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Salute, campagna di Cittadinanzattiva contro le diseguaglianze del Servizio sanitario

L’associazione “Cittadinanzattiva” ha lanciato la campagna “La salute è uguale per tutti”, per denunciare il divario che esiste nel nostro Paese, sopratutto tra Nord e Sud, in tema di strutture e assistenza, per combattere anche il fenomeno delle migrazioni sanitarie.
A cura di Annalisa Cangemi
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Un'Italia spaccata in due, dal punto di vista delle cure sanitarie. È questa la denuncia fatta dall'organizzazione "Cittadinanzattiva" che promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti. L'associazione, in partnership con SkyTg24, ha messo in luce in uno speciale come a fronte di alcune punte d'eccellenza italiane nel campo delle strutture d'assistenza e sanitarie, esistano anche tante realtà, soprattutto al Sud, in cui si evidenziano grosse criticità.

Se da una parte il nostro Sistema sanitario nazionale funziona così bene che Bloomberg ci considera "il Paese più in salute al mondo" e pochi anni fa ci ha messi al terzo posto della classifica "Most Efficient Health Care", dall'altra esiste il fenomeno sempre più diffuso delle migrazioni sanitarie, ovvero tutti quegli spostamenti a cui i cittadini sono soggetti quando si ammalano. Sempre più persone infatti sono obbligate a cambiare regione per curarsi, o a rinunciarvi del tutto. Basta analizzare qualche dato.

Secondo l'Istat, nel 2017 il 6,5% della popolazione ha rinunciato a una visita specialistica perché troppo costosa. E le prenotazioni tramite SSN spesso richiedono tempi troppo lunghi, incompatibili con le reali necessità del malato. Secondo i dati del Censis per esempio per una mammografia l'attesa media è di 122 giorni, e si va da un minimo di 89 giorni al Nord-Ovest a un massimo di 142 giorni al Sud. Se si prende in considerazione per esempio l'attesa dei mezzi di soccorso, il cui tempo standard è quantificato in 18 minuti, notiamo che varia da regione a regione. Per esempio le punte minime si trovano in Liguria, Lombardia e Lazio, rispettivamente 13, 14 e 15 minuti di attesa previsti. Ma non va così bene al Sud, dove un malato che ha bisogno di essere trasportato urgentemente in ospedale può aspettare fino a 27 minuti, come accade in Basilicata. In fondo alla lista dei soccorsi meno tempestivi troviamo Sardegna (tempo d'attesa 23 minuti), e Calabria e Molise (tempo d'attesa 22 minuti). Il divario tra Nord e Sud risulta evidente anche per un altro parametro, quello dei servizi che offre il territorio, come i centri diurni per la salute mentale (media di 29,8) per regione, per l'Alzheimer (media di 22,7 per regione), e centri per l'Autismo (assenti nel 40% delle regioni). In Molise per esempio si trovano soltanto 3 centri diurni per la salute mentale, mentre la Toscana ne offre 69; Un solo centro per l'Alzheimer in Molise mentre in Veneto i malati possono contare su 109 centri; e troviamo 7 centri per l'autismo in Puglia, un'inezia se paragonati alle 309 strutture del Veneto. E l'elenco delle differenze qualitative e quantitative potrebbe continuare.

Saltano all'occhio anche le ingiustizie sociali generate dai costi. Per esempio il super ticket Sanitario e il ticket non si pagano ovunque: per un emocromo si paga fino a 5 euro e 30 in Friuli Venezia Giulia, e 3 euro e 17 in Liguria; ma se si vive in Basilicata, Sardegna e provincia autonoma di Bolzano, non esiste la voce spesa per il superticket.

"Il nostro obiettivo è che le grandi eccellenze possano essere a disposizione di tutti i cittadini, indipendentemente dall’area del Paese in cui vivono, facendo da volano ad un meccanismo virtuoso. Questa inchiesta è un esempio di quel servizio pubblico che ci piace, che scava in profondità nei temi per fornire ai cittadini una fotografia nitida e affidabile della realtà", ha detto Antonio Gaudioso, segretario generale di "Cittadinanza attiva". Ed è per questo che è stata presentata "La salute è uguale per tutti", la campagna di riforma costituzionale promossa dall'organizzazione con il supporto di oltre 50 realtà fra organizzazioni civiche, associazioni mediche e di pazienti, e di numerosi testimonial del mondo istituzionale, dell’impresa, della cultura e dei mass media. E lo strumento messo a punto per contribuire alla riduzione delle disuguaglianze in ambito sanitario consiste in un’integrazione all’art.117 della Costituzione, una proposta che sarà sostenuta dalla campagna social #diffondilasalute, per chiedere a tutti i cittadini di mobilitarsi.

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