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Palazzotto: “Visita di Lamorgese in Libia un errore, governo in piena continuità con i precedenti”

In un’intervista a Fanpage.it il deputato di Leu Erasmo Palazzotto ha criticato apertamente la ministra dell’Interno Lamorgese, che ieri è volata a Tripoli per incontrare il presidente del Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale Fayez Al-Sarraj e altri esponenti del governo: “Penso che sia la dimostrazione dell’incapacità di questo governo di gestire i flussi migratori”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La visita della ministra dell'Interno Lamorgese in Libia è stata "un errore". Non usa giri di parole il deputato Erasmo Palazzotto, che in un'intervista a Fanpage.it critica la scelta della titolare del Viminale di volare a Tripoli per incontrare il presidente del Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale, Fayez Al-Sarraj, e discutere degli sviluppi della situazione in Libia e di cooperazione su sicurezza e lotta alla tratta di esseri umani. L'incontro è avvenuto nello stesso giorno in cui la Camera ha dato il via libera al rifinanziamento delle missioni internazionali, compresa quella in Libia, dove la cosiddetta Guardia Costiera riceverà ancora risorse per formazione e addestramento.

"Io penso che la visita della ministra Lamorgese in Libia sia un errore – ha dichiarato Palazzotto – È il pilota automatico innescato dalla politica, che pensa che l'unica modalità di gestione dei flussi migratori sia l'esternalizzazione delle frontiere. Penso che sia la dimostrazione dell'incapacità di questo governo di gestire i flussi migratori".

"È sbagliato dichiarare, come ha fatto la ministra ieri, che il modello da seguire, è quello della Turchia. Se l'Europa pensa che la Turchia possa essere un modello sul piano della democrazia e dei diritti umani ci troviamo davanti al tramonto della civiltà europea. Dovremmo avere invece il coraggio di stabilire un modello europeo per la gestione dell'immigrazione, che rispetti soprattutto le convezioni internazionali. E non pensare invece di fare accordi con paesi, come la Libia o come la Turchia, dove i diritti umani vengono calpestati, lasciando quindi che facciano loro il lavoro sporco al posto nostro. Dobbiamo assumerci la responsabilità oggi di evacuare i campi in Libia, non di ‘gestirli meglio'. Invece oggi cosa facciamo? Andiamo in Libia a stringere accordi, affinché quelle persone possano rimanere in quell'inferno".

"Pretendo in quanto rappresentante di questa maggioranza che dentro la maggioranza si apra un dibattito serio e si mettano in discussione queste politiche. Perché su questo punto specifico nel programma di governo c'era scritto che bisognava attuare una discontinuità. Ad oggi siamo in perfetta continuità con il governo precedente e con le politiche degli ultimi 20 anni", ha aggiunto il deputato di Leu.

Dalla trasferta è emerso l'impegno del governo italiano a collaborare con Tripoli per "una nuova e più stringente tabella di marcia", volta a prevenire l'immigrazione irregolare. E in questo quadro, ha sottolineato ieri il Viminale in una nota, "è stata ribadita, anche a livello bilaterale, l'esigenza di gestire il controllo delle frontiere e i flussi dell'immigrazione irregolare sempre nel rispetto dei diritti umani e della salvaguardia delle vite in mare e in terra".

Lamorgese ha inoltre "confermato l'orientamento già espresso dal governo italiano secondo il quale, seppure con le dovute distinzioni di contesto, l'impegno profuso dall'Unione europea nell'ambito dell'accordo con la Turchia possa e debba essere replicato anche nel quadrante del Mediterraneo centrale, interessato, come quello orientale, da consistenti flussi migratori". Non si registra quindi nessun segnale tangibile di cambiamento rispetto ai governi precedenti.

Il voto alla Camera sulle missioni internazionali ha mostrato una maggioranza spaccata: i sì al rinnovo del supporto alla Guardia costiera libica sono stati 401 (206 deputati della maggioranza e 195 delle opposizioni; 23 deputati (Leu in testa) hanno votato contro e i 30 deputati di Italia viva non hanno partecipato al voto. Ma il dato politico è che il Partito Democratico ha votato insieme a Lega e M5s, nonostante non più tardi di un anno fa il Pd uscì dall'aula per protesta, sostenendo che non poteva esserci una proroga della missione italiana in Libia. Non solo: all'ultima assemblea nazionale del Pd era stato approvato all'unanimità un ordine del giorno con cui i dem si ripromettevano di non sostenere più il rifinanziamento alla Guardia costiera libica.

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