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Meloni gela ancora Salvini: “Non una banale incomprensione, non abbiamo la stessa posizione”

La leader di Fratelli d’Italia continua a chiedere un chiarimento agli alleati, affinché si possa escludere una nuova alleanza di Forza Italia e Lega con PD e M5s.
A cura di Giacomo Andreoli
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Secondo Giorgia Meloni, tra lei e Matteo Salvini non c'è «una banale incomprensione», anzi: i due non avrebbero proprio «la stessa posizione». La leader di Fratelli d'Italia, ai microfoni di "Non stop news" su Rtl 102.5, torna così sulle polemiche nel centrodestra dopo l'elezione del Presidente della Repubblica. Secondo la leader di Fdi tra Fratelli d'Italia e Lega, ma anche Forza Italia, c'è un grosso problema politico da risolvere. Per lei, infatti, ci sarebbe bisogno di «un centrodestra forte, orgoglioso, che non rincorre le sirene della sinistra», cosa che continuerebbero a fare invece i forzisti assieme al Carroccio.

Secondo Meloni il suo è l'unico tra i tre grandi partiti del centrodestra a non avere un piano B sull'alleanza: ci sarebbe un problema di posizionamento tra i due grandi schieramenti e l'unico modo per risolverlo è vedersi nuovamente. «Per me – spiega- è un problema nelle questioni di merito. Noi sosteniamo delle tesi che sono, nella gran parte dei casi, opposte a quelle della sinistra. Mica è un fatto di antipatia personale, non è che non vado al governo col PD, perché mi sta antipatico Enrico Letta, non vado al governo col PD perché ritengo che i dem abbiano una visione diametralmente opposta o molto diversa dalla mia».

Quindi la nuova stoccata al leader della Lega, criticato per la contraddittorietà tra le posizioni del partito e le decisioni assunte in sede di consiglio dei ministri. Per Meloni, infatti, il Carroccio era contrario all'obbligo vaccinale per gli over 50, il Green Pass, "l'immigrazione illegale", la revisione del catasto e lo stop alle concessioni balneari dopo il 2023. Nonostante questo avrebbe partecipato o quanto meno non ostacolato decisioni contrarie dell'esecutivo Draghi.

Elezione di Mattarella, "una forzatura costituzionale"

La numero uno di Fratelli d'Italia ha quindi chiesto al centrodestra di avere più coraggio e staccarsi da PD e Movimento 5 stelle, rappresentando al meglio «decine di milioni di italiani». Quindi il riferimento alle riforme della giustizia in discussione (elezione del Csm e riforma del processo civile). «Perché – si domanda in modo retorico– abbiamo una visione della giustizia che è l'ennesimo compromesso? Perché non puoi pretendere di mettere nella stessa maggioranza giustizialisti e garantisti e ritenere che farai una riforma efficace».

E ancora, tornando sulla seconda elezione di Sergio Mattarella come Capo dello Stato, Meloni si dice dispiaciuta dell'occasione persa del centrodestra di eleggere un Presidente della propria area politica o quanto meno che «non fosse di sinistra». Invece ci sarebbe stata una «forzatura costituzionale», nonostante il rispetto che la leader conservatrice dice di avere per Mattarella.

La polemica sul Green pass e la questione Ucraina

Sul Green Pass la posizione di Fratelli d'Italia è nota da tempo: nessuna modifica o lieve riduzione, ma la diretta abolizione. Secondo Meloni si tratta di «una scelta inutile, discriminatoria e senza basi scientifiche, una misura che mi sembra serva ormai solo al Governo per imporre la propria autorità, cosa che ti serve quando non hai autorevolezza».

Tra le misure anti-Covid la leader conservatrice se la prende poi con la decisione di imporre le mascherine Fffp2 ai bambini, chiedendo che l'esecutivo faccia un passo indietro. La richiesta arriva dopo la denuncia di Altroconsumo, che sottolineava come questo tipo di dispositivi non sia fatto per i minori, per cui le mascherine andrebbero riadattate con taglie più piccole.

Meloni parla anche della crisi in Ucraina, accusando l'Europa e l'Italia di essere assenti. Mancherebbe infatti a livello continentale «una leadership in termini di politica estera». In questo modo, però, anche lei riconosce, in contraddizione con alcune delle tesi anti-europeiste del passato, quanto sarebbe necessaria. Infine, capitolo concessioni balneari, con la proroga indicata da una sentenza del Consiglio di Stato fino al 2023. La soluzione, per la numero uno di Fdi, «non è espropriare aziende italiane che hanno investito per dare queste concessioni a multinazionali straniere che hanno un potere che gli imprenditori italiani, anche autorevolissimi, non hanno». Secondo Meloni bisognerebbe escludere le concessioni balneari dall'esecuzione della direttiva Bolkestein, a qualsiasi costo.

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