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Manovra, Commissione Ue non commenta il progetto di legge di bilancio prima del 15 ottobre

No comment della Commissione europea, fino a quando tutti i passaggi della procedura di valutazione dei conti pubblici non saranno terminati. Lo ha detto una portavoce della Commissione, rispondendo a chi chiedeva se con un peggioramento strutturale di 0,1% di Pil l’Italia sarà considerata rispettosa delle regole.
A cura di Annalisa Cangemi
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La Commissione europea ha fatto sapere che non commenterà il progetto di legge di bilancio italiano prima che le venga sottoposto, e fino a quando non saranno conclusi tutti i passaggi per il processo di valutazione. I progetti di bilancio degli Stati membri dovranno infatti essere inviati a Bruxelles entro il 15 ottobre e da quel momento saranno analizzati nel quadro del semestre europeo.

La comunicazione è stata data dal portavoce della Commissione europea, Mina Andreeva: "Non farò speculazioni prima che il progetto di legge bilancio venga sottoposto alla Commissione. La Commissione e i nostri esperti avranno la possibilità di valutare le cifre adottate e di discuterne nel collegio e di dare la loro opinione formalmente al governo italiano. C'è un processo in corso e non farò qui speculazioni né commenti. Le procedure devono essere seguite". La portavoce non ha voluto commentare il peggioramento del deficit strutturale dello 0,1% di Pil previsto dal Nadef, malgrado l'impegno di un miglioramento che era stato assunto dal precedente governo per evitare la procedura per deficit eccessivo.

Secondo la nota di aggiornamento al Def che è stata approvata ieri in Consiglio dei ministri non ci sarà nLa essun aumento dell'Iva; la manovra finanziaria per il 2020 sarà di circa 29 miliardi, con un deficit al 2,2 per cento, con interventi tra nuove entrate e riduzioni di spesa, pari a circa 14,4 miliardi; la flessibilità sul deficit è di circa 14,4 miliardi, lo 0,8 per cento del Pil. Secondo quanto ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio l'Italia ha potuto raggiungere una soglia del deficit del 2,2 per cento grazie alla mediazione del governo con l'Unione europea.

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