbiamo affrontato temi come la numerosità delle classi – ha aggiunto Bianchi riferendosi al problema delle cosiddette classi ‘pollaio' – che richiedono interventi che abbiamo fatto e che stiamo facendo in maniera duratura, perché non si tratta di un problema di questo momento". 

Oggi in Cdm arriverà l'ultima bozza del Recovery plan, in cui sono state aumentate le risorse a disposizione sulla scuola: nel nuovo piano, del valore di 191,5 mld, all'istruzione vanno invece 31,9 miliardi (il 17%).

 "Il punto chiave del Recovery plan è il recupero delle differenze che esistono nel nostro Paese, soprattutto tra Nord e Sud, e partivano proprio dalla disponibilità di posti nei nidi e nelle scuole dell'infanzia – ha detto ancora Bianchi – Dimostrare a livello europeo che il nostro investimento sull'educazione parte dai nidi e arriva fino agli Its, con un fortissimo rafforzamento del valore stesso dell'educazione come elemento portante di un Paese, che deve essere rilanciato, è importantissimo. Questo aumento di risorse va letto come l'aver riposto la scuola al centro dello sviluppo".

L'investimento previsto nel Recovery sulle scuole, nella fascia 0-6 anni "è uno dei risultati per cui esprimo tutta la mia soddisfazione" ha sottolineato.

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