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L’Italia è il Paese del G20 in cui i salari reali sono diminuiti di più negli ultimi 15 anni

Secondo un report dell’Ilo, i salari reali in Italia sono calati del 12% in quindici anni. È il peggior risultato tra i Paesi del G20, con l’inflazione che massacra i lavoratori e l’ombra della recessione.
A cura di Tommaso Coluzzi
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In Italia, se si parla di salari, la situazione è sempre più deprimente. I giovani lo sanno bene, ma l'erosione del valore degli stipendi in termini reali colpisce tutti e – ancora una volta – porta all'Italia un triste primato. Secondo il Global Wage Report 2022-23 presentato ieri dall'Ilo, Organizzazione internazionale del Lavoro, i salari in Italia sono più bassi del 12% rispetto al 2008 in termini reali. Tra i Paesi del G20 è il risultato peggiore, tanto per cambiare. Anche Giappone e Regno Unito vanno in negativo: meno 2% e meno 4% rispetto a quindici anni fa. Nulla a che vedere, però, con il 12% dell'Italia. Gli altri 17 Paesi, invece, hanno un saldo nettamente positivo.

I Paesi in cui i salari sono cresciuti di più sono quelli emergenti, come la Cina. Ma trasformando gli stipendi medi in dollari c'è ancora una differenza abissale sul livello dei salari, al di là della crescita: si va dai 4.000 dollari mensili delle economie avanzate ai 1.800 di quelle emergenti.

Tornando all'Italia, invece, viene sottolineato come a pesare sia stata soprattutto l'inflazione che si è consolidata nell'ultimo anno: nel 2022 i salari reali hanno perso sei punti percentuali, il doppio della media europea. L'Ilo sottolinea anche che sono penalizzate dall'inflazione soprattutto le famiglie a basso reddito, che hanno una spesa in proporzione più alta sui beni essenziali. Per loro l'inflazione è di uno-quattro punti più alta, sfiorando il 15%.

"Dobbiamo porre particolare attenzione – dice Giulia De Lazzari, economista dell'Ilo – ai lavoratori a reddito medio-basso. Contrastare l'erosione del potere d'acquisto dei salari è un fattore essenziale per la crescita economica e può supportare la crescita dell'occupazione". Questo "può essere inoltre un modo efficace per diminuire la probabilità o la severità di un'eventuale recessione in Italia".

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