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Quando voteremo il referendum per l’abolizione del reddito di cittadinanza

Italia Viva ha lanciato la raccolta firme per un referendum abrogativo del reddito di cittadinanza, ma non è chiaro quando si andrebbe a votare visti i limiti imposti dalle leggi italiane. Il rischio è che si tratti più di una trovata elettorale che di una iniziativa concreta.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il reddito di cittadinanza è tornato sotto attacco, praticamente da ogni zona del centrodestra. Fratelli d'Italia vuole abolirlo, la Lega quantomeno cambiarlo, Forza Italia sospenderlo per l'estate e Italia Viva cancellarlo con un referendum abrogativo. La proposta di Matteo Renzi, che circola ormai da almeno un anno, ora sta per diventare realtà. È stato lo stesso senatore fiorentino ad annunciarlo: il 15 giugno Italia Viva comincerà a raccogliere le firme per abolire la misura. Ne servono 500mila, ma l'esito non è affatto scontato. Se da un lato, infatti, il fronte dei contrari al reddito di cittadinanza è sempre più ampio, dall'altro quella di Renzi potrebbe essere una semplice trovata elettorale.

Conti alla mano – e soprattutto leggi alla mano – non sarà possibile votare a breve per abolire il reddito di cittadinanza. Ammesso che Italia Viva riesca a raccogliere 500mila firme. Ma andiamo per ordine: in primis i promotori di un referendum abrogativo devono comunicare il quesito alla Corte di Cassazione e da quel momento partono novanta giorni di tempo per raccogliere il mezzo milione di firme; le sottoscrizioni vanno consegnate tra il primo gennaio e il 30 settembre; ci sono due controlli, prima della Cassazione sulla validità delle firme e poi della Corte Costituzionale sull'ammissibilità del quesito; il Presidente della Repubblica indice il referendum fissando la data in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno.

C'è poi un altro dettaglio non da poco, contenuto nella legge 352 del 25 maggio 1970: "Non può essere depositata richiesta di referendum nell'anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l'elezione di una delle Camere medesime". Siccome nel marzo del prossimo anno scadrà naturalmente la legislatura, per il 2022 non si possono presentare richieste di referendum. Ma non finisce qui: la stessa regola vale anche nei sei mesi successivi alle elezioni, quindi almeno fino all'autunno del 2023. Le firme vanno in ogni caso presentate entro il 30 settembre per completare la procedura di cui abbiamo parlato prima. Insomma, carte alla mano il primo momento utile per raccogliere le firme per un referendum abrogativo del reddito di cittadinanza sarà il 2024, con voto previsto per la primavera 2025.

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