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Matteo Renzi: “Bisogna tenere aperta l’ex Ilva a ogni costo, o sarà un disastro per Taranto”

Matteo Renzi, fondatore di Italia viva, ha presentato a Torino ha presentato le proposte “shock” per dare una scossa all’economia e all’Italia: “La vera sfida è sbloccare le infrastrutture, noi lanciamo un piano shock da 120 miliardi che ci sono già e il 15 gennaio andremo dal presidente del Consiglio chiedendogli di varare un decreto”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Penso che il signor Mittal non possa spengere l'Altoforno e il governo avrà il nostro sostegno se studierà tutte le modalità giuridiche per tenere acceso l'Altoforno. Sarebbe un disastro per Taranto lo spegnimento, una follia. Mittal pagherà miliardi ma è chiaro da tempo che voleva andare via". Lo dice Matteo Renzi, che a Torino ha presentato le proposte "shock" per dare una scossa all'economia e all'Italia. Secondo il fondatore di Italia viva bisogna tenere aperta l'ex Ilva "a ogni costo". 

Il presidente del Consiglio Conte intanto ha fatto sapere che è stato depositato un ricorso urgente per fermare lo stop degli altiforni dello stabilimento: "È stato depositato il ricorso Ex art.700 cpc al fine di fermare il depauperamento di un asset strategico del nostro sistema industriale come lo stabilimento Ex Ilva di Taranto. Il governo non lascerà che si possa deliberatamente perseguire lo spegnimento degli altiforni, il che significherebbe la fine di qualsiasi prospettiva di rilancio di questo investimento produttivo e di salvaguardia dei livelli occupazionali e la definitiva compromissione del piano di risanamento ambientale", ha scritto Conte in un post su Facebook.

Il piano "shock" da 120 miliardi (in 7 punti)

La proposta illustrata nel capoluogo piemontese da Matteo Renzi si basa su sette punti: strade e ferrovie, le opere bloccate; porti e aeroporti; periferie e piani città; dissesto idrogeologico; scuole e ospedali; cultura e turismo; energia e green act. Italia Viva aprirà una grande campagna di ascolto che toccherà i ministeri interessati ma anche le associazioni di categoria, Comuni, volontariato, investitori internazionali, banche, scuole e università in Italia e all'estero.

Durante l'evento di Torino Renzi ha inoltre annunciato che chiederà al premier Conte di trasformare il suo piano "shock" in decreto: "La vera sfida è sbloccare le infrastrutture, noi lanciamo un piano shock da 120 miliardi che ci sono già e il 15 gennaio andremo dal presidente del Consiglio chiedendogli di varare un decreto". 

Per sbloccare le risorse che servono a far ripartire infrastrutture, e a puntare su scuola e cultura il modello a cui vuole ispirarsi Renzi è quello dell'Expo di Milano. "L'Expo era fermo, stava per essere chiuso. Cosa abbiamo scelto di fare? Abbiamo messo l'ambulanza sulla corsia di emergenza e cioè fatto un grandissimo investimento su un commissariamento con Beppe Sala e un controllo fortissimo affidato all'anticorruzione di Raffaele Cantone. Con questo meccanismo abbiamo sbloccato le opere. La stessa cosa abbiamo fatto a Pompei, affidandola a Nistri", ha spiegato il leader di Iv. "Dicono che vogliamo dare problemi al governo, non è vero, noi vogliamo dare idee. Questo è il nostro contributo per permettere all'Italia di rimettersi in moto".

"Vince chi detta l'agenda. Se Salvini ti fa credere che il problema è il barcone è perché detta l'agenda – ha aggiunto – Faraone dice che stiamo facendo una cosa così seria che domani non ci sarà sui giornali. Beh, questo dipende da noi. Con questo sblocco di infrastrutture e di cantieri potremo evitare la crescita zero. Dobbiamo raccontarlo in tutte le trasmissioni tv. Rimettiamo in sesto l'unità di missione contro il dissesto idrogeologico, è stata la prima cosa sbagliata fatta dal governo precedente".

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