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Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Reddito di cittadinanza, chi ha un figlio studente fuorisede potrebbe ricevere il 15% in più

Un emendamento al decretone, presentato dal Movimento Cinque Stelle, prevede una maggiorazione del 15% sull’assegno del reddito di cittadinanza per chi ha un figlio che studia all’università da fuorisede. Tra i requisiti richiesti c’è anche quello della distanza dell’università, che deve essere almeno a 100 chilometri dall’abitazione di residenza.
A cura di Annalisa Cangemi
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 Da due giorni è partito ufficialmente il reddito di cittadinanza, la misura del governo che mira al contrasto della povertà con un percorso di inclusione sociale e reinserimento nel mondo del lavoro. Dallo scorso 6 marzo è possibile consegnare i moduli per richiedere il sussidio presso i Caf o gli uffici postali, oppure si possono inviare le domande online, attraverso il sito dedicato del governo. Tra le modifiche che potrebbero essere inserite nel decretone potrebbe esserci una novità per le famiglie che hanno un figlio che studia lontano da casa.

Una delle proposte del M5S riguarda infatti gli studenti fuori sede. Un emendamento presentato dai pentastellati nelle commissioni Lavori e Affari sociali alla Camera stabilisce che se un figlio è iscritto a un corso di laurea o post laurea in un Comune diverso da quello di residenza, si ha diritto a una maggiorazione del 15% dell'importo del reddito di cittadinanza, a come sostegno all'istruzione e alla formazione. Per beneficiare di questa maggiorazione sull'assegno sono necessari alcuni requisiti: lo studente deve essere in regola con il percorso di studi e non deve essere già titolare di una borsa di studio. L'ateneo deve trovarsi in un Comune diverso da quello di residenza, distante da quest'ultimo almeno 100 chilometri e comunque deve essere in una provincia diversa. Il requisito della distanza sarebbe rispettato anche all'interno della stessa provincia ed è ridotto a 50 chilometri per gli studenti residenti in zone montane o disagiate.

Un emendamento al decretone, sempre presentato dal M5S, riguarda invece i ‘furbetti'. In pratica chi fornisce dichiarazioni o documenti falsi per ottenere il sussidio, oppure omette di comunicare delle variazioni del reddito o del patrimonio, oltre a rischiare di essere punito con la reclusione da due a sei anni si vedrà anche confiscare le somme ricevute.

Inoltre si prevede l'assunzione di cento ispettori della Guardia di Finanza in più, che saranno impegnati a rafforzare le attività di controllo contro gli abusi sul reddito di cittadinanza: "È autorizzata – si legge nel testo – in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, con decorrenza non anteriore al 1 ottobre 2019, l'assunzione straordinaria nel Corpo della guardia di finanza di 100 unità di personale del ruolo di ispettori, anche in eccedenza rispetto alla dotazione organica del medesimo ruolo. Le eventuali unità in soprannumero sono riassorbite per effetto dei successivi passaggi degli ispettori in altri ruoli". 

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