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Migranti, Mediterranea denuncia Piantedosi per le deportazioni in Libia: “Viola il diritto internazionale”

L’ong Mediterranea Saving Humans ha denunciato il ministro Piantedosi davanti al Tribunale per internazionale per le operazioni di respingimento in Libia messe in atto dalle autorità Italiane nell’ultimo anno. “Hanno violato la Convenzione di Ginevra sui profughi e rifugiati e la Convenzione di Amburgo sul soccorso in mare”, è l’accusa.
A cura di Giulia Casula
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L'ong Mediterranea Saving Humas ha denunciato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi davanti al Tribunale penale internazionale. Le accuse mosse dall'organizzazione nei confronti del capo del Viminale sono quella di violazione della Convenzione di Ginevra sui profughi e rifugiati e della Convenzione di Amburgo sul soccorso in mare.

Il ministro sarebbe responsabile del mancato rispetto le regole di diritto internazionale, nell'ambito dei respingimenti verso le coste libiche operati dalle autorità italiane nell'ultimo anno. "L'ufficio legale di Mediterranea Saving Humans, ha provveduto a trasmettere nella giornata di oggi all'Ufficio del procuratore del Tribunale penale internazionale Karim Khan KC, copia della pubblica dichiarazione del ministro dell'Interno italiano, Matteo Piantedosi, riguardanti respingimenti collettivi in Libia operati da milizie facenti capo ad autorità del Paese nordafricano", si legge nella nota diffusa da Mediterranea Saving Humans.

Le violazioni contestate sarebbero state in qualche modo ‘ammesse', sostengono dall'ong, anche dallo stesso Piantedosi in un post su X ha rivendicato i risultati del governo. "Il ministro Piantedosi, con comunicazione su social X pubblicata alle ore 11.15 del giorno 19 settembre 2024, ha dichiarato: ‘Sono 16.220 i migranti diretti verso le coste europee intercettati in mare e riportati in sicurezza in Libia da gennaio a oggi. Un dato che testimonia l'efficacia della collaborazione dell'Italia con i Paesi di origine e transito dei migranti nel contrastare i trafficanti di essere umani e le morti in mare'", si legge.

"Essendo la Libia "posto non sicuro", come certificato dai più autorevoli organismi internazionali e dalle Nazioni Unite, nel caso di collaborazione ad attività di deportazione in quel paese di profughi e rifugiati, si configura il reato di violazione della Convenzione di Ginevra sui profughi e rifugiati e della Convenzione di Amburgo sul soccorso in mare", spiegano i legali.

Da qui la segnalazione al Tribunale penale internazionale. "Abbiamo provveduto a segnalare quindi al Tribunale penale internazionale la "rivendicazione" di questo gravissimo reato, che per stessa ammissione del ministro Piantedosi, è stato compiuto contro 16.220 esseri umani, dei quali né lui, né  altri, possono oggi sapere il destino dopo che sono ricaduti nelle mani dei carcerieri dai quali provavano a fuggire", attaccano. "Auspichiamo di poter contribuire con questa segnalazione al Tpi, all'apertura, ai sensi dell'art.15 della Carta di Roma, di un'indagine indipendente condotta dallo staff dell'Otp presso il Tribunale penale internazionale", concludono.

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