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Mes, Conte: “Riforma non danneggia il Paese: l’Italia non ha nulla da temere, debito è sostenibile”

Giuseppe Conte, si trova alla Camera per fare il punto della situazione sul Meccanismo europeo di stabilità: oggi pomeriggio sarà invece in Senato. L’Italia non ha nulla da temere, perchè il suo debito è pienamente sostenibile. Bisogna stare attenti a insinuare dubbi e paure nelle opinioni degli italiani. Si potrebbe infatti dubitare che l’Italia non voglia mantere il percorso intrapreso sulla stabilità del debito, e questo sì andrebbe a danneggiare l’Italia”, ha affermato il presidente del Consiglio.
A cura di Annalisa Girardi
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Oggi il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è intervenuto alla Camera per fare il punto della situazione sul Meccanismo europeo di stabilità. Conte ha riconfermato quanto affermato nelle scorse settimane, rassicurando sulla partecipazione del Parlamento ai negoziati sulla riforma e puntando il dito contro gli attacchi dell'opposizione, che secondo il presidente del Consiglio sono la vera minaccia al nostro Paese, più che una modifica del trattato sul fondo salva-Stati. Con 291 voti favorevoli e 222 contrari la Camera ha poi approvato la risoluzione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio.

"Il Conisglio europeo che si svolgerà domani e dopodomani è il primo dopo le nomine dei nuovi vertici. Le istituzioni europee possono quindi iniziare nel loro compito di fornire buone politiche ai cittadini europei": il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha cominciato la sua audizione alla Camera parlando del Consiglio che si svolgerà nei prossimi giorni. E ha chiamato alla cooperazione fra i leader europei: "Non è questo il tempo per dividersi e farsi dividere. Le tensioni internazionali impongono di proteggere la struttura economica e sociale dell'Europa: ma proteggersi non significa rinchiudersi".

"Nessun automatismo nella ristrutturazione del debito"

"Altro tema del Consiglio europeo sarà quello del quadro finanziario pluriennale", ha affermato Conte dopo aver illustrato il piano all'insegna del Green New Deal e della lotta al cambiamento climatico. Il presidente Conte ha quindi espresso un parere negativo del governo italiano sulla proposta della presidenza finlandese al bilancio europeo, che prevede diversi tagli, e ha affermato la posizione italiana di rivedere e modernizzare l'apporto degli Stati membri al bilancio comunitario.

Dopo un passaggio sulla politica estera dell'Unione, Conte passa al tema caldo del giorno, ossia la riforma del Meccanismo europeo di stabilità. "Il 13 dicembre si riunirà l'Eurosummit e dovrà parlare della riforma del Mes, dell'Unione Bancaria e del Bicc sulla base dei lavori dell'Eurogruppo. Ribadisco quanto già affermai lo scorso 2 dicembre, circa la coerenza e la trasparenza che hanno sempre caratterizzato i rapporti tra gooverno e Parlamento. La revisione del trattato sul Mes non apporta modifiche sostanziali al trattato già esistente e non introduce, ed è nostra ferma intenzione che questo non accada, alcun automatismo nella ristrutturazione del debito di uno Stato, ma lascia alla Commissione europea il fondamentale ruolo di valutarne la sostenibilità e di assicurare la coerenza complessiva delle analisi macroeconomiche effettuate sui Paesi membri. Il Mes è un'assicurazione contro il contagio del panico dei mercati che va a vantaggio di tutti".

"Attenti a insinuare dubbi e paure nei cittadini"

Conte afferma quindi che il nostro Paese non si debba preoccupare, in quanto il suo debito pubblico è pienamente sostenibile: "L'Italia non ha nulla da temere, perchè il suo debito è pienamente sostenibile, come dimostrano le valutazioni delle principali istituzioni internazionali, inclusa la Commissione, e come confermano i mercati. Bisogna stare attenti a insinuare dubbi e paure nelle opinioni degli italiani. Si potrebbe infatti dubitare che l'Italia non voglia mantere il percorso intrapreso sulla stabilità del debito, e questo sì andrebbe a danneggiare l'Italia. Bisogna stare attenti a insinuare dubbi e paure nei cittadini italiani, tanto più che quantomeno alcune delle posizioni che si sono delineate nel corso del dibattito pubblico hanno disvelato il malcelato auspicio di portare il nostro Paese fuori dall'euro-zona o, addirittura, dall'Unione europea. Se questo è l'obiettivo allora converrebbe chiarirlo in modo esplicito, affinché il dibattito pubblico sia trasparente e i cittadini italiani possano essere informati di tutte le implicazioni che tali posizioni portano con sé".

E rassicura sul ruolo delle Camere: "Reputo indispensabile continuare a informare il Parlamento in tutte le occasioni in cui l'Italia sarà chiamata a esprimersi sulla riforma del Mes. Il Parlamento, con la risoluzione dello scorso giugno, ha dato al governo mandato per un pacchetto di riforme: non posso che ribadire quanto già auspicato, ovvero che il Parlamento contribuisca a portare in Europa la voce di un Paese forte e coeso, che si impegna a rafforzare le istituzioni europee secondo un piano che conduca a un'archittettura più robusta e a una condivisione dei rischi, senza alcun pericolo per gli interessi nazionali". Poi conclude: "Il governo continuerà a operare in una logica di pacchetto, valutando con la massima attenzione ai punti critici. Il Parlamento sarà pienamente coinvolto in caso di richiesta di attivazione del Meccanismo".

