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Perché Pier Silvio Berlusconi non parteciperà al trentennale della nascita di Forza Italia

Non c’è nessuna rottura tra Pier Silvio Berlusconi e Antonio Tajani, anzi: la mancata partecipazione del figlio del fondatore ai festeggiamenti per il trentennale di Forza Italia, sarebbe da leggere come un passo indietro del manager, che non vuole alimentare voci su una sua possibile candidatura.
A cura di Tommaso Coluzzi
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A trent'anni dalla discesa in campo del padre, non è ancora tempo di quella del figlio. Ma la sensazione – a guardarla da fuori – è che qualcuno si mantenga più lontano possibile dal fuoco, per non scottarsi. O peggio, per non bruciarsi. La linea che arriva da fonti autorevoli del partito – parlando con Fanpage.it – è chiara: non c'è nessun allontanamento di Pier Silvio Berlusconi da Forza Italia, né tantomeno dall'attuale leader. "La non partecipazione" del manager al trentennale del partito "non è segno di un distacco o di mancanza di calore con Tajani, al contrario", spiegano le fonti. L’unica motivazione è "la volontà di non alimentare inutilmente voci che in questo momento potrebbero sembrare inopportune".

Le voci in questione, è inutile girarci intorno, sono quelle su una possibile discesa in campo di Pier Silvio. Smentite le tensioni con Tajani – su cui è arrivata anche una rassicurante velina alle agenzie nel pomeriggio, firmata da fonti vicine alla famiglia, in cui veniva garantito che i Berlusconi continueranno a sostenere economicamente Forza Italia – per il secondo figlio del Cavaliere torna la calma apparente di questi mesi.

Pier Silvio non avrebbe intenzione di entrare in politica a breve: "La politica è un mestiere serio, non è che dall'oggi al domani uno fa politica così e non riterrei giusto dire, per quello che è successo, ok ora scendo in politica – disse alla presentazione dei palinsesti Mediaset – Poi non penso che sia giusto lasciare le cose a metà: oggi Mediaset sta crescendo tantissimo, credo che io debba rimanere a qui a fare il mio mestiere". Tutto vero, ma nemmeno negò in maniera assoluta che la discesa in campo fosse una possibilità. Scherzò anche sulla questione dell'età, ricordando che il padre aveva 58 anni quando decise di candidarsi, e lui invece ne ha ancora 54.

Non che ci siano anni magici per candidarsi, s'intende, ma l'occasione in questo momento sembra particolarmente ghiotta: Forza Italia, al netto di ciò che si può pensare dell'esperto Tajani, manca di una leadership forte in grado di tenere il passo di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ma soprattutto il Congresso di fine febbraio si preannuncia senza candidati veri. L'unica scelta possibile sarà confermare il segretario attuale, con un orizzonte – quello delle europee – che può segnare il destino di Forza Italia. Certo, salvo sorprese.

Anche perché, va bene non voler interferire con gli affari di partito, ma la distanza tenuta da Pier Silvio Berlusconi sembra talmente marcata da diventare sospetta e alimentare un dubbio. Lo stesso dubbio che, forse, lo tiene sveglio la notte. Come il padre, trent'anni fa.

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