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Non invitate gente in casa, non uscite: tutte le “forti raccomandazioni” del Dpcm di Conte

Con il nuovo Dpcm il governo ha introdotto una serie di misure anti-contagio per frenare la diffusione dell’epidemia di coronavirus nel Paese. Accanto a queste sono state aggiunte delle “forti raccomandazioni” sui comportamenti da tenere: in altre parole, nessuna limitazione per il momento su spostamenti e persone che si possono incontrare, ma si fa appello alla responsabilità dei cittadini. Vediamo quindi quali sono le raccomandazioni del nuovo Dpcm, dal non uscire di casa se non per necessità allo smart working anche per i privati.
A cura di Annalisa Girardi
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Da oggi fino al prossimo 24 novembre sono in vigore una serie di nuove misure anti-contagio per contenere la diffusione dell'epidemia di coronavirus. La situazione sanitaria nel Paese, infatti, è sempre più preoccupante e il governo è intervenuto con una serie di nuove norme per frenare la curva epidemiologica. Accanto a queste, che comprendono la chiusura al pubblico alle 18 per bar e ristoranti, lo stop a cinema, teatri, palestre e piscine e il divieto di organizzare feste e cerimonie, nel nuovo Dpcm firmato da Giuseppe Conte il governo ha incluso una serie di raccomandazioni ai cittadini chiedendo loro di aiutare ad arrestare la propagazione dell'infezione. Ma di che tipo di raccomandazioni si tratta? Facciamo chiarezza.

Il governo raccomanda di non spostarsi

Nel nuovo Dpcm non è stato incluso il divieto di spostamento tra le Regioni, ma in generale si "raccomanda fortemente" di "non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità, per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi". Per il momento, quindi, non saranno introdotte restrizioni alla mobilità, ma si fa un appello alla responsabilità dei cittadini affinché limitino i propri spostamenti alle necessità date dal lavoro, dallo studio, dalla salute o da tutti quei servizi che continuano a essere attivi, come in primis i supermercati.

Si chiede ai cittadini di non incontrare persone in casa

Nel Dpcm precedente il governo raccomandava ai cittadini di non incontrare nelle abitazioni private più di sei persone che non fossero i conviventi. Un tentativo di limitare i contatti in quegli ambienti dove ci si sente più al sicuro e per questo si rispettano meno le norme anti-contagio, come l'utilizzo delle mascherine o il mantenimento delle distanze di sicurezza. Le autorità sanitarie hanno più volte messo in guardia sul fatto che la maggior parte dei contagi avviene proprio in famiglia o tra amici. Il governo ora, pur non trasformando la raccomandazione in legge, la inasprisce chiedendo ai cittadini di essere ancora più cauti in casa: "Con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza", si legge nel nuovo Dpcm.

La spinta del governo per lo smart working anche nel privato

Per quanto riguarda i luoghi di lavoro, dalle fabbriche agli uffici, restano attivi tutti i protocolli di sicurezza approvati la scorsa primavera. Che comprendono distanze di sicurezza, mascherine, misurazione della temperatura agli ingressi, tra le altre cose. Per quanto riguarda la pubblica amministrazione, viene "incentivato il lavoro agile con le modalità stabilite da uno o più decreti". L'ultimo decreto in questione è quello firmato esattamente una settimana fa dalla ministra Fabiana Dadone che stabilisce come lo smart working debba essere implementato nella Pa almeno al 50%. Nessun obbligo per il settore privato, ma anche in questo caso è inclusa una "forte raccomandazione". Nel Dpcm infatti si legge: "È fortemente raccomandato l’utilizzo della modalità di lavoro agile da parte dei datori di lavoro privati, ai sensi dell’articolo 90 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, nonché di quanto previsto dai protocolli di cui agli allegati 12 e 13 al presente decreto".

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