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Nordio salva Donzelli: “Non ha violato alcun segreto, documento era solo a divulgazione limitata”

Le informazioni rivelate da Donzelli in Aula sul caso Cospito erano contenute in documenti non coperti da segreto. Lo dice il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. L’opposizione sostiene però che il Dap abbia messo in chiaro che si trattasse di dati che non potessero essere rivelati.
A cura di Annalisa Girardi
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Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, alla fine è corso in soccorso a Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d'Italia che in Aula aveva rilevato alcune informazioni sulle conversazioni di Alfredo Cospito in carcere, contenute in documenti sensibili. Nessuna violazione del segreto di Stato, ha precisato il Guardasigilli, anche se solo ieri si era rifiutato di rispondere per rispetto del lavoro della Procura di Roma, che aveva aperto un'indagine. "La comparazione tra le dichiarazioni rilasciate dall'onorevole Giovanni Donzelli e la documentazione in atti disvela che l'affermazione testuale dell'onorevole – ‘dai documenti che sono presenti al ministero della giustizia' – è da riferirsi ad una scheda di sintesi del Nic non coperta da segreto. Non risultano apposizioni formali di segretezza e neppure ulteriori diverse classificazioni sulla scheda", fa ora sapere Nordio in una nota.

Nordio dice che i documenti rivelati da Donzelli non fossero coperti da segreto

Insomma, i documenti in questione non sarebbero stati coperti da segreto. Ma, semplicemente, sarebbero a divulgazione limitata: "Quanto al contenuto dei colloqui tra i detenuti Cospito ed altri, riferiti dall'onorevole Donzelli, non sono stati oggetto di un'attività di intercettazione ma frutto di mera attività di vigilanza amministrativa. In conclusione, la natura del documento non rileva e disvela contenuti sottoposti al segreto investigativo o rientranti nella disciplina degli atti classificati. Per altro la rilevata apposizione della dicitura ‘limitata divulgazione', presente sulla nota di trasmissione della scheda, rappresenta una formulazione che esula dalla materia del segreto di Stato e dalle classifiche di segretezza, disciplinate dalla legge 124/07 e dai Dpcm di attuazione ed esclude che la trasmissione sia assimilabile ad un atto classificato, trattandosi di una mera prassi amministrativa interna in uso al DAP a partire dall'anno 2019, non disciplinata a livello di normazione primaria. Tutta la documentazione idonea a spiegare queste conclusioni sarà illustrata in dettaglio, quando le Camere riterranno opportuno".

L'opposizione chiede le dimissioni di Donzelli: "Dap ha chiarito che informazioni non potevano essere divulgate"

Diversi esponenti del Partito democratico, però, sostengono che il Dap, il Dipartimento amministrazione penitenziaria, abbia messo nero su bianco in via formale che le intercettazioni rese note da Donzelli in Parlamento sono "dati non divulgabili e non cedibili a terzi". La capogruppo Pd in Senato, Simona Malpezzi, ha detto: "Apprendiamo che il Dap ha chiarito formalmente a Delmastro che le informative in merito a Cospito non potevano essere divulgate. È scritto nero su bianco. In un Paese normale, Delmastro e Donzelli si dovrebbero dimettersi subito e la premier dovrebbe chiedere scusa".

Anche per Debora Serracchiani, capogruppo dem alla Camera, c'è una sola via di uscita: "Le dimissioni dal ruolo di vicepresidente del Copasir di Donzelli e le dimissioni con revoca delle deleghe di Delmastro da sottosegretario, per giunta con delega al Dap. Perché quello che sta emergendo per stessa ammissione di Delmastro, che oggi ha detto di aver passato a Donzelli informazioni riservate, è di una gravità inaudita".

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