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Autonomia differenziata delle Regioni

Quando arriva l’autonomia differenziata delle Regioni: tensioni tra FI e Lega sui tempi della riforma

Le opposizioni hanno presentato circa 2400 emendamenti al ddl Calderoli che introduce l’autonomia differenziata per le Regioni. La riforma, cara alla Lega e contestata soprattutto dalle Regioni del Sud, è in commissione Affari costituzionali alla Camera. Dovrebbe arrivare in Aula e affrontare i primi voti prima delle europee, ma i tempi si stanno allungando.
A cura di Luca Pons
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Pioggia di emendamenti in commissione sull'autonomia differenziata, e ora – soprattutto a causa dello stop ai lavori per dedicarsi urgentemente al decreto Pnrr – i tempi per l'approvazione potrebbero allungarsi. L'autonomia differenziata per le Regioni è uno degli obiettivi politici su cui la Lega punta da anni, e il disegno di legge Calderoli è il testo che potrebbe permettere di raggiungerlo. Il ddl ha avuto l'approvazione del Senato a gennaio, e ora è in mano alla commissione Affari costituzionali della Camera.

L'intenzione della Lega sarebbe stata quella di portare la norma in Aula e arrivare al voto finale prima delle elezioni europee dell'8 e 9 giugno, anche per avere in mano un successo simbolico da presentare agli elettori. Tuttavia, un po' per la presenza di altri lavori parlamentari urgenti, un po' per l'approccio delle altre forze di maggioranza, sembra ormai impossibile che questo avvenga.

A che punto è la riforma dell'autonomia differenziata

Il Carroccio dovrà accontentarsi di portare il testo in Aula entro la fine di aprile. Una scadenza, però, che potrebbe essere più complicata del previsto da rispettare. I partiti di opposizione hanno presentato circa 2400 emendamenti al ddl. Una mole enorme, che dovrà essere elaborata dalla commissione e poi votata.

Ma soprattutto, c'è il decreto Pnrr che ora è a Montecitorio e deve essere convertito in legge. Il decreto scade il 1 maggio, e deve ricevere il via libera della Camera per poi passare al Senato. Massima urgenza. Per questo motivo, e anche per le elezioni in Basilicata del fine settimana, le prossime sedute della commissione Affari costituzionali previste per questa settimana sono state sconvocate. Così il prossimo incontro della commissione arriverà solo lunedì mattina.

Uno slittamento dei lavori sembra inevitabile, o almeno questa è la speranza delle opposizioni. Al momento, formalmente, non è cambiata la data in cui il ddl Autonomia dovrebbe arrivare in Aula: lunedì 29 aprile. Ma questo significherebbe vagliare tutti i 2400 emendamenti nell'arco della prossima settimana. Per la minoranza è impossibile, a meno che il centrodestra non trovi qualche scappatoia tecnica per accelerare. Anche così, una volta arrivato all'Aula è quasi impossibile che si arriverà al voto finale di un provvedimento così importante prima delle europee.

Botta e risposta tra Forza Italia e Lega, Zaia risponde a Tajani

Gli emendamenti presentati sono tutti delle opposizioni. Un segnale di compattezza della maggioranza: né Fratelli d'Italia né Forza Italia hanno contribuito ad allungare i tempi del ddl caro alla Lega. Tuttavia, oggi Antonio Tajani è tornato a chiarire che da FI non c'è pressione per accelerare sulla riforma: "È importante ci sia un dibattito approfondito, Forza Italia crede nell'autonomia differenziata, ma a patto che sia di grande equilibrio per i cittadini del Nord e del Sud. Vigileremo per questo", ha detto. Nel frattempo, i deputati di FI Cannizzaro e Patriarca hanno chiarito che non si esclude di presentare degli emendamenti quando il ddl arriverà in Aula.

Le parole del segretario forzista non hanno fatto piacere a uno degli esponenti di spicco della Lega, il presidente del Veneto Luca Zaia, che ha risposto indirettamente: "Siamo rispettosi dei tempi del Parlamento, ma mi dà un po' di fastidio sentire che bisogna vigilare. Non è che qui qualcuno scappa con la refurtiva, stiamo parlando di un processo serio di responsabilità e modernità per l'Italia. Noi ci siamo e stiamo portando avanti i dettami dei padri costituenti".

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