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Lollobrigida ha ragione: diamo il reddito di cittadinanza ai ricchi per aiutarli a mangiare meglio dei poveri

Per il ministro Francesco Lollobrigida in Italia “i poveri mangiano meglio dei ricchi”. E allora approviamo un reddito di ricchezza, un cesto in Chiesa la domenica mattina, una mensa d’élite per aiutare i ricchi che, poveretti, mangiano male. Già sono nati ricchi, non lasciamoli anche soli.
A cura di Saverio Tommasi
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Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida al meeting di CL
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida al meeting di CL

Per il ministro Francesco Lollobrigida in Italia “i poveri mangiano meglio dei ricchi”. Lollobrigida è il compagno di Arianna Meloni, ma soprattutto ministro italiano dell'Agricoltura, insomma uno che di libagioni se ne occupa per lavoro.

"I poveri mangiano meglio dei ricchi", dice Lollobrigida, "perché nel tentativo di spendere meno si rivolgono direttamente al produttore", che è un po' la versione aggiornata del proverbio "il bisogno aguzza l'ingegno", che dalle mie parti i puristi traducono come "il bisognino fa trottare la vecchia".

Apprezzo molto la versione hot del bisogno: non più fardello da cui liberarsi, ma opportunità per mangiare meglio. E' sempre una questione di prospettiva: se al ricatto dai un altro nome diventa una promessa, come abbiamo fatto a non pensarci prima?

In effetti basta guardarsi intorno: al discount vicino casa mia ci sono i ricchi in coda per comprare l'ultimo prodotto sottomarca troppo "sofisticato e caro", come ha detto Lollobrigida, poi invece giri l'angolo e trovi tutti i poveri – furbi loro! – che comprano direttamente dal contadino i prodotti dell'orto, spendono pochissimo e mangiano meglio!

Che fortuna nascere poveri, c'è chi ci prova una vita e non ci riesce.

Ho una domanda: i poveri che comprano i prodotti sani dal contadino trasformano il contadino in un ricco, che poi sarà costretto a mangiare gli scarti dei poveri?

Quando si dice "gli italiani fanno fatica a fare la spesa", ho finalmente compreso cosa vuol dire: andare dal produttore e uscire con così tante buste in mano che poi è effettivamente una fatica tornare a casa. I poveri non riescono a trascinare il peso della qualità, e allora sapete cosa vi dico? Smettessero di accaparrarsele tutte loro le cose più buone, ne lasciassero un po' anche ai ricchi! Egoisti!

"Nel tentativo di spendere meno, i poveri riescono a portare sulle loro tavole cibo di maggiore qualità", dice Lollobrigida.
Il ministro mi ha convinto, bisogna fare qualcosa per i ricchi che, poveretti, mangiano male. Inseriamo un reddito di ricchezza, un aiuto di Stato per i più ricchi, un cesto alimentare in Chiesa la domenica mattina, ci sono: la raccolta alimentare fuori dai supermercati non sia più destinata ai poveri – infingardi e privilegiati! – ma ai ricchi, altrimenti costretti ad andare tutte le sere da Bottura, che il locale è anche piccolo, stanno tutti stretti, poverini. Invece pensate alle mense popolari quanto sono grandi, c'è spazio per tutti, anche per i ricchi. Perché anche i ricchi hanno diritto a mangiare bene, ogni tanto. Non deve diventare una condanna essere nati possidenti, e non deve trasformarsi in un privilegio essere nati senza soldi. Propongo di redistribuire la ricchezza, togliamo i cibi di qualità ai poveri e diamoli ai più ricchi! Perché anche i poveri si devono far carico della crisi alimentare dei più ricchi, siamo o non siamo una comunità? Altrimenti ve lo dico io come finirà: in uno scontro sociale, già lo vedo Briatore fare irruzione in una mensa Caritas al grido di "Ora e sempre pastasciutta!" e alzare il forchettone pretendendo anche lui una spesa alimentare proletaria di qualità direttamente dal produttore.

E' l'ora di finirla con i ricchi costretti ad andare in vacanza alle Maldive per riuscire a mangiare in maniera decente. La salute pubblica è un fatto collettivo, e anche i ricchi hanno diritto a non essere costretti a emigrare per mangiare meglio.

Seriamente: ho difficoltà a formulare frasi di commento alle dichiarazioni del ministro Lollobrigida senza un tono satirico. Per questo, i dati: oltre 5 milioni e mezzo di persone in Italia vivono in povertà assoluta. Povertà assoluta significa che le famiglie e le persone non possono permettersi le spese minime per condurre una vita definita accettabile. Significa ammalarsi prima degli altri, ad esempio perché le finestre non hanno buoni infissi, o perché il riscaldamento è spesso spento, o perché la medicina preventiva salta completamente, o perché i prodotti che si acquistano sono generalmente di qualità più bassa.
Per una bambina o un bambino povertà assoluta significa rinunciare a un quaderno di scuola, ai libri, a un gelato. Povertà assoluta significa magari che i genitori non ti portano al compleanno di un amico perché non hanno i soldi per il regalo e si vergognano. Oppure significa festeggiare il tuo compleanno quasi solo con bevande gassate e senza buffet.
Non solo: la povertà in Italia è una trappola che passa di padre in figlio. Per chi nasce in una famiglia dove la precarietà economica è vissuta ogni giorno, è più probabile finire a rischio povertà in età adulta. Significa, in pratica, non avere le stesse opportunità.

Per tutto questo, le parole del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida sono irricevibili, perché ogni volta che lui dice "i poveri in Italia mangiano meglio dei ricchi", c'è un povero che si ammala proprio per il motivo opposto.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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