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Lobby Nera, Meloni ai suoi: “Come previsto siamo sotto attacco, siamo liberi e facciamo paura”

In una lettera inviata ai militanti Giorgia Meloni commenta quanto accaduto dopo l’inchiesta di Lobby Nera di Fanpage.it: “Come avevamo previsto siamo sotto attacco – scrive Meloni – Siamo liberi e per questo facciamo paura”. Poi spiega: “Nel nostro quadro di valori, progetti, stili di vita, comportamenti pubblici e privati non c’è spazio per razzismo, odio, nostalgie storiche e tentazioni totalitarie”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Giorgia Meloni scrive ai suoi, per ribadire le linee guida dentro il partito dopo la bufera scatenata dall'inchiesta Lobby Nera di Fanpage.it. La presidente di Fratelli d'Italia si è rivolta ai militanti ieri, prima che uscisse il secondo capitolo dell'inchiesta, incentrato sui legami tra la Lega e certi ambienti di estrema destra. La linea è la stessa portata avanti dalla deputata romana ieri sera a Dritto e Rovescio, ma viene messa per iscritto nella lettera pubblicata da Adnkronos: "Come avevamo previsto siamo sotto attacco – scrive Meloni – Siamo liberi e per questo facciamo paura". Poi ribadisce: "Nel nostro quadro di valori, progetti, stili di vita, comportamenti pubblici e privati non c'è spazio per razzismo, odio, nostalgie storiche e tentazioni totalitarie".

Nella sua lettera ai militanti, Meloni sottolinea ancora: "Noi sappiamo benissimo che FdI ha fatto un altro percorso rispetto all'immagine che provano a dare di noi in questi giorni". Per questo motivo "chiunque offra, con comportamenti non adeguati, occasioni di macchiare il faticoso percorso che abbiamo intrapreso per dare all'Italia una destra moderna e adeguata al governo della Nazione sarà considerato incompatibile con Fratelli d'Italia".

Sempre nella lettera, la presidente di Fratelli d'Italia fa riferimento ad un documento interno del primo luglio scorso a proposito dei comportamenti da tenere, con un decalogo delle regole da seguire. Nella mail inviata tre mesi fa, Meloni fa riferimento al fatto che i sondaggi davano FdI come primo partito nelle intenzioni di voto e che per questo motivo era essenziale "verificare con attenzione e personalmente che nessuno dei nostri rappresentanti sul territorio offra spunti utili con scivoloni, frasi e comportamenti non consoni". Poi vengono illustrate le regole, dall'approvazione in caso di affiancamento del simbolo di partito a liste locali all'utilizzo dei social e dei volantini. "I contenuti non devono essere offensivi verso nessuno e non devono istigare alla violenza nemmeno indirettamente – si legge – Lasciamo alla sinistra la rabbia e l'odio".

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