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Smart working, la ministra Dadone firma il decreto: “Lavoro agile per il 50% delle Pa”

Il nuovo decreto firmato dalla ministra della Pubblica amministrazione, Paola Dadone, stabilisce che lo smart working debba essere attuato da almeno il 50% del personale impegnato in quelle attività che si possono svolgere anche a distanza. Per le “amministrazioni dotate di adeguata capacità organizzativa e digitale” si invita però a raggiungere percentuali più elevate. “Lo Stato non arretra, teniamo assieme la necessità di contrastare la pandemia con l’obiettivo fondamentale di sostenere la ripresa dell’Italia”, ha scritto la ministra sui social.
A cura di Annalisa Girardi
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La ministra della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, ha firmato il decreto sullo smart working dopo la stretta anti-Covid introdotta dal governo con il nuovo Dpcm. Lo ha annunciato la stessa ministra in un post su Facebook: "Dobbiamo evitare un nuovo lockdown generalizzato. I cittadini e le imprese non possono scegliere se rivolgersi o meno alle Pa e per questo è importante coniugare le esigenze di salute e sicurezza di tutta la nostra comunità con la necessità di garantire servizi sempre accessibili e di qualità. Questo deve essere chiaro: è la sfida che attende ogni amministrazione e ogni singolo dipendente pubblico del Paese". Con il nuovo decreto si stabilisce che il lavoro agile debba essere attuato da almeno il 50% del personale della Pa impegnato in quelle attività che si possono svolgere anche a distanza. Per le "amministrazioni dotate di adeguata capacità organizzativa e digitale" si invita però a raggiungere percentuali più elevate. "Lo Stato non arretra, teniamo assieme la necessità di contrastare la pandemia con l’obiettivo fondamentale di sostenere la ripresa dell’Italia", ha aggiunto Dadone.

Nel sito del ministero vengono poi sottolineati gli aspetti più rilevanti del decreto. Ecco di cosa si tratta:

  • Ciascuna amministrazione con immediatezza assicura su base giornaliera, settimanale o plurisettimanale lo svolgimento del lavoro agile almeno al 50% del personale impegnato in attività che possono essere svolte secondo questa modalità. Può farlo in modalità semplificata ancora fino al 31 dicembre 2020;

  • Gli enti, tenendo anche conto dell’evolversi della situazione epidemiologica, assicurano in ogni caso le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le loro potenzialità organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato;

  • Il lavoratore agile alterna giornate lavorate in presenza e giornate lavorate da remoto, con una equilibrata flessibilità e comunque alla luce delle prescrizioni sanitarie vigenti e di quanto stabilito dai protocolli di sicurezza;

  • Le amministrazioni adeguano i sistemi di misurazione e valutazione della performance alle specificità del lavoro agile. Il dirigente, verificando anche i feedback che arrivano dall’utenza e dal mondo produttivo, monitora le prestazioni rese in smart working da un punto di vista sia quantitativo sia qualitativo;

  • Lo smart working si svolge di norma senza vincoli di orario e luogo di lavoro, ma può essere organizzato per specifiche fasce di contattabilità, senza maggiori carichi di lavoro. In ogni caso, al lavoratore sono garantiti i tempi di riposo e la disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro. Inoltre, i dipendenti in modalità agile non devono subire penalizzazioni professionali e di carriera;

  • Le amministrazioni si adoperano per mettere a disposizione i dispositivi informatici e digitali ritenuti necessari, ma comunque rimane consentito l’utilizzo di strumentazione di proprietà del dipendente;

  • L’amministrazione favorisce il lavoro agile per i lavoratori disabili o fragili anche attraverso l’assegnazione di mansioni diverse e di uguale inquadramento. In ogni caso, promuove il loro impegno in attività di formazione;

  • Nella rotazione del personale, l’ente fa riferimento a criteri di priorità che considerino anche le condizioni di salute dei componenti del nucleo familiare del dipendente, della presenza di figli minori di quattordici anni, della distanza tra la zona di residenza o di domicilio e la sede di lavoro, ma anche del numero e della tipologia dei mezzi di trasporto utilizzati e dei relativi tempi di percorrenza;

  • Data l’importanza della continuità dell’azione amministrativa e della rapida conclusione dei procedimenti, l’ente individua comunque ulteriori fasce temporali di flessibilità oraria in entrata e in uscita rispetto a quelle adottate.

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