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Covid 19

Quali Regioni potrebbero passare in zona gialla e quali resteranno in arancione e non riapriranno

Da lunedì 26 aprile la metà delle Regioni e delle Province autonome italiane potrebbe tornare in zona gialla, con le conseguenti riaperture previste dall’ultimo decreto Covid. Il cambio di colore avverrà dopo il monitoraggio settimanale che verrà pubblicato, come di consueto, il venerdì. Qualche territorio, invece, dovrebbe restare tra zona arancione e zona rossa, non potendo così riaprire bar, ristoranti, cinema, teatri, musei e tante altre attività.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dalla prossima settimana gran parte d’Italia potrebbe tornare in zona gialla. Che vuol dire riapertura di bar e ristoranti (all’aperto), di musei, cinema e teatri e anche ritorno dello sport di contatto come il calcetto. Per sapere quali territori potranno entrare in una fascia di colore migliore rispetto a quella attuale bisognerà attendere il monitoraggio settimanale che verrà pubblicato venerdì e le conseguenti ordinanze del ministro della Salute, Roberto Speranza. In attesa della conferma riguardante ogni singola Regione, sembra quasi certo il passaggio in zona gialla da lunedì 26 aprile per più della metà della popolazione italiana. La zona gialla torna da questa data secondo quanto previsto dall’ultimo decreto Covid, approvato in Consiglio dei ministri. A sperare nella zona gialla sono la maggior parte delle Regioni del Centro e del Nord, mentre è probabile una permanenza tra arancione e rosso per buona parte del Sud, a cui si aggiunge la Valle d’Aosta, probabilmente destinata a restare nella fascia che implica più restrizioni.

Quali Regioni potrebbero passare in zona gialla

Per entrare in zona gialla le Regioni devono, innanzitutto, aver avuto una permanenza di almeno due settimane in fascia arancione: questo criterio esclude la Campania, entrata in arancione solamente in questa settimana. Inoltre il passaggio in zona gialla deve essere supportato da due settimane consecutive di dati positivi sul contagio e sui 21 parametri utilizzati: in particolare l’indice Rt deve attestarsi sotto 1 e i il rischio complessivo deve essere basso o moderato. Sono certe di questi parametri – sulla base dei dati del monitoraggio della scorsa settimana, quindi suscettibili di cambiamenti – Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Bolzano, Trento, Umbria e Veneto. In tutti questi territori l’indice Rt è sotto 1 e il rischio è basso o moderato. Alla lista si potrebbe aggiungere il Molise, che ha Rt sotto 1 ma rischio moderato con alta probabilità di progressione, motivo per cui resta in bilico.

Più difficile che possano passare in zona gialla Calabria e Sicilia, che hanno dato più critici. La Calabria ha sì un Rt sotto 1, ma un rischio complessivo alto; la Sicilia, invece, registra un Rt superiore a 1. Intorno al valore di 1 c’è anche la Liguria, che in caso di miglioramento dei dati può ancora sperare nella zona gialla. Più lontana, invece, per la Basilicata, dove l’Rt era leggermente superiore a 1 la scorsa settimana. In bilico anche la Toscana, dove l’indice Rt è intorno al valore soglia di 1 ma il rischio complessivo non è così basso e i dati della scorsa settimana non danno quindi la certezza di un passaggio in giallo. In ogni caso per tutte le Regioni e le Province autonome non ci sono certezze, considerando che le incognite restano molte, a partire dall’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, sopra la soglia del 30% in buona parte di questi territori.

Le riaperture e le regole in zona gialla

Il passaggio in zona gialla comporta una serie di riaperture, a partire dai bar e dai ristoranti all’aperto, che potranno riprendere le loro attività a pranzo e a cena. La zona gialla consente anche di tornare agli spostamenti tra Regioni: se entrambe si trovano in zona gialla non ci sono limitazioni, se una delle due si trova in zona arancione o rossa è invece necessario ricorrere al pass verde quando non si tratti di motivi di lavoro, urgenza o salute. In zona gialla riprendono anche gli sport di contatto all’aperto, come calcetto e basket. Riaprono cinema e teatri, ma anche i musei e le mostre. Novità ci saranno anche dal primo maggio, quando si potrà tornare a far visita a parenti e amici anche al di fuori del proprio comune (in zona arancione, invece, non si potrà oltrepassare questo limite), con spostamenti verso le abitazioni private previsti per un massimo di 4 persone. Dal 15 maggio riapriranno anche le piscine all’aperto e dal primo giugno le palestre.

Quali Regioni dovrebbero restare in zona arancione e rossa

Come detto, in zona arancione dovrebbero restare Calabria, Campania e Sicilia. Mentre al momento in zona rossa ci sono Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta. Solo la Puglia, però, sembra poter sperare in un ritorno in zona arancione: la scorsa settimana il suo Rt era inferiore a 1, ma l’incidenza dei casi settimanali si attestava a 261 contagi ogni 100mila abitanti, al di sopra della soglia massima – per cui si è in zona rossa in automatico – dei 250 casi. Motivo per cui anche per la Puglia la possibilità di restare in zona rossa è comunque concreta e bisognerà attendere gli ultimi dati per capire cosa succederà. Quasi certa la permanenza in rosso per Sardegna (qui l’Rt era ben al di sopra del limite massimo di 1,25) e Valle d’Aosta (dove l’incidenza dei casi della scorsa settimana superava di gran lunga la soglia con 319 casi ogni 100mila abitanti).

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