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Mancano ancora i soldi per la sanità: nel Piano di rilancio pochi investimenti sui servizi sanitari

Se è vero che nel Recovery Plan le risorse destinate alla sanità sono aumentate, passando da 15 miliardi a 19,7 miliardi, si tratta comunque di una cifra che, secondo Salutequità, rimane “insufficiente”. In un report l’associazione spiega: “Troppo poco se si pensa che un’occasione per ammodernare e rafforzare il Ssn come quella che abbiamo ora con le risorse europee potrebbe non ricapitarci più per i prossimi 30 anni”.
A cura di Annalisa Girardi
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La salute rimane in fondo alla lista di priorità sancite nel Recovery Plan. Ad affermarlo è il rapporto di Salutequità che sottolinea come solo l'8,8% del totale delle risorse europee verrà speso per rafforzare il sistema sanitario, messo in ginocchio dall'emergenza coronavirus. Se è vero che le risorse destinate alla sanità sono aumentate, passando da 15 miliardi a 19,7 miliardi, si tratta comunque di una cifra che il report definisce ancora "insufficiente". E spiega: "Troppo poco se si pensa che un'occasione per ammodernare e rafforzare il Ssn come quella che abbiamo ora con le risorse europee potrebbe non ricapitarci più per i prossimi 30 anni".

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I soldi che si stanno investendo in questo momento, sottolinea Salutequità, non basteranno a garantire il rilancio del sistema sanitario, anche in vista di altre emergenze pandemiche che potrebbero verificarsi negli anni a venire. I 19,7 miliardi che il governo intende spendere ora per la sanità non sarebbero nemmeno la metà dei 40 miliardi di euro di mancati aumenti ai fondi sanitari che il sistema ha sofferto tra il 2012 e il 2018. E, in questo senso, l'aggiunta di soli 4,7 miliardi di euro rispetto alla versione precedente del piano, si dimostra insufficiente.

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Nel report vengono anche fatti due esempi concreti del perché tali risorse non basteranno a rimettere in sesto il servizio sanitario pubblico. Il primo riguarda gli ospedali: se il fabbisogno iniziale di risorse per gli interventi di edilizia sanitaria, stimato dallo stesso ministero della Salute, era pari a 34,4 miliardi di cui 14 miliardi interamente dedicati agli adeguamenti sismici e antincendio, nel Recovery Plan approvato dal Consiglio dei ministri, sulla sicurezza degli ospedali vengono messi solo 5,6 miliardi, che dovrebbero servire a realizzare 675 interventi antisismici nei prossimi sei anni.

Un altro esempio riguarda poi l'assistenza territoriale. Nel Recovery Plan si afferma che dal 2021 al 2026 si intendono spendere 7,9 miliardi di euro per rafforzare il servizio territoriale. Tra questi un intero miliardo, si specifica, servirebbe per l'assistenza domiciliare. Ma ogni anno le famiglie spendono ben 17 miliardi per ricevere assistenza sanitaria a lungo termine, domiciliare o ambulatoriale per cura e riabilitazione. Un'altra differenza che aiuta a capire come il Piano di rilancio del governo sia inadeguato per quanto riguarda la spesa sanitaria. Se pensiamo poi che solamente nell'ultimo anno sono stati messi sulla sanità 6 miliardi di euro, appare ancora più piccola la cifra di risorse europee che andranno appunto spalmate in sei anni.

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