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L’aggressione alla deputata del M5s Mara Lapia è un giallo: 5 testimoni la smentiscono

È giallo sull’effettiva dinamica della presunta aggressione alla deputata M5S Mara Lapia. Secondo Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera, ci sarebbero ben cinque testimoni che, interrogati dalla polizia, smentirebbero la versione dei fatti dell’onorevole pentastellata sostenendo che sarebbe stata in realtà lei a scatenare la rissa, fingendo in seguito uno svenimento per avvalorare la tesi dell’aggressione.
A cura di Charlotte Matteini
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Nella giornata di domenica 16 settembre si è diffusa la notizia dell'aggressione alla deputata pentastellata Mara Lapia. Secondo i primi racconti, la donna sarebbe stata aggredita sabato 15 dicembre da un signore all'interno del supermercato Lidl di Nuoro e avrebbe riportato una serie di contusioni e ferite e dai referti risulterebbe la presenza di un'infrazione della sesta costola.

La notizia dell'aggressione alla deputata è stata resa pubblica domenica scorsa dal capogruppo M5S Francesco D'Uva: "Mara è stata prima aggredita verbalmente e poi fisicamente ed ha riportato una frattura costale e varie contusioni. Sono in corso indagini per ricostruire l’accaduto. È gravissimo e intollerabile che un uomo, in modo becero e disumano, si accanisca violentemente nei confronti di una donna fino a ridurla in quelle condizioni". 

Nelle ore immediatamente successive sui social, e in particolare su WhatsApp, ha iniziato a circolare un audio anonimo della durata di 2.54 minuti nell'ambito del quale una testimone oculare ha raccontato la propria versione dei fatti, smentendo la notizia dell'aggressione. Secondo la presunta testimonianza acquisita dalla Squadra Mobile titolare delle indagini, l'onorevole Lapia non sarebbe stata aggredita come raccontato, ma le ferite se le sarebbe procurate buttandosi a terra da sola.

Nell'audio si sente raccontare dalla donna: 

Allora, praticamente stamattina alla LIDL in cassa assisto a questa scena, ovvero a questa signora che litigava con questo signore e la mamma anziana di questo signore per motivi ancora sconosciuti, nel senso che ancora adesso non so per che motivo stessero litigando. Fatto sta che tutto il supermercato assisteva a ‘sta scena.

Questa signora, che molto dopo ho scoperto essere Mara Lapia, lo intimava e lo riprendeva con il telefonino e gli diceva ‘Lasci i documenti, lei non sa chi sono io che ho chiamato la Questura’. E questa roba è andata avanti per un paio di minuti.

Comunque io sono andata avanti con la mia spesa, ho pagato, ce l’avevo al fianco, e lei esce un paio di minuti prima di me inseguendo questo signore e riprendendo con il telefonino. Io esco, mi fermo a parlare con la ragazza che è sempre là fuori con il bambino, quella ragazza carinissima che è sempre fuori dalla LIDL di colore e tengo in braccio il bambino e continuo a osservare la scena.

A un certo punto il signore arrabbiatissimo le diceva un sacco di cose sempre per motivi che non so; la signora anziana si è avvicinata e le ha toccato la spalla come per dirle ‘Smettila, adesso hai rotto le scatole’; lei prende e si butta a terra. Così. Si butta a terra. Io vedo ‘sta scena, restituisco il bimbo alla ragazza e mi avvicino perché ho pensato fosse svenuta. Il mio istinto da crocerossina è stato più forte e mi sono avvicinata e le ho detto ‘Signora, che succede?’. E lei: ‘No, mi hanno aggredita… non ha visto che mi hanno spinto?’. Cioè, delle cose… io sono rimasta così e ho pensato ‘Questa è matta, ho beccato una matta fuori dal lavoro’.

