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Nuovo Dpcm Draghi: i negozi che vendono bevande da asporto potranno restare aperti, ma non pub e bar

Nel nuovo Dpcm, il primo firmato da Mario Draghi, torna la possibilità di vendere bevande da asporto dopo le 18, ma non per pub, bar, birrerie e caffetterie. La novità sarà valida dal 6 marzo in qualsiasi zona, gialla, arancione e rossa, e riguarderà gli “esercizi di commercio al dettaglio di bevande”, principalmente enoteche, identificate con il codice ATECO 47.25.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Sembrava che pub e bar potessero tornare a vendere bevande d'asporto dopo le 18, ma non sarà così. La novità è stata inserita nel nuovo Dpcm appena firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, che entrerà in vigore il 6 marzo e sarà valido fino al 6 aprile, comprese le vacanze di Pasqua. Oltre alle novità sulle scuole, chiuse in zona rossa e nelle altre zone in caso di incidenza superiore ai 250 contagiati su 100mila abitanti in sette giorni, sui cinema e teatri, che riapriranno a fine marzo in zona gialla, e sui parrucchieri e barbieri chiusi in zona rossa, spunta anche l'eliminazione del divieto di asporto dalle 18 in poi per i locali che vendono solo bevande.

Nel comunicato diramato da Palazzo Chigi si legge: "In tutte le zone è stato eliminato il divieto di asporto dopo le ore 18 per gli esercizi di commercio al dettaglio di bevande da non consumarsi sul posto". In un primo momento sembrava che questo punto si riferisse a pub e bar, ma non è così. Una nota di Palazzo Chigi ha chiarito la questione: "A proposito delle notizie di stampa riguardanti la disciplina delle ‘attività dei servizi di ristorazione' in relazione all’asporto, si precisa che è rimasto il divieto di asporto per le attività dei bar (codice ATECO 56.3) dopo le 18, come per gli altri esercizi commerciali della stessa tipologia. Viene consentito ora l’asporto solo fino alle 22 dalle enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25). Resta, ovviamente, vietato il consumo sul posto". In sostanza niente da fare per pub, bar, caffetterie e birrerie. La nuova regola varrà solo per gli "esercizi di commercio al dettaglio di bevande", principalmente enoteche, identificate con il codice ATECO 47.25.

Resta la decisione presa dal governo Conte due per quella che venne chiamata "stretta alla movida". La scelta fu presa perché non sempre chi comprava bevande da asporto in pub e bar si spostava per consumarle, creando, a volte, degli assembramenti davanti o intorno ai locali, indipendentemente dalla volontà degli esercenti.

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