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Quali Regioni rischiano la zona gialla dalla prossima settimana

Incidenza, terapie intensive e ricoveri continuano a crescere e per diverse Regioni torna il rischio zona gialla. Ci potrebbero essere cambi di colore già lunedì 22 novembre.
A cura di Tommaso Coluzzi
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I contagi crescono, l'incidenza schizza verso l'alto e con la quarta ondata torna – sempre più concreto – il rischio zona gialla. Il monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità di venerdì ha deciso che anche oggi – come nei lunedì precedenti – tutta Italia resta in zona bianca, ma guardando i dati delle ultime settimane sembra solo una questione di tempo: i colori potrebbero tornare già dalla prossima settimana. Mentre il governo riflette su come salvare il Natale, le Regioni guardano con grande attenzione i dati che crescono quotidianamente. Per passare in zona gialla bisogna superare tre soglie nei tre indicatori decisionali: incidenza superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti, occupazione delle terapie intensive superiore al 10% e occupazione delle aree mediche superiore al 15%. Tutti e tre i valori devono essere superati contemporaneamente, ma attenzione: l'incidenza è sopra 50 praticamente già ovunque, tanto che a livello nazionale il dato è 78. Per ora la situazione negli ospedali è sotto controllo, ma diverse Regioni sono vicinissime alle soglie della zona gialla e rischiano di finirci già dalla prossima settimana.

I dati su ricoveri e terapie intensive, Regione per Regione

Per capire quali Regioni rischiano la zona gialla bisogna guardare ancora una volta ai dati. Partendo dal presupposto che la maggior parte dell'Italia ha un'incidenza settimanale ben superiore ai 50 casi ogni 100mila abitanti – le uniche Regioni sotto la soglia sono Basilicata, Molise, Puglia e Sardegna – a essere determinanti sono ancora una volta terapie intensive e ricoveri in area medica. I dati Agenas, aggiornati a ieri sera, parlano chiaro:

  • Abruzzo: 6% terapia intensiva, 6% area medica
  • Basilicata: 1% terapia intensiva, 7% area medica
  • Calabria: 5% terapia intensiva, 12% area medica
  • Campania: 4% terapia intensiva, 8% area medica
  • Emilia Romagna: 4% terapia intensiva, 5% area medica
  • Friuli Venezia Giulia: 11% terapia intensiva, 13% area medica
  • Lazio: 7% terapia intensiva, 9% area medica
  • Liguria: 3% terapia intensiva, 5% area medica
  • Lombardia: 3% terapia intensiva, 7% area medica
  • Marche: 8% terapia intensiva, 6% area medica
  • Molise: 3% terapia intensiva, 1% area medica
  • Provincia autonoma di Bolzano: 8% terapia intensiva, 13% area medica
  • Provincia autonoma di Trento: 3% terapia intensiva, 3% area medica
  • Piemonte: 4% terapia intensiva, 5% area medica
  • Puglia: 4% terapia intensiva, 6% area medica
  • Sardegna: 4% terapia intensiva, 3% area medica
  • Sicilia: 6% terapia intensiva, 9% area medica
  • Toscana: 6% terapia intensiva, 5% area medica
  • Umbria: 6% terapia intensiva, 5% area medica
  • Valle d'Aosta: 0% terapia intensiva, 8% area medica
  • Veneto: 6% terapia intensiva, 4% area medica

Le Regioni a rischio zona gialla da lunedì 22 novembre

Come si può vedere dai dati sono diverse le Regioni molto vicine alle soglie della zona gialla, 10% per le terapie intensive e 15% per l'area medica. Nessuno le ha ancora superate, e per questo l'Italia è rimasta in zona bianca, ma già dalla prossima settimana possono esserci delle novità. Tutti gli occhi sono puntati sul Friuli Venezia Giulia, che oltre ad avere un'incidenza che sfiora i 300 casi settimanali per 100mila abitanti, ha superato il limite nelle terapie intensive (11%) ed è vicino a quello delle aree mediche (13%). Se questo valore dovesse superare il 15% entro giovedì, da lunedì prossimo la Regione sarebbe in zona gialla. Ma attenzione anche alla Provincia di Bolzano, dove il livello di incidenza è ancora più alto, ma gli ospedali sono ancora più o meno sotto controllo: 8% in terapia intensiva e 13% in area medica, ma basta poco per superare i due valori limite. In generale gli ospedali si stanno riempiendo un po' in tutte le Regioni: le terapie intensive delle Marche sono all'8%, le aree mediche della Calabria al 12%.

Friuli Venezia Giulia passerà presto in zona gialla e teme la zona arancione

Il presidente del Friuli Venezia Giulia, il leghista Massimiliano Fedriga, è ovviamente il più preoccupato per l'andamento dei contagi nella Regione: "Non possiamo far pagare il prezzo di eventuali nuove chiusure ai vaccinati, che hanno difeso se stessi e gli altri partecipando alla campagna vaccinale", ha detto oggi a Udine. "Siamo a un passo dalla zona gialla e questo è dato dal numero dei ricoveri anche in area medica, molto vicino al 15% – ha confermato Fedriga – Il Friuli Venezia Giulia andrà in zona gialla, ma per fortuna questo prevede misure ancora molto contenute". La paura, per il presidente della Conferenza delle Regioni, è un'altra: "Il passaggio alla zona arancione sarebbe drammatico per l'economia, è una cosa che non possiamo e non dobbiamo permettere".

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