Le dicevo ‘Signora, ma di cosa sta parlando? Io ho visto tutto, non l’ha aggredita nessuno’. In quel momento è arrivata la polizia che ovviamente lei aveva chiamato e sapeva già chi trovava là, mentre io non sapevo chi fosse questa signora. Arriva la polizia e io, che potevo farmi i cazzi miei e non me li son fatti, mi avvicino e dico ai poliziotti ‘Guardate che io ho visto tutto, non è vero niente, non è stata aggredita, è stato un diverbio fra queste persone che non so per quale motivo…’ Fatto sta che ha fatto un circo incredibile e io ho passato la mattinata con i poliziotti che mi chiamavano di continuo per il verbale. Per questo io vi chiedevo: è arrivata a simulare un episodio lipotimico e a buttarsi in terra. E non è finita qui perché so già che mi richiameranno nei prossimi giorni.

Lapia ha replicato alle accuse diffuse dalla donna dell'audio pubblicando un lungo post Facebook corredato dai referti dell'ospedale di Nuoro: "Non commento le gravi menzogne diffuse da organi d’informazione senza alcuna verifica sulla mia persona. Bastava chiamarmi, come vuole ogni buona regola deontologica, ed avrei fornito il referto medico che pubblico togliendo solo alcuni dati sensibili. Tutti possono leggere quello che ho subito. Il referto medico parla chiaro con una prognosi di 30 giorni ed un “trauma del torace con infrazione della VI costa sinistra da riferita aggressione”. L’esame radiologico, poi, parla di ‘infrazione traumatica della VI costa sinistra'. La violenza su qualsiasi persona è un atto aberrante e chi la sminuisce per squallidi giochi politici compie una doppia forma di violenza. Grazie a tutti quelli che mi stanno mostrando la loro vicinanza e solidarietà".

In alcune interviste concesse a Radio Capital e a Repubblica, l'onorevole Lapia ha cercato di ridimensionare la versione fornita da D'Uva domenica 16 dicembre sostenendo che la sua versione dei fatti fosse stata “colorata da Roma”. In realtà, come spiega Next Quotidiano, ci sarebbe un audio che smentisce la deputata e solleva la comunicazione M5S dalle accuse: "È stata lei a fornire la versione che prevedeva, tra l’altro, la rottura di una costola invece incrinata ed è stata sempre lei a rimangiarsela".

Con il passare dei giorni, la storia dell'aggressione di Lapia si è arricchita di numerosi particolari e secondo quanto si apprende al momento sarebbero ben cinque i testimoni oculari che smentiscono la versione della parlamentare pentastellata. Come racconta Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera, più persone presenti al momento della presunta aggressione forniscono un racconto molto diverso rispetto a quello diffuso dalla Lapia. Oltre alle due cassiere del supermercato teatro della rissa, la polizia ha interrogato altre tre persone e al termine delle verifiche —effettuate esaminando anche i filmati delle telecamere a circuito chiuso — l'ipotesi avvalorata dagli inquirenti sostiene che la diatriba sia stata scatenata proprio dall’onorevole grillina.

La polizia interroga le due cassiere. Entrambe raccontano che mentre Lapia stava pagando«sono cadute due lattine di Coca Cola che le hanno sporcato il vestito e lei si è lamentata dicendo che le avevamo danneggiato costosi capi firmati, poi ci ha ripreso gridando “non sapete chi sono io”».E poi aggiungono: «In fila c’era un signore che le ha chiesto di fare in fretta perché si era creata la fila, lei ripeteva che non sapevano chi fosse e quando lui le ha detto che non gli importava lei ha replicato che l’avrebbe querelato». La terza testimone, un’infermiera, assiste invece a quanto accade all’esterno.

Dice che «dopo aver pagato, l’uomo è stato inseguito dalla Lapia che lo filmava con il suo telefonino e gli diceva di consegnare i documenti e non allontanarsi perché stava arrivando la polizia. Ho visto che una signora anziana (la madre dell’uomo, ndr) si avvicinava e le appoggiava una mano sulla spalla e lei si accasciava a terra. Mi avvicinavo e quando lei mi diceva di essere stata aggredita le ho subito detto che non era vero perché io avevo visto tutta la scena e non avevo visto alcuna aggressione».

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