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Perché sul meccanismo di ripartizione dei migranti in Ue non c’è ancora un accordo

La soluzione del caso della Ocean Viking non ha sancito ancora la nascita di un meccanismo automatico di redistribuzione tra i Paesi Ue. Il piano temporaneo di ripartizione dovrebbe essere discusso il prossimo 23 settembre a Malta, al vertice dei ministri dell’Interno di Francia, Germania, Italia, Spagna, Finlandia (in qualità di presidenza di turno del Consiglio Ue). Ma i negoziati sono ancora aperti.
A cura di Annalisa Cangemi
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La vicenda della Ocean Viking si è risolta con lo sbarco delle 82 persone a bordo, avvenuto sabato notte. La nave delle ong Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere è ripartita per la sua missione nel Mediterraneo centrale per riprendere le operazioni di ricerca e soccorso. In questo caso in Italia sono rimaste solo 24 persone che erano state salvate dall'imbarcazione umanitaria.

La Germania ha accolto 24 migranti, otto sono stati trasferiti in Portogallo e infine due in Lussemburgo. Anche la Francia, come promesso, ha fatto la sua parte: sono stati accolti a Lille i 26 richiedenti asilo tra i 18 e i 27 anni a cui il governo del presidente Emmanuel Macron ha aperto le porte nel quadro dell'accordo di ripartizione dei migranti tra i Paesi Ue: "Tre settimane dopo l'arrivo a Lille di 24 richiedenti asilo della nave Alan Kurdi, abbiamo accolto alla fine della scorsa settimana, 26 altri giovani tra i 18 e i 27 anni (…) raccolti dall'equipaggio dell'Ocean Viking giunto qualche giorno fa a Lampedusa, non senza difficoltà", ha detto la sindaca di Lille, ed ex ministra, Martine Aubry.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nel commentare la scelta dell'Italia di assegnare un porto alla nave (quello di Lampedusa), ha assicurato che "adesso si sono creati dei meccanismi nuovi, degli automatismi anche, che ci permettono di fare in modo che gli stranieri in Italia vengano redistribuiti negli altri paesi europei". Ma in realtà una soluzione condivisa da tutti, che vincoli ogni Stato ad accogliere una quota di migranti prestabilita in attesa di una riforma più organica del trattato di Dublino, ancora non c'è, ed è presto per cantare vittoria.

Il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert, in conferenza stampa a Berlino, nel rispondere ad una domanda in vista del prossimo incontro dei ministri dell'Interno a Malta, previsto per il prossimo 23 settembre a La Valletta, al quale presenzieranno i rappresentati di Francia, Germania, Italia, Spagna, Finlandia (in qualità di presidenza di turno del Consiglio Ue) e della Commissione europea, ha detto: "L'Europa ha bisogno di un accordo affidabile sul modo in cui gli sbarchi devono e possono essere gestiti nello spirito della solidarietà europea e lo chiediamo da molto tempo". La speranza è che al summit si arrivi almeno con un pre-accordo. Se le richieste degli Stati che stanno negoziando non si allineeranno, l'incontro del 23 rischia di essere un flop, e di trasformarsi solo in un ulteriore momento di confronto, in vista del Consiglio Affari interni dell'Ue di ottobre.

Cosa chiederà l'Italia al vertice di Malta

Fonti europee hanno spiegato che le posizioni degli Stati che stanno trattando sono ancora lontane. Il braccio di ferro è soprattutto sul luogo di sbarco delle persone salvate in mare, e sullo "status dei migranti" che dovrebbero essere suddivisi tra i Paesi Ue. L'Italia chiede la rotazione dei porti e preme perché vengano distribuiti tutti i migranti sbarcati (senza distinzione tra probabili beneficiari di asilo e no). Una richiesta che sovvertirebbe anche uno dei principi su cui si basa l'attuale trattato di Dublino, che prevede l'onere per il Paese di primo ingresso.

Secondo la Francia, invece le navi devono sbarcare i migranti nel porto sicuro più vicino; Parigi inoltre vorrebbe che i Paesi di primo ingresso effettuassero anche un "primo studio" della situazione dei migranti prima del loro trasferimento.

L'attacco della Lega

I senatori del Carroccio Paolo Arrigoni, Toni Iwobi e Cristiano Zuliani, hanno presentato un'interrogazione al presidente del Consiglio Conte per chiedere spiegazioni sull'accordo temporaneo di redistribuzione dei migranti, giudicato dai leghisti "una vera e propria svendita del nostro Paese in tema di contrasto dell'immigrazione clandestina", che avrebbe come unico esito quello di intensificare gli sbarchi irregolari.

"A quanto si apprende, il Piano è una resa, meschinamente spacciata come accordo ragionato e ponderato da questo esecutivo improbabile, alle prerogative franco-tedesche. Se venissero, difatti, confermate le anticipazioni circolate a mezzo stampa, si introdurrebbe un meccanismo automatico di distribuzione per quote stabilite dei migranti irregolari salvati dalle ong, che Italia e Malta dovrebbero nel frattempo sempre accogliere in quanto in possesso dei cosiddetti ‘porti sicuri'".

"E la Spagna? E la Grecia? – si domandando i senatori – Per quale motivo non si includono gli altri paesi europei che dispongono di porti altrettanto capaci di espletare le fasi dell'accoglienza? Così disponendo, in pratica, i migranti sbarcherebbero nei porti italiani e maltesi, dove sarebbero accolti ed accuditi per un mese a partire dall'avvenuto sbarco, in attesa della loro successiva ricollocazione in altro paese dell'Unione Europea, secondo uno schema che effettivamente renderebbe permanente la procedura emergenziale utilizzata in occasione degli ultimi sbarchi autorizzati in Italia".

"Risulta poi inaccettabile l'indicazione di Francia e Germania secondo la quale i due paesi si impegnerebbero ad assorbire il 25% degli irregolari sbarcati, ma parrebbe esclusivamente di quelli che risulterebbero ‘rifugiati', lasciando i migranti economici, che costituiscono la maggior percentuale, sulle spalle dell'Italia come successo in passato".

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