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Lega si astiene su dl Covid, Letta: “Salvini decida da che parte stare, dietrofront poco serio”

Il segretario del Pd Enrico Letta, in un suo intervento di oggi sul Corriere della Sera, critica Matteo Salvini, dopo che i ministri leghisti in Cdm hanno deciso di astenersi sul decreto Covid: “La Lega di Salvini deve decidere una volta per tutte se sta al governo o se sta all’opposizione: stare in entrambi è impossibile, evidentemente”.
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A cura di Annalisa Cangemi
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Il Consiglio dei ministri ha varato ieri il nuovo decreto Covid che stabilisce la road map delle riaperture in Italia da lunedì 26 aprile fino al prossimo 31 luglio. La Lega si è astenuta, perché in disaccordo su due punti in particolare: mantenimento del coprifuoco dalle 22, che il Carroccio avrebbe voluto spostare alle 23; e via libera per i ristoranti a pranzo e cena ma solo all'aperto. Salvini come è noto avrebbe voluto invece il disco verde anche per i locali al chiuso. Per ora non c'è il rischio di una rottura, ma il segretario del Pd Enrico Letta bacchetta così il segretario del Carroccio: "La Lega di Salvini deve decidere una volta per tutte se sta al governo o se sta all’opposizione: stare in entrambi è impossibile, evidentemente".

Il leader del Pd torna invocare un patto, sul modello di quello firmato il 23 luglio del 1993 tra il governo di Carlo Azeglio Ciampi e le parti sociali e cioè il "Patto per la politica dei redditi e lo sviluppo",che permise il crollo del debito e dell'inflazione. Grazie a quel patto l'economia tornò a crescere e fu possibile rispettare i parametri di Maastricht che consentirono all'Italia di entrare nel sistema dell'Euro.

"La parola ‘riaperture' è la più abusata in questi giorni. Riaperture in sicurezza e irreversibili, meglio specificare, considerata la situazione sanitaria ancora precaria e le tensioni conflagrate ieri in Consiglio dei ministri intorno al coprifuoco, col dietrofront poco serio della Lega", ha detto Letta.

"Tuttavia, oltre (e in parallelo) alle riaperture, è tempo di mettere al centro del dibattito pubblico, e delle decisioni della politica, anche la parola ‘ricostruzione'".

"Dopo i quattordici mesi che abbiamo alle spalle, dopo il dolore e le vittime, dopo le perdite economiche e la paura di non farcela, non bastano più sostegni o ristori", scrive Letta.

"Si tratta ora di cominciare ascrivere, condividere e rendere operativo sui territori un grande Patto per la ricostruzione del Paese. Il modello per noi è quello dell'accordo voluto da Ciampi nel luglio '93. Segnò una svolta nella storia economica del Paese, con imprese e lavoratori protagonisti della ripresa".

In questo quadro, "la Lega di Salvini deve decidere una volta per tutte se sta al governo o se sta all'opposizione: stare in entrambi è impossibile, evidentemente. La verità è che solo una tregua sulla ricostruzione tra le forze politiche che collaborano nel sostegno a Draghi può consentirci di vivere una nuova stagione di concertazione. Concertazione che oggi, però, deve essere qualcosa di più: deve essere condivisione e corresponsabilità". Secondo il leader dem un "Patto per la Ricostruzione – elaborato dal governo con tutte le parti sociali, con il coinvolgimento fattivo dei sistemi territoriali e con il sostegno genuino delle forze politiche – può essere l'occasione per potenziare quel che sin qui è stato insufficiente, poco chiaro, farraginoso".

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