Resta il taglio dei vitalizi degli ex parlamentari: respinto il ricorso di 800 ex deputati

Il Collegio di Appello della Camera ha confermato l’impianto della delibera Fico del 2018 con cui è stato introdotto il taglio dei vitalizi degli ex parlamentari. Respinti dunque i ricorsi presentati da circa 800 ex deputati per eliminare il taglio ai propri vitalizi, e già rigettati in primo grado.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il Collegio di Appello della Camera, praticamente la Cassazione di Montecitorio conferma l'impianto della delibera Fico n. 14 del 2018, con cui è stato introdotto il taglio dei vitalizi degli ex parlamentari. La decisione è stata assunta dall'organismo composto dai deputati: Ylenja Lucaselli, Ingrid Bisa, Marco Lacarra, Pietro Pittalis e Vittoria Baldino.

Sono state inoltre confermate le misure di mitigazione già introdotte dall'Ufficio di Presidenza della scorsa legislatura, in attuazione di sentenze parziali adottate dagli organi di tutela di quella Legislatura. L'attuale situazione complessiva riguardante il ricalcolo dei vitalizi e le relative misure di mitigazione rimane quindi invariata, conclude la nota di Montecitorio.

Respinti dunque i ricorsi presentati da circa 800 ex deputati per eliminare il taglio ai propri vitalizi, e già rigettati in primo grado. Ora agli 800 ricorrenti – tra cui ci sono Paolo Guzzanti, Ilona Staller, Claudio Scajola, gli ex sindaci di Napoli Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, Fabrizio Cicchitto, Claudio Martelli, Italo Bocchino, Mario Landolfi, Gianni Alemanno (attualmemte in carcere), Giovanna Melandri e Angelino Alfano – non resta che decidere se rivolgere un appello in sede politica all'ufficio di Presidenza, oggi guidato da Lorenzo Fontana.

La vicenda

La vicenda è complessa. Nel 2011 era stato per primo il governo Monti a intervenire sui vitalizi, adeguando il trattamento pensionistico dei parlamentari a quello previsto per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, e cioè calcolando l'assegno in base ai contributi effettivamente versati durante il mandato. Questa modifica però riguardava deputati e senatori eletti dopo il 1 gennaio 2012, mentre per quelli già in carica si decise di applicare un sistema misto, con una quota di vitalizio maturato fino al 31 dicembre 2011 e un'altra riferita agli anni di mandato successivi (conteggiata su base contributiva).

Poi, nel 2028, una delibera dell’allora presidente di Montecitorio, Roberto Fico, ha allargato il sistema contributivo anche ai vitalizi già in essere e maturati con il vecchio calcolo. Ed è questo il provvedimento su cui verteva il riscorso degli ex deputati, per la maggior parte più giovani di quelli che nel 2022 hanno già beneficiato di una sentenza della Consulta che nei fatti ha azzerato la delibera. Questa appunto stabiliva che il vitalizio fosse ricalcolato secondo un coefficiente in cui rientrava il monte dei contributi versati, e gli anni in cui si era beneficiato dell'assegno. Un taglio che è arrivato anche al 90% per gli ex parlamentari più anziani. Il loro ricorso nel 2021, sulla base del principio costituzionalità di legittimo affidamento, era stato accolto, con la conseguenza di ripristinare il precedente assegno.

Il Senato, invece, nel 2022 aveva "salvato" tutti gli ex inquilini di Palazzo Madama, indipendentemente dall'età. Gli 800 ex deputati hanno chiesto quindi un analogo trattamento a quello deciso in Senato, anche per eliminare una situazione "irragionevolmente penalizzante": infatti tutti i risparmi della Camera sui vitalizi ricadono ora solo su di loro (appunto 800 sui circa 3.300 ex deputati complessivi).

Conte (M5s): "Abbiamo salvato il taglio dei vitalizi"

"Abbiamo ottenuto un risultato importante su una storica battaglia del M5s, abbiamo salvato il taglio dei vitalizi voluto dal M5s. Ricordate la delibera del presidente Fico del 2018? Ebbene, 1400 ex deputati volevano rimettersi in tasca i vitalizi. Eravamo presenti nel collegio di appello di Montecitorio e abbiamo respinto questa richiesta: questo dimostra la bontà di questa battaglia, sul piano etico, morale ma anche guridico", ha commentato il leader M5s Conte in un video sui social.

"Fateci caso, quando il M5s non può decidere i privilegi ritornano, come successo al Senato che ha ripristinato i vitalizi e noi non eravamo nel collegio che decideva. E cosi non siamo al governo, ed è cosi che è possibile che aumentino gli stipendi di ministri e sottosegretari mentre tuti gli italiani si impoveriscono. Quando non siamo al governo le cose cambiano, ma in peggio", ha sottolineato.

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