Roberto Fico sta valutando di querelare Le Iene per il servizio sul caso della colf in nero

Dopo il servizio delle Iene sul caso della presunta colf pagata in nero nella casa della sua compagna, il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico sta pensando di tutelarsi ricorrendo alle vie legali. Fico ha quindi dato mandato ai suoi legali di “tutelarlo penalmente a seguito della messa in onda del servizio della trasmissione di Italia Uno ‘Le Iene’ dal titolo ‘Una colf in nero per il presidente Roberto Fico?’”. A renderlo noto è stata Annalisa Stile, avvocato del presidente dell’aula di Montecitorio. Secondo quanto spiega la legale, si starebbe valutando l’ipotesi di sporgere querela per diffamazione nei confronti della trasmissione di Italia Uno.
L’idea è quella di valutare se “sporgere querela per diffamazione nei confronti della trasmissione Le Iene che, attraverso il loro pezzo, insinuano nel pubblico televisivo il dubbio (per loro certezza, per come è stato montato il pezzo e per i commenti che accompagnano il servizio) che il presidente Fico abbia assunto ‘a nero’ una colf-baby sitter nella casa napoletana della signora Yvonne”. Yvonne è la compagna di Roberto Fico e nella sua abitazione di Napoli la persona chiamata in causa – Imma – svolgerebbe questi lavori per più ore al giorno. Durante il servizio delle Iene Imma viene anche intervistata ed è lei stessa a spiegare di avere un regolare contratto di lavoro.
L’avvocato della terza carica dello Stato spiega anche che la querela potrebbe essere rivolta ad altri organi di informazione che hanno riportato la notizia: “Stesse considerazioni valgono per tutti i quotidiani che hanno indicato il presidente Fico quale datore di lavoro della signora Imma. Il presidente Fico non è, né è mai stato, datore di lavoro della signora Imma”. “Il presidente Fico abita a Roma, nella cui casa ha una colf assunta con regolare contratto, risiede a Napoli, ma a casa propria nel quartiere Posillipo, e non nella casa della signora Yvonne. Il presidente Fico mi ha investita di questo incarico per non alimentare ulteriori pretestuose polemiche e strumentalizzazioni politiche”, chiarisce la legale.