
Mercoledì 8 ottobre il governo italiano ha organizzato nel Palazzo di Vetro dell’Onu un convegno intitolato “Surrogata come una forma di violenza contro le donne e le ragazze: c’è bisogno di un’azione globale”, a cui partecipa la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, insieme alla Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro donne e ragazze Reem Alsalem, che a luglio ha firmato un rapporto sulla violenza nella pratica della maternità surrogata. Al convegno parteciperanno anche Taina Bien-Aimé, rappresentante di un’associazione francese contro la gestazione per altri e Annaig Birdy, rappresentante dell’associazione irlandese “Not All Gays”, un’associazione LGB (senza T), critico nei confronti dell’“ideologia gender”. Ma soprattutto, parteciperà Giorgio Mazzoli, rappresentante di Alliance Defending Freedom International.
ADF International è la divisione globale di Alliance Defending Freedom, un gruppo giuridico statunitense di ispirazione cristiana che, tra le altre cose, ha sostenuto la causa che ha portato al ribaltamento della sentenza Roe v. Wade nel 2022, ponendo fine al diritto di aborto negli Stati Uniti. È stato classificato come “gruppo d’odio” dal Southern Poverty Law Center, un’organizzazione per i diritti umani che si monitora l’estremismo religioso e politico. ADF è stata fondata nel 1994, si definisce “la più grande organizzazione legale al mondo che promuove il diritto dato da Dio di vivere e dire la verità” ed è coinvolta in un ampio numero di contenziosi legali legati all’aborto, ai diritti LGBTQ+ e al matrimonio fra persone dello stesso sesso in nome della “libertà religiosa”. Ad esempio, nel 2023 la Corte Suprema ha dato ragione all’ADF che difendeva il diritto di una graphic designer cristiana di rifiutare di realizzare siti web per matrimoni di coppie dello stesso sesso; una sentenza simile risale al 2018, e riguardava un negozio di torte che non aveva voluto decorare un dolce per le nozze di una coppia gay; nel 2021, sempre presso la Corte Suprema, ha difeso il diritto di un’associazione non governativa conservatrice di non divulgare i nomi dei propri benefattori. Al momento, ADF è impegnata in una causa contro lo stato del Colorado, che vieta ai terapeuti di proporre terapie di conversione per “guarire dall’omosessualità”. Per l’associazione si tratterebbe di una violazione della libertà di espressione.
ADF è stata spesso accusata di godere di molta influenza nel panorama giuridico statunitense, visto che la giudice della Corte Suprema Amy Coney Barrett, nominata da Trump nel 2020, è stata docente della loro scuola di legge, ma soprattutto di creare cause “ad hoc” per collezionare sentenze a proprio favore. Nel caso della graphic designer, ad esempio, nessuno le aveva chiesto di creare un sito web per matrimoni gay, ma era stata lei stessa a chiedere allo stato del Colorado di non essere sottoposta alle leggi anti-discriminatorie perché non aveva intenzione di adempiere a un’eventuale richiesta del genere. Il modello dell’ADF è già stato esportato con successo in varie parti del mondo, nonché in Europa: nel 2011 ADF International intervenne nella causa alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sulla legittimità dei crocifissi nelle aule scolastiche italiane, rappresentando 33 membri del Parlamento Europeo che si erano opposti alla sentenza di primo grado, che aveva sancito che i crocifissi nelle scuole andassero tolti. Nel 2020, ha avuto un ruolo importante nella sentenza della Corte Costituzionale che portò al divieto di aborto in Polonia.
Secondo i documenti fiscali, ADF International finanzia le proprie attività nel nostro continente con 5-6 milioni di dollari all’anno, una cifra che è raddoppiata tra il 2018 e il 2022, con cinque diversi uffici a Londra, Vienna, Ginevra, Strasburgo e Bruxelles, dove punta a replicare la strategia della “lawfare”. Con questo termine, ci si riferisce all’utilizzo strategico della legge per danneggiare i propri avversari o per avanzare istanze politiche. Oltre alle attività di consulenza giuridica, ADF ha partecipato a diversi convegni e conferenze con esponenti politici dell’estrema destra europea, in Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia.
La partecipazione di Giorgio Mazzoli al convegno dell’ONU non è una novità. ADF infatti dal 2010 gode dello special consultative status alle Nazioni Unite e ha la possibilità di esprimere pareri sulle politiche dell’Onu. Tuttavia, nel caso del convegno sulla maternità surrogata, si tratta di un evento organizzato dal governo italiano: è la prima volta che questa associazione collabora alla luce del sole con un membro di un governo. Il rapporto di Reem Alsalem si conclude con la raccomandazione di bandire ogni forma di gestazione per altri. Per Roccella, “La nuova legge [sulla gpa come reato universale] ha posto l’Italia all’avanguardia mondiale della battaglia per i diritti delle persone”, ma questo convegno la pone all’avanguardia di un altro primato: sedere a fianco di un esponente di quello che il Souther Poverty Law Center, noto per la sua battaglia legale contro il Ku Klux Klan negli anni '80, definisce un gruppo d’odio.
