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Opinioni

Perfino ChatGPT ha scritto un comunicato migliore di quello dell’ad Rai Sergio su Israele

Al Festival di Sanremo Dargen D’Amico ha chiesto il cessate il fuoco, Ghali ha pronunciato la frase “stop al genocidio!”, attirando le critiche dell’ambasciatore israeliano e il comunicato letto da Mara Venier a Domenica In. Abbiamo chiesto all’assistente virtuale di OpenAI come gestire al meglio un caso simile.
A cura di Roberta Covelli
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Sanremo si è concluso da qualche giorno, ma strascichi e polemiche continuano a tenere banco, e non riguardano solo la musica. Ad aver preoccupato la dirigenza Rai, al punto da far leggere a Mara Venier un comunicato dell’amministratore delegato Roberto Sergio, non è stata infatti la vittoria di Angelina Mango, né il ruolo del televoto o il rapporto tra Napoli e Geolier, quanto piuttosto le esternazioni in diretta di Ghali e Dargen D'Amico sulla situazione umanitaria a Gaza, ennesimo capitolo tragico del conflitto israelo-palestinese. Era davvero il caso che la Rai intervenisse con dichiarazioni sulle frasi pronunciate dai due cantanti? Abbiamo provato a chiederlo a ChatGPT e l’intelligenza artificiale ha spiegato che, sì, la televisione pubblica avrebbe dovuto emettere un comunicato con dichiarazioni ufficiali. Il contenuto, però, sarebbe dovuto essere a sostegno degli artisti per la pace.

L’esperimento con ChatGPT: anonimizzare lo scenario per interpretazioni genuine

Per chiedere consiglio a ChatGPT dobbiamo fornire delle informazioni di contesto. Per evitare condizionamenti, abbiamo anonimizzato lo scenario, limitando la ricostruzione a pochi dati, senza attribuire responsabilità: due popoli vivono sullo stesso territorio, i rapporti sono di costante conflitto con violenze e rappresaglie. Un giorno un gruppo di appartenenti di uno dei due popoli attacca a sorpresa l’altro, uccidendo in poche ore 1200 persone, soprattutto civili, e sequestrando 250 ostaggi. In reazione, il governo del popolo che ha subìto questa violenza ordina un attacco aereo, che dura da quattro mesi e che ha ucciso più di 28.000 persone, soprattutto civili.

Chiarito lo scenario bellico, spostiamo l'immaginazione in un Paese terzo democratico. In questo paese ogni anno si tiene un festival della canzone, trasmesso sulla televisione pubblica e guardato da diversi milioni di telespettatori. In questa kermesse, due partecipanti decidono di mandare un messaggio dopo la propria esibizione: un cantante pronuncia la frase "cessate il fuoco", un altro artista pronuncia la frase "stop al genocidio".

Le dichiarazioni di Dargen D'Amico e di Ghali al Festival di Sanremo

Le informazioni che diamo a ChatGPT, oltre a riguardare l’attentato di Hamas del 7 ottobre 2023 e i bombardamenti ordinati da Israele contro Gaza (e ora Rafah), si riferiscono a quanto accaduto a Sanremo, e in particolare alle esternazioni di Dargen D’Amico e di Ghali.

Il primo, in gara con la canzone Onda alta, già dalla prima serata aveva ricordato che "ci sono bambini sotto le bombe, senza acqua, senza cibo. Il nostro silenzio è corresponsabilità: la storia e Dio non accettano scena muta. Cessate il fuoco". Le parole di Dargen non erano previste, ma Amadeus, in conferenza stampa, ha dichiarato di condividerne il significato. Due giorni dopo, Dargen ha nuovamente chiesto di dire qualcosa dopo il suo brano, ribadendo il messaggio: "Cessate il fuoco".

