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Manovra, il regalo della maggioranza Draghi a Vaticano e Cavalieri di Malta: soldi alle strutture sanitarie private

Con un emendamento di Italia Viva alla manovra approvato in commissione al Senato, lo Stato equipara a privati accreditati con la sanità pubblica, le strutture extraterritoriali di Vaticano e Ordine di Malta. Risultato: un fiume di risarcimenti pubblici.
A cura di Marco Billeci
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In Senato è in corso una vera e propria maratona per garantire l'approvazione definitiva della manovra  entro la fine dell'anno. Nel turbinio di emendamenti approvati dalla Commissione Bilancio tra la notte del 20 e la mattina del 21 dicembre, finisce anche un "regalo" ad alcune strutture sanitarie private presenti a Roma e nel Lazio, ma di proprietà del Vaticano e del Sovrano Ordine di Malta.

L'occasione è un emendamento alla legge di bilancio presentato dalle senatrici di Italia Viva Parente e Conzatti e approvato dalla maggioranza. Il testo riprende una misura contenuta nel cosiddetto Decreto Rilancio, varato nel maggio 2020. Quella legge conteneva una misura, di cui più volte Fanpage ha raccontato gli effetti, che consentiva  alle Regioni di riconoscere una sorta di indennizzo preventivo alle strutture sanitarie private accreditate, che nel corso dell'anno erano state costrette a diminuire o interrompere l'attività ordinaria (più remunerativa) e a concentrarsi sulle cure relative all'emergenza Covid. Nello specifico, si consentiva di versare un acconto mensile pari a un massimo del 90 percento, come anticipo di quanto previsto per il 2020 dai contratti stipulati tra le Regioni e i privati accreditati. A fine anno, le strutture dovevano poi rendicontare l'attività effettivamente svolta, così eventualmente da conguagliare la cifra.

Già all'epoca, il meccanismo fu considerato da più parti un regalo ai privati e suscitò non poche polemiche. Con la nuova misura contenuta adesso nella manovra, questo finanziamento viene esteso retroattivamente anche ad altre strutture sanitarie private. Si tratta dell'Ospedale Bambino Gesù, appartenente alla Santa Sede  e  delle strutture del Sovrano Militare Ordine di Malta. Con l'approvazione dell'emendamento, queste realtà vengono comparate ai privati accreditati. Di conseguenza ora la Regione Lazio – nel cui territorio si trovano le strutture in questione – potrà usare i soldi stanziati per il  2022 del Servizio Sanitario Nazionale per ristorare Vaticano e Ordine di Malta, per le possibile perdite subite nel corso del 2020.

Ci sono almeno due punti controversi da far notare. Prima di tutto occorre sottolineare che non parliamo qui di cliniche o ospedali privati, ma accreditati con il Sistema Sanitario Nazionale. Si tratta invece di strutture che godono dello stato di extraterritorialità, si trovano cioè di fatto in territorio straniero anche se dentro il Paese, ma che ora vengono comunque finanziate attraverso i soldi della Sanità Pubblica italiana. Controverse sono anche le modalità scelte per l'operazione. Il meccanismo dell'anticipo da parte delle Regioni del 90 percento della spesa prevista per i privati nel 2020 era stato pensato  – almeno secondo i suoi sostenitori – per assicurarsi che le strutture potessero rimanere aperte e operative nel corso  dell'anno, nella fase più dura dell'emergenza Covid. Non si capisce con che senso e  in che modo  si possa pensare  a queste nuove realtà in modo retroattivo. E perché non si vari al limite un sistema ex novo, con cui calcolare con precisione e trasparenza quali eventuali spese sostenute nel corso 2020 da quelle strutture sanitarie vadano rimborsate e perché è necessario farlo. Messa così, invece, la misura ha solo l'aria di un grande dono di Natale dello Stato a Vaticano e Cavalieri di Malta.

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