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Elezione del Presidente della Repubblica 2022

Per Letta senza unità sul Quirinale il governo cade, i partiti temono gli assenti al voto

Mentre si valutano le misure anti contagio durante l’elezione del presidente della Repubblica, che vedrà riuniti 1.008 Grandi Elettori, i partiti iniziano anche a temere il fattore assenze. Intanto, un’intesa sul nome all’interno della maggioranza continua a mancare.
A cura di Annalisa Girardi
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Si avvicina sempre più l'elezione del presidente della Repubblica. Il 4 gennaio il presidente della Camera, Roberto Fico, convocherà i due rami del Parlamento in seduta comune. Alle votazioni parteciperanno anche i grandi elettori: in totale 1.008 persone. E mentre si pensa alle misure di sicurezza per evitare i contagi, vista la delicata fase della pandemia che il nostro Paese sta attraversando, i partiti iniziano anche a temere il fattore assenze. Tra l'isolamento dei positivi e le quarantene di chi ha avuto contatti, c'è il rischio che alcuni parlamentari non possano presentarsi al voto. "400 deputati su 630 presenti per il voto sulla legge di Bilancio anche a causa della variante Omicron. Qualcuno che può decidere sta pensando a come eleggere il Presidente in modo regolare e razionale?", ha commentato il deputato del Partito democratico Stefano Ceccanti.

Che, nei giorni scorsi, aveva appunto proposto il voto da remoto per l'elezione del presidente della Repubblica. E oggi è tornato sul tema alla luce del grande numero di assenti per il via libera definito della manovra alla Camera. Questa mattina, infatti, escludendo i 7 deputati in missione, ben 156 scranni sono rimasti vuoti. In totale circa 1oo dei deputati assenti erano dell'area di maggioranza.

Insomma, la questione dei numeri, già di per sé complicata, rischia di diventare un'incognita ancora più grande se consideriamo anche tutte le possibili assenze da isolamenti e quarantene. Ad ogni modo, per ora, i partiti sarebbero ancora distanti dall'aver raggiunto un'intesa comune. "Il governo è sostenuto dal 90% delle forze parlamentari, sarebbe totalmente contraddittorio restringere il campo. Ci può essere una maggioranza più larga, non più stretta, altrimenti il governo cadrebbe", ha commentato il segretario dem, Enrico Letta, in un'intervista con Repubblica. "C'è bisogno di una larghissima maggioranza, un capo dello Stato non divisivo e non eletto sul filo dei voti", ha quindi aggiunto.

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