La vicenda di Ghali ha invece provocato più polemiche, anche se, prima della finale, il cantautore si era limitato a interpretare il suo brano in gara, Casa mia. Già dopo la prima serata del festival, però, il presidente della Comunità ebraica di Milano si era scagliato contro il testo di Ghali, sostenendo che si trattasse di propaganda antiisraeliana. Sotto accusa, a quanto pare, questi versi:

Ma, come fate a dire che qui è tutto normale

Per tracciare un confine

Con linee immaginarie bombardate un ospedale

Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane

Non c’è mai pace

La sera della finale, poi, dopo aver ringraziato il team, la mamma e Baggio, il suo quartiere, Ghali ha interpellato l’alieno Rich Ciolino pronunciando la frase "Stop al genocidio". Il messaggio mandato in diretta era sparito dalla clip sul sito di RaiPlay, per essere poi reintegrato nel giro di un’ora.

L'indomani, probabilmente riferendosi a Ghali, l’ambasciatore israeliano Alon Bar si è scagliato contro Sanremo, reputando inaccettabile usare il palco dell’Ariston per diffondere odio e propaganda. Poco dopo arriva la dichiarazione dell'amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, letta in diretta da Mara Venier a Domenica In.

Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica è sentita e convinta.

Se ChatGPT fosse ad della Rai, come risponderebbe a Ghali e Dargen?

Abbiamo allora chiesto prima di tutto a ChatGPT come interpretare i messaggi di Ghali e Dargen D’Amico, chiedendo in particolare se potessero essere considerati messaggi di odio. La risposta dell’intelligenza artificiale è chiara e, dopo aver spiegato letteralmente il significato di "Cessate il fuoco" e di "Stop al genocidio", ChatGPT aggiunge:

Nonostante entrambe le frasi siano forti e impegnate, non trasmettono necessariamente odio verso qualcuno. Esprimono piuttosto un appello per la pace, la cessazione della violenza e il rispetto dei diritti umani, valori che sono fondamentali in una società democratica basata sul rispetto reciproco e sulla ricerca della giustizia.

Tenendo conto dello scenario bellico che ha già causato 30.000 morti, quasi tutti civili, chiediamo a ChatGPT se, davanti alle dichiarazioni dei due artisti in gara, un intervento dell'amministratore delegato della Rai sia necessario? L'intelligenza artificiale risponde di sì, ma il contenuto proposto da ChatGPT è diversissimo da quel che si legge nel comunicato dell'ad Sergio.

L'assistente virtuale spiega infatti che l'intervento della Rai dovrebbe prima di tutto "riflettere l'impegno della televisione pubblica nei confronti dei valori democratici, dei diritti umani e della promozione della pace". Per farlo, il comunicato dovrebbe contenere diversi elementi.

Primo, la conferma del rispetto della libertà di espressione. Secondo, la ferma condanna della violenza e di qualsiasi atto che possa essere considerato come genocidio. Terzo, l'appello alla responsabilità degli artisti e dei media nel promuovere messaggi costruttivi e pacifici.

Essenziale risulta inoltre l'impegno per la ricerca della verità e dell'equilibrio informativo: secondo ChatGPT "la dichiarazione dovrebbe ribadire l'impegno della televisione pubblica a fornire una copertura equilibrata e accurata dei conflitti e a promuovere la comprensione reciproca tra le parti coinvolte". E, nell'emettere un comunicato stampa simile, sarebbe anche opportuno che la televisione pubblica avviasse un dibattito "per discutere in modo approfondito le questioni sollevate durante il festival della canzone, coinvolgendo esperti, rappresentanti delle comunità interessate e il pubblico in generale". Questo approfondimento potrebbe "favorire una maggiore consapevolezza e un dialogo costruttivo sulla situazione bellica ipotizzata e sui valori democratici e umanitari che devono essere difesi".

La risposta della Rai, nel comunicato del suo amministratore delegato, è invece stata unilaterale: invece di riconoscere la tragedia dei civili in guerra, mostra empatia verso le sole vittime israeliane, ignorando quelle palestinesi, e chiosa anzi dichiarando aperto sostegno a una sola delle parti in conflitto.

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Nata nel 1992 in provincia di Milano. Si è laureata in giurisprudenza con una tesi su Danilo Dolci e il diritto al lavoro, grazie alla quale ha vinto il premio Angiolino Acquisti Cultura della Pace e il premio Matteotti. Ora è assegnista di ricerca in diritto del lavoro. È autrice dei libri Potere forte. Attualità della nonviolenza (effequ, 2019) e Argomentare è diabolico. Retorica e fallacie nella comunicazione (effequ, 2022).
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