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Covid 19

Scadono ordinanze locali: governo chiede norme uguali in tutta Italia, ma Regioni possono inasprirle

Oggi, 3 aprile 2020, sono in scadenza le ordinanze che le Regioni hanno adottato contro il coronavirus nelle scorse settimane. Con il decreto del 1° aprile il governo ha prorogato le misure sul livello nazionale fino al prossimo 13 aprile, chiedendo quindi alle Regioni di uniformarsi al quadro normativo valido per tutta la penisola. I governi locali possono però ancora decretare un’ulteriore stretta sulle misure in vigore: vediamo perché.
A cura di Annalisa Girardi
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Scadono oggi le ordinanze che molte Regioni hanno adottato nelle scorse settimane contro l'emergenza coronavirus. A livello locale ci si dovrà quindi uniformare a quanto previsto dai decreti del governo centrale. Ai governatori regionali sarà comunque concesso, se lo stato dell'emergenza in quel territorio lo richiede, di inasprire le norme in vigore, introducendo ulteriori restrizioni, sempre nei limiti imposti dalla Costituzione.

In questo modo si cerca di uniformare lo stesso quadro normativo in tutta la penisola: le Regioni potranno comunque rendere più severe le misure di contenimento, ma sempre all'interno dei parametri stabiliti a Roma. Non si potrà quindi decidere, ad esempio, di riaprire un'attività commerciale: con il decreto del 1° aprile 2020, in cui si è disposta la proroga dei provvedimenti governativi fino al prossimo 13 aprile, si è infatti cercato di evitare possibili riaperture in alcuni territori, magari meno colpiti dal Covid-19 di altri, che potrebbero vanificare gli sforzi fatti finora.

"Voglio fare un appello a tutte le regioni affinché si uniformino alla data del 13 aprile, prevista dalla proroga del Governo. Lo possono fare mantenendo in vigore le misure che già avevano varato", ha precisato il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia. "Se uniformiamo le date nei giorni che vanno da lunedì prossimo, dopo il coordinamento Stato-regioni, fino al 13 aprile costruiremo insieme le ragioni del prossimo Dpcm ma anche di eventuali ordinanze. Mai come in questo momento è bene, non solo essere uniti ai diversi livelli istituzionali, ma anche avere la stessa scansione temporale", ha ancora aggiunto il ministro.

Nel decreto legge 19/2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 25 marzo, stabiliva comunque che le Regioni potessero introdurre misure più restrittive rispetto alle disposizioni del governo, in caso la gravità dell'emergenza in quel particolare territorio lo rendesse necessario. Si specificava, come menzionato, che queste non potevano essere chiaramente in contrasto con quando predisposto a livello nazionale.

Nelle more dell'adozione dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri di cui all'articolo 2, comma 1, e con efficacia limitata fino a tale momento, le regioni, in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario verificatesi nel loro territorio o in una parte di esso, possono introdurre misure ulteriormente restrittive, tra quelle di cui all'articolo 1, comma 2, esclusivamente nell'ambito delle attività di loro competenza e senza incisione delle attività produttive e di quelle di rilevanza strategica per l'economia nazionale. 2. I Sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l'emergenza in contrasto con le misure statali, né eccedendo i limiti di oggetto cui al comma 1. 3. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano altresì agli atti posti in essere per ragioni di sanità in forza di poteri attribuiti da ogni disposizione di legge previgente.

Nei giorni scorsi, in una rinnovata polemica con le Regioni, il presidente del Consiglio aveva precisato: "La Regione Lombardia come tutte le altre, non è mai stata esautorata dalla possibilità di adottare ordinanze proprie, anche più restrittive, secondo la legge 833/1978", aveva detto Giuseppe Conte sottolineando che "peraltro la Lombardia, quando ha voluto introdurre misure più restrittive, lo ha fatto", esattamente come altre Regioni. La replica di Conte è arrivata dopo le critiche dai governatori del Nord che hanno rimarcato ancora una volta l'esigenza di misure più severe.

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