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La sindaca di Torino Appendino registra i figli di due coppie gay: è la prima volta in Italia

La sindaca di Torino Chiara Appendino annuncia che farà di tutto, anche “forzando la mano”, per permettere alle coppie omosessuali di registrare i propri figli all’anagrafe.
A cura di Stefano Rizzuti
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AGGIORNAMENTO: Come annunciato negli scorsi giorni, la sindaca di Torino Chiara Appendino ha trascritto questa mattina all’ufficio Stato civile dell’anagrafe gli atti di nascita dei bambini figli di due coppie omogenitoriali. “Questo è il primo bambino nato in Italia da due mamme a poter risultare fin dalla nascita come figlio di due madri”, ha detto la neo-mamma e consigliera comunale Chiara Foglietta. Appendino ha trascritto gli atti di tre bambini che sono nati all’estero: si tratta di due coppie, una composta da due uomini (con due gemelli) e una da due donne.

Dopo il caso della consigliera comunale Foglietta che si è vista negare dall’anagrafe di Torino la possibilità di registrare il figlio, concepito tramite fecondazione assistita, perché il bimbo non poteva – secondo la burocrazia – avere due mamme, è intervenuta la sindaca di Torino Chiara Appendino, con un chiaro messaggio: i figli delle coppie omosessuali saranno sempre riconosciuti e registrati. La Appendino si dice pronta anche a forzare la mano per raggiungere questo obiettivo: “Oggi – argomenta in un post su Facebook – l’Italia non è ancora pronta a riconoscere legalmente queste famiglie e ci si trova davanti a ostacoli burocratici tanto fastidiosi nella loro forma quanto difficili da superare. Tuttavia la nostra posizione politica è chiarissima. Lo è sin da quando all'inizio del nostro mandato, insieme all’Assessore ai Diritti, Marco Alessandro Giusta, abbiamo dato un segnale scegliendo di cambiare la forma stessa degli atti del Comune, modificando nei dispositivi il termine ‘famiglia’ con il plurale ‘famiglie’”.

Appendino ribadisce questa posizionedichiarando la ferma volontà di dare pieno riconoscimento alle famiglie di mamme e di papà con le loro bambine e i loro bambini”. Per questo motivo, spiega ancora, “da mesi stiamo cercando una soluzione compatibile con la normativa vigente. Dopodiché la nostra volontà è chiara e procederemo anche forzando la mano, con l'auspicio di aprire un dibattito nel Paese in tema di diritti quanto mai urgente”.

La sindaca di Torino nel suo post spiega ancora:

L'amore di una famiglia è un diritto che va oltre a qualsiasi categoria o definizione socialmente imposta. Questo semplice principio, che da sempre guida la nostra azione politica, vogliamo ribadirlo in questi giorni con rinnovata forza. Per la prima volta la Città di Torino si trova dinnanzi a casi inediti di nuove forme di genitorialità – dice ancora riferendosi al caso di Foglietta – che richiedono del tutto legittimamente il riconoscimento di quella che per loro è una famiglia, intesa come luogo fisico ed emotivo in cui due o più persone si amano e costruiscono insieme il futuro proprio e dei propri figli.

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