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Perché eliminare i brevetti sui vaccini anti-Covid potrebbe salvare decine di migliaia di vite

Sono circa 100 i Paesi in via di sviluppo che chiedono di superare il regime attuale di monopolio che i colossi farmaceutici detengono sui vaccini anti-Covid per aumentare la produzione mondiale e avviare così la distribuzione di massa nei Paesi più poveri. Se venisse sospesa la proprietà intellettuale dei vaccini, molti più Paesi potrebbero produrre i vaccini, intensificando così la risposta a un virus che ha fatto oltre due milioni e mezzo di morti al mondo.
A cura di Annalisa Girardi
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Non tutti i Paesi possono proteggersi contro il coronavirus allo stesso modo. È passato un anno dallo scoppio della pandemia e da ormai diversi mesi i governi hanno iniziato la campagna vaccinale per immunizzare la popolazione e trovare così una via d'uscita all'emergenza: ma non tutti hanno lo stesso accesso a vaccini e cure e il divario tra Paesi ricchi e poveri si fa oggi più esplicito che mai. È la denuncia di Oxfam ed Emergency, membri della People's Vaccine Alliance, lanciata oggi in occasione dell'incontro previsto oggi nell'Organizzazione mondiale del commercio. Una riunione in cui siedono da un lato Paesi come quelli dell'Unione europea, insieme a Stati Uniti e Regno Unito e dall'altro circa 100 Paesi in via di sviluppo che chiedono di superare il regime attuale di monopolio che i colossi farmaceutici detengono sui vaccini e in questo modo aumentare la produzione mondiale per avviare la distribuzione di massa nei Paesi più poveri.

Ad un anno dallo scoppio della pandemia, le diseguaglianze tra i Paesi sono più drammatiche che mai. Se le nazioni più ricche nell'ultimo mese sono state in grado di vaccinare in media una persona al secondo, la stragrande maggioranza di quelli in via di sviluppo non è ancora riuscita a somministrare una singola dose. D'altronde, segnala Oxfam, anche tra gli Stati più ricchi ci sono evidenti differenze, con Washington che vaccina circa 35 persone al secondo mentre l'Italia solo 2.

La campagna vaccinale procede a fatica nei Paesi più poveri

Nei Paesi in via di sviluppo la situazione rischia di essere catastrofica. Secondo le stime di Oxfam negli Stati a basso reddito nel primo semestre dell'anno, grazie al sistema Covax che partirà nelle prossime settimane, si riuscirà a vaccinare solo il 3% della popolazione. Entro la fine del 2021 si dovrebbe arrivare al 20%. A pagare il prezzo più caro di questo profondo divario, come sempre, saranno i Paesi più poveri. Il report di Oxfam cita Paesi già distrutti da guerre e crisi climatica, come il Sud Sudan, lo Yemen o il Malawi, dove mancano le strutture sanitarie e gli strumenti di protezione necessari per contrastare l'emergenza. Senza i vaccini e con le varianti del virus che si stanno diffondendo rapidamente, in questi luoghi i contagi stanno aumentando esponenzialmente.

Come funzionano i monopoli dei colossi farmaceutici

Il sistema di monopoli con cui operano le farmaceutiche, di fatto, non fa che aumentare delle diseguaglianze profondissime a livello globale. Lo fa limitando e circoscrivendo la produzione dei vaccini attraverso dei brevetti esclusivi. Ma ora sono quasi un milione le firme raccolte da People’s Vaccine Alliance per chiedere ai Paesi più ricchi di non proteggere più il monopolio delle Big Pharma che mettono il profitto davanti alla salute. Quello che si chiede all'Organizzazione mondiale del commercio è che venga sospesa la proprietà intellettuale dei vaccini che attualmente è regolata dall'Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale (TRIPs). In questo modo più Paesi potrebbero produrre i vaccini, intensificando così la risposta a un virus che ha fatto oltre due milioni e mezzo di morti al mondo.

Aumentare la produzione dei vaccini salverebbe vite umane

I colossi del farmaco hanno beneficiato di ingenti aiuti pubblici (oltre 100 miliardi di dollari in finanziamenti alla ricerca per lo sviluppo dei vaccini anti-Covid secondo Oxfam), ma ora detengono il monopolio della produzione dei vaccini, che assicura un profitto considerevole. Si calcola che solo Pfizer, Moderna e AstraZeneca guadagneranno circa 30 miliardi di dollari. Se invece condividessero tecnologia e know how in pochi mesi si potrebbe aumentare la produzione dei vaccini. Dando alla campagna di immunizzazione contro il coronavirus la spinta di cui avrebbe bisogno, salvando moltissime vite umane.

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