Le reazioni all'intervento di Conte

Si fa sentire l'assenza di Luigi Di Maio in aula. Il deputato leghista Igor Lezzi posta una foto della Camera, con i banchi mezzi vuoti,  in cui sottolinea che mentre Conte parla "non lo ascolta nemmeno la sua maggioranza". Il presidente della Camera, Roberto Fico, richiama alcuni deputati di Fratelli d'Italia, tra cui Giorgia Meloni e Federico Mollicone, che riceve ben due avvertimenti per aver gridato "Vi siete venduti anche l'anima" e per aver mimato il gesto di un naso di pagliaccio.

"Venduti, venduti", continuano a urlare i deputati leghisti, specialmente dopo l'intervento della dem Lia Quartapelle, che punta il dito contro la "campagna di mistificazione contro il Mes della bestia" della Lega, cioè la macchina di propaganda di Matteo Salvini. La deputata del Partito democratico chiama quindi in causa il leader del Carroccio, accusandolo di non conoscere il Mes e di aver scatenato la polemica sul fondo salva-Stati in quanto non avrebbe più altri argomenti con cui fare propaganda, in seguito al calo di attenzione sulla crisi migratoria.

Il leghista Claudio Borghi interviene citado i ‘calpesti e derisi' dell'inno nazionale e chiama nuovamente Conte "traditore della patria". Il deputato del Carroccio ha ripetuto che i due partiti che sostenevano il presidente del Consiglio lo scorso giugno, Lega e Movimento Cinque Stelle, non avrebbero dato altro mandato se non quello di fermare la riforma del fondo salva-Stati. Borghi insiste anche sull'attrito tra Conte  e Di Maio, assente in aula. E attacca: "La logica di pacchetto – cavallo di battaglia del premier in Europa è una scemenza".

Giorgia Meloni nel suo intervento non ha attaccato solo il presidente del Consiglio, ma anche i pentastellati, accusandoli di fare retromarcia riguardo alle loro posizioni iniziali per amore della poltrona. "State molto attenti quando parlate di Fratelli d’Italia. Noi per salvare la faccia abbiamo lasciato un partito, rischiando di non essere eletti. Noi abbiamo votato contro il fondo salva stati…Quindi, state molto attenti quando parlate di noi. Noi siamo quelli che voi non avete saputo essere".

E ancora: "Ho dichiarato nei giorni scorsi che il M5S avrebbe fatto finta di avere ottenuto qualcosa prima di cedere sul Mes e così è andata. Ma nel programma del M5S c’era addirittura l’uscita dell’Italia dal Mes, dunque tornare a prima del 2012. Il problema della logica di pacchetto è che a noi si chiede oggi di firmare il testo del fondo salva-Stati ma ci sono altre due questioni aperte: la vigilanza unica e la garanzia dei depositi. Il punto è come si chiude: l’Italia dovrebbe puntare i piedi e chiedere di firmare tutti e tre i testi insieme. Quando non avremo più l’arma della sottoscrizione del Mes ci faranno a pezzi".

I Cinque Stelle: "Trovato un accordo"

Le tensioni, almeno tra le forze politiche di maggioranza sembrerebbero essersi allentate sul tema. "Il Movimento 5 Stelle voterà compatto sulla risoluzione di maggioranza sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità", aveva già annunciato Nunzia Catalfo, ministra per le Politiche del lavoro e le Politiche sociali. Una posizione ripresa anche da Vincenzo Amendona, ministro per gli Affari europei: "Voteremo assolutamente compatti. In Parlamento ci sarà una mozione unitaria di tutta la maggioranza che ha lavorato sulla risoluzione per il Consiglio europeo in maniera serena e unitaria, all’opposto di tutta la campagna di stereotipi di possibile crisi europea fatta dall’opposizione".

Nel testo approvato dalla risoluzione della maggioranza, oggi in Parlamento, rimarrebbe la logica del pacchetto (per cui oltre al Mes si voterà su Bicc e Unione Bancaria), ma le novità verrebbero adottate in maniera progressiva e sempre con il coinvolgimento del Parlamento. Dopo l'audizione alla Camera, il presidente Conte parlerà di fronte Senato per fare il punto della situazione sul Meccanismo europeo di stabilità: poi si procederà con la messa al voto do alcune risoluzioni. A Conte basterebbe una maggioranza semplice anche se scendere al di sotto della soglia della maggioranza assoluta (161 voti) rappresenterebbe un segnale negativo per la salute dell'esecutivo. E, al contrario, una buona notizia per l'opposizione che nelle scorse settimane ha intensificato la sua campagna contro la riforma del fondo salva-Stati.

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