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Recovery Plan, ok dall’Europa: soldi per donne e giovani, ma stop a Quota 100

A 12 ore dalla prima convocazione si è riunito nella serata di sabato il Consiglio dei ministri e il presidente Mario Draghi ha annunciato l’intesa raggiunta con Bruxelles sul piano da oltre 200 miliardi da cui passa la ripartenza dell’Italia. Siglata la pace sul Superbonus, con l’impegno del ministro dell’Economia Franco a valutare la proroga al 2023 a settembre con la manovra.
A cura di Susanna Picone
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Dopo una lunga trattativa con Bruxelles e un acceso confronto tra le forze di maggioranza nella tarda serata di sabato il Cdm ha chiuso il round sul Recovery Plan con l'informativa del ministro dell'Economia, Daniele Franco, e l'assicurazione da parte del presidente del Consiglio Mario Draghi che dall'Ue è arrivato il "disco verde". Dopo ore di ritardo rispetto ai programmi, il Cdm si è riunito nella tarda serata di sabato 24 aprile: Draghi ha annunciato l'intesa raggiunta con Bruxelles sul piano da oltre 200 miliardi per far ripartire il Paese. È stata siglata anche la pace sul Superbonus, con l'impegno del ministro Franco a valutarne una proroga al 2023 con la manovra di settembre. Sul Superbonus hanno spinto M5s, Pd e Forza Italia chiedendo ulteriori risorse per una copertura che arrivi al 2023.

Telefonata di Draghi a von der Leyen per sbloccare l'impasse

Il Piano è rimasto bloccato per tutto il giorno tra tensioni dei partiti e rilievi degli uffici di Bruxelles: a tentare di sbloccare l’impasse è intervenuto direttamente Draghi con una telefonata con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen: il presidente del Consiglio ha dato la sua garanzia per la realizzazione delle riforme. Bruxelles aspetta il documento ufficiale entro il 30 aprile. “Non credo che dobbiamo fornire ulteriori spiegazioni, basta così. Ci vuole rispetto per l’Italia”, avrebbe detto Draghi a von der Leyen.

Il pacchetto di investimenti e riforme

Il Pnrr, così nel comunicato rilasciato al termine del Cdm, prevede un corposo e organico pacchetto di investimenti e riforme, con l'obiettivo di modernizzare la pubblica amministrazione, rafforzare il sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all'esclusione sociale e alle disuguaglianze, per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni. Il Piano si articola in sei Missioni (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute) e 16 Componenti. Soddisfa i parametri fissati dai regolamenti europei, con una quota di progetti "verdi" pari al 40% del totale e di progetti digitali del 27%. Il 40% circa delle risorse territorializzabili sono destinate al Mezzogiorno. Il governo intende attuare quattro importanti riforme di contesto: pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza. Il governo intende inoltre aggiornare e perfezionare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile, ambiente e clima, idrogeno, automotive, filiera della salute.

C'è clausola donne e giovani, salta quota 100

C'è la clausola per l'occupazione di donne e giovani chiesta dal Pd nella nuova bozza del Recovery plan. Il nuovo testo è salito a 335 pagine e include ora maggiori dettagli sulle riforme (per il fisco una delega entro luglio). Non c'è più il riferimento a Quota 100 (che in ogni caso per ora si chiude a fine 2021 con la fine della sperimentazione). Per donne e giovani ci saranno nei bandi di gara specifiche clausole dirette a "condizionare l'esecuzione dei progetti" alla loro assunzione.

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