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Meloni è un passo avanti agli uomini, ma le sue idee lasciano le altre donne dieci indietro

Giorgia Meloni non sta un passo dietro agli uomini, ma questo non significa che le sue politiche faranno fare passi avanti a tutte le altre donne. È la distanza tra Meloni e il femminismo, che non ha come obiettivo il successo di una singola donna, mentre tutte le altre rimangono confinate a ruoli e contesti sempre uguali.
A cura di Annalisa Girardi
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Giorgia Meloni è la prima donna presidente del Consiglio e ha iniziato il suo primo discorso in queste vesti parlando proprio delle donne che, come lei, hanno lasciato un segno nella storia. Donne che, da Tina Anselmi a Samantha Cristoforetti, sono state le “prime” a ritagliarsi un posto in una società fortemente maschile. Donne che hanno segnato la strada che ci ha portati fino ad oggi, finalmente, ad avere una donna alla guida del governo. "Si è rotto il tetto di cristallo", ha detto Meloni.

Il tetto sarà anche crollato, ma i muri sono perfettamente in piedi.

Si è parlato spesso del perché ad avere successo in politica, o comunque nei luoghi dove vengono prese le decisioni che contano, siano quasi sempre donne di destra. Una risposta, a parere di chi scrive, c'è. Le donne che provengono dalla destra si inseriscono in un sistema di potere maschile, senza sfidarne i principi culturali che hanno assicurato agli uomini un ruolo predominante nella società fino ad oggi. Tendono a non minacciare lo status quo e a fare esattamente quello che anche gli uomini farebbero al loro posto.

E in questo Meloni non è un'eccezione. Già il ritornello "donna, italiana, madre, cristiana" incarna infatti un progetto politico e culturale profondamente conservatore, che troppo spesso gioca un ruolo importante nel confinare le donne all’ambito casalingo e familiare.

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Certo, Meloni si trova in una posizione singolare. Lei stesso lo ha fatto notare a una deputata del Partito democratico, Debora Serracchiani, che durante la discussione generale alla Camera aveva detto di sperare che il tetto di cristallo citato da Meloni non si richiudesse sulle altre donne, lasciandole un passo indietro agli uomini. "Ho sentito dire che voglio le donne un passo dietro agli uomini. Mi guardi, onorevole Serracchiani, le sembra che io sia un passo dietro agli uomini?", le ha risposto la presidente del Consiglio.

Meloni però ha mancato il punto: il fatto che lei sia arrivata fino alla presidenza del Consiglio, non significa che ora per tutte le donne sarà automaticamente più facile arrivare ai vertici o che le politiche del nuovo governo si preoccuperanno di questo.

Del resto, la stessa storia politica di Meloni è quella di una donna circondata sempre da maschi, che occupa gli spazi degli uomini in quanto singola persona, non in quanto rappresentante di una comunità, quella femminile appunto.

Questo ovviamente è legittimo. L'essere donna non costringe Meloni a farsi portavoce delle istanze di tutta la comunità femminile. Ma proprio in questo è racchiusa la distanza della leader di Fratelli d’Italia dal movimento femminista, che è per propria natura collettivo. L’obiettivo del femminismo non è il successo di una singola donna, mentre tutte le altre rimangono confinate a ruoli e contesti sempre uguali. Mentre cultura e società rimangono tali e quali, sempre intrise di sessismo e tradizioni patriarcali.

E la scelta di Meloni di riferirsi a sé stessa con articoli e sostantivi maschili ("il presidente" piuttosto che "la presidente", per esempio) è un altro esempio di questa distanza. L'italiano ha regole grammaticali precise e Meloni, pur avendo a cuore il rispetto di cultura, storia e tradizione italiana, sceglie di non usarle correttamente: si tratta di una presa di posizione politica. Che va a braccetto con la scelta di inserirsi in un sistema di potere maschile, senza riconoscere l’importanza di usare il femminile per spingere quel cambiamento culturale e sociale verso una piena parità di genere. Potranno sembrare questioni secondarie, ma la nostra visione della società e il modo in cui ne parliamo sono elementi profondamente legati tra loro.

Tutto questo non significa che avere finalmente una donna a Palazzo Chigi non sia positivo per l'Italia. Ma lo è per una ragione puramente simbolica. Le bambine di oggi potranno immaginarsi presidenti del Consiglio, proprio perché lo vedono accadere con i propri occhi.  Ma questo non vuol dire che, con Meloni alla guida, il loro futuro da donne sia più roseo.

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A Fanpage.it sono vice capoarea della sezione Video. Scrivo, realizzo video e podcast su temi di attualità e politica, provando a usare parole nuove per raccontare il mondo di sempre. 
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