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Mezzogiorno, per 6 Comuni su 10 è complesso accedere ai bandi del Pnrr

È quanto emerge dallo studio di Svimez su “I Comuni alla prova del Pnrr”, che sottolinea l’esistenza di un divario con il Nord anche nella fase di preparazione dei bandi.
A cura di Annalisa Girardi
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Per sei Comuni su dieci nel Mezzogiorno potrebbe essere complicato partecipare ai bandi del Pnrr. E, sempre al Sud, ci potrebbero volere fino a nove mesi in più rispetto alla media per realizzare un'infrastruttura sociale. È quanto emerge dallo studio di Svimez su "I Comuni alla prova del Pnrr", che sottolinea l'esistenza di un divario con il Nord anche nella fase di preparazione dei bandi. E questo nonostante in quasi otto casi su dieci i Comuni considerano il Pnrr un'occasione decisiva per ridurre i divari territoriali.

Circa il 62% dei Comuni al Sud ritiene complessa la partecipazione ai bandi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Una percentuale che nel Centro-Nord si ferma al 57%. Tra i fattori che, soprattutto nel Mezzogiorno, frenano la partecipazione ai progetti del Recovery Plan, c'è principalmente una eccessiva complessità delle procedure. Oltre il 40% dei Comuni, si legge ancora nello studio, ha dovuto chiedere consulenze esterne per la partecipazione ai bandi.

Proprio per queste difficoltà già in fase iniziale, spiega Svimez, potrebbe esserci il rischio di non portare a termine gli investimenti nei tempi previsti dall'Europa. I tempi di realizzazione delle infrastrutture sociali, ad ogni modo, non saranno gli stessi su tutta la geografia nazionale: le stime di Svimez infatti confermano una capacità diversa nel Mezzogiorno, dove servirà circa un anno e mezzo in più di tempo, rispetto ai Comuni del Nord-Ovest, per portare a termine i lavori.

La ricerca di Svimez ha coinvolto 600 Comuni, di cui oltre la metà si trova nel Meridione. Nelle sue conclusioni Svimez afferma che sia positivo che "il decreto Pnrr del febbraio 2023 abbia dato priorità alle azioni di semplificazione delle procedure per accelerare le tempistiche delle fasi di esecuzione e conclusione degli interventi". Ma, conclude il report, resta "solo parzialmente sciolto il nodo dell'espletamento delle fasi iniziali di affidamento, sulle quali pesano maggiormente le carenze di organico degli enti locali"

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