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Nicita (Pd) a Fanpage.it: “Decreto Cutro paradossale, aumentare i Cpr è problema per i diritti umani”

“Questo decreto è un paradosso. Dovrebbe riferirsi a quanto accaduto a Cutro, dove persone che si potevano salvare a pochi metri dalla riva non sono state invece salvate. Invece vuole cancellare la protezione speciale e creare Centri per il rimpatrio”: lo dice Antonio Nicita, senatore del Pd, in un’intervista con Fanpage.it sul decreto sull’immigrazione approvato definitivamente anche alla Camera.
A cura di Annalisa Girardi
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Fonte: Facebook Antonio Nicita
Fonte: Facebook Antonio Nicita

Il decreto Cutro è stato approvato definitivamente alla Camera. Viene denominato in questo modo perché è stato approvato dopo il naufragio al largo del Comune calabrese, ma in realtà ha ben poco a che fare con il soccorso in mare e con il salvataggio dei naufraghi. Tutt'altro: le misure principali riguardano lo smantellamento della protezione speciale e dell'integrazione. Ne abbiamo parlato con il senatore del Partito democratico, Antonio Nicita.

"Questo decreto è un paradosso. Dovrebbe riferirsi a quanto accaduto a Cutro, dove persone che si potevano salvare a pochi metri dalla riva non sono state invece salvate. Dovrebbe chiedersi come migliorare il sistema di soccorso e di coordinamento tra le azioni di law enforcement e le politiche di salvataggio. Ma non avviene nulla di tutto questo: si afferma invece un principio per cui tutto si risolve con la deterrenza", ha detto.

"Pensano che inasprendo le pene per i cosiddetti scafisti (che sono solo coloro che guidano le imbarcazioni, non sono gli organizzatori) e trasformando gli istituti di accoglienza in centri di detenzione, ci sia un qualche disincentivo ad imbarcarsi. Questa cosa ovviamente non si è mai verificata", ha spiegato ancoa Nicita, citando anche i casi di altri Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti o l'Australia, dove negli anni c'è stata una stretta sulle regole per lo stesso motivo. "Chi parte lo fa perché è in condizioni disperate. Stiamo parlando di persone disposte a rischiare la vita, non è certo questo a far perdere loro la speranza".

Il senatore ha poi parlato delle nuove misure sulla protezione speciale: "Non si capisce perché cancellare la protezione speciale. Era tra l'altro uno strumento di controllo degli arrivi e combatteva l'irregolarità accertando le specifiche condizioni", ha sottolineato. Per poi spiegare che la protezione speciale, a differenza di quella internazionale dell'asilo politico o quella sussidiaria, si occupa di studiare caso per caso le persone, stabilendo perché nelle specifiche condizioni di ognuno non sia sicuro tornare nel Paese di origine.

Nicita ha anche evidenziato quanto accaduto ieri alla Camera, dove è stato segnalato un passaggio di incostituzionalità: "Noi già al Senato avevamo presentato degli emendamenti. Alla Camera in un ordine del giorno approvato su suggerimento del Comitato di controllo normativo di Montecitorio sostanzialmente il governo si è reso conto, pur non avendo accettato le nostre richieste di modifica, che da un punto di vista giuridico bisogna dare alle persone la possibilità di spiegare la propria situazione e di avere diritto a un ricorso sulle decisioni delle autorità. Insomma, si sono resi conto che sia una norma che crea un problema. Ora bisogna capire come intende chiarire questa nuova norma sull'eliminazione della protezione speciale".

Sempre legata alla protezione speciale c'è anche la questione dell'accoglienza diffusa: "L'idea del governo  è quella di creare grandi centri che rischiano però di aumentare le situazioni di alienazione. Sentiamo spesso storie terrificanti dai Centri per il rimpatrio. Tutti gli sforzi che abbiamo tentato di fare, facendo entrare nei centri psicologi, traduttori e mediatori, per cercare di migliorare quelle condizioni, salterebbero e le situazioni diventerebbero ingestibili. Questo crea un problema dalla prospettiva dei diritti umani. Tenere le persone ammassate lì, in attesa di verifiche, di espulsioni che poi tanto non arrivano, creerebbe una posizione critica sul rispetto dei diritti umani".

Infine, Nicita ha commentato l'incontro avvenuto ieri tra Giorgia Meloni e il generale libico Khalifa Haftar, ricevuto a Palazzo Chigi: "Anche dagli errori dei governi di centrosinistra noi abbiamo imparato che non è con un rinnovo degli accordi rispetto al passato che si risolvono tutti i problemi sui flussi migratori. Se avere degli accordi significa semplicemente creare dei lager in Libia, evidentemente questa non è una soluzione. Ovviamente restano da costruire politiche europee con i Paesi africani e il meccanismo di redistribuzione volontaria dei migranti", ha detto.

Per poi concludere con una riflessione sull'ultimo scontro tra Roma e Parigi: "Per quanto riguarda la polemica con la Francia, bisogna capire oggettivamente quale sia la critica. Meloni deve essere critica perché utilizza le migrazioni come strumento di propaganda, ma se l'accusa è che Meloni non riesce a realizzare pienamente le sue promesse di blocco navale o di porti chiusi alla Salvini, allora non lo possiamo accettare. Servirebbe una cooperazione europea e un governo europeo. Ma questo è il problema dei sovranisti, se non rinunciano alla propaganda non riescono nemmeno a instaurare seri negoziati europei".

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