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In 100mila aspettano la cassa integrazione da giugno: lo ammette anche il governo

Il governo ha deciso di prolungare la cassa integrazione per le aziende danneggiate dalle regole per affrontare l’emergenza Covid fino al 31 gennaio prossimo. Con la nuova ondata di chiusure e sospensioni delle attività, il numero di richieste è destinato a crescere nelle prossime settimane. Ma secondo gli stessi dati dell’esecutivo, migliaia di lavoratori sono ancora in attesa di ricevere i soldi di maggio e giugno scorsi.
A cura di Marco Billeci
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Con il decreto Ristori, governo ha prolungato la possibilità di usare la cassa integrazione per l'emergenza Covid per altre dieci settimane, fino al 31 gennaio del 2021. Migliaia di lavoratori, però, aspettano ancora i pagamenti dei mesi di maggio e giugno scorsi, come rivelato dagli stessi dati forniti dall'esecutivo. Viene da chiedersi, quindi, quando e con quale velocità arriveranno gli assegni per i prossimi mesi.

L'estensione della cassa integrazione si è resa necessaria per far fronte alla sospensione di molte attività economiche, decisa con gli ultimi provvedimenti per contrastare la diffusione del virus. Mentre si approvano  le nuove misure, tuttavia, i problemi relativi ai ritardi nei pagamenti che hanno segnato gli scorsi mesi non sembrano ancora risolti. Dagli stessi calcoli del governo, infatti, risultano ancora oltre 83mila prestazioni in sospeso per il mese di maggio scorso e circa 100mila per il mese di giugno.

La notizia si trova nelle pieghe della relazione tecnica all'articolo 13, quello che fissa le regole per il prolungamento della Cig. Nel testo è compresa una tabella che elenca il numero dei moduli SR41 ancora giacenti presso l'Inps. Si tratta dei documenti con cui i datori di lavoro comunicano all'istituto  i dati dei lavoratori per cui si chiede il pagamento della cassa. Sulla base di queste richieste, l'Inps  dà il via libera alle erogazioni oppure rifiuta la domanda in caso di irregolarità.

La tabella allegata alle bozze del decreto Ristori
La tabella allegata alle bozze del decreto Ristori

Lo schema allegato al decreto, come detto, dettaglia il numero degli SR41 in sospeso, cioè quelli per cui la domanda di cassa integrazione non è stata né accettata né respinta. I dati sono aggiornati al 5 ottobre scorso e riguardano cassa ordinaria, in deroga e fondi di solidarietà professionali. Per i mesi di marzo e aprile si parla di cifre residuali, rispettivamente 14mila 697 e 20mila 920 domande ancora senza risposta. Per quanto riguarda il mese di maggio, invece, il numero cresce decisamente, raggiungendo le 83mila unità e per il mese di giugno si sfonda il muro delle 100mila richieste giacenti, precisamente 100mila e 208.

É bene specificare che queste cifre si riferiscono alle prestazioni da autorizzare e non corrispondono per forza al numero di lavoratori  in attesa di essere pagati. Un datore di lavoro, infatti, può compilare più moduli SR41 per lo stesso lavoratore per periodi diversi. Si tratta comunque di quantità consistenti, considerando che parliamo di persone che aspettano la cassa integrazione relativa a quattro o cinque mesi fa. Nei mesi dell'emergenza, governo e Inps hanno cercato di correre ai ripari con misure per velocizzare e semplificare il più possibile l'erogazione del denaro. Ma visti i risultati, con le domande di cassa integrazione destinate a crescere in modo imponente nelle prossime settimane, la macchina rischia di incepparsi di nuovo.

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