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La Procura chiede una condanna a 8 anni per Gianfranco Fini nell’inchiesta sulla casa a Montecarlo

I pm romani hanno chiesto otto anni di carcere per Gianfranco Fini, imputato insieme alla compagna Elisabetta Tulliani nel processo legato all’acquisto di una casa a Montecarlo.
A cura di Annalisa Girardi
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La Procura di Roma ha chiesto otto anni di carcere per l'ex presidente della Camera, nonché fondatore di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, imputato nel processo legato all'acquisto di una casa a Montecarlo. I pm di Roma hanno anche chiesto una condanna a nove anni per la compagna Elisabetta Tulliani, a dieci anni per Giancarlo Tulliani – suo fratello – e a 5 anni per Sergio Tulliani – il padre. L'accusa è quella di riciclaggio.

Al centro del processo c'è la compravendita di una casa a Montecarlo, lasciata in eredità dalla contessa Annamaria Colleoni ad Alleanza Nazionale, e poi  acquistata – secondo l'accusa – da Giancarlo Tulliani attraverso una società off-shore. Un'operazione risalente al 2008, per un valore di poco più di 300mila euro. L'immobile sarebbe poi stato rivenduto nel 2015 per oltre un milione di dollari, precisamente un milione e 360mila.

Gianfranco Fini era presente in tribunale a Roma. E ha commentato: "Era scontato che la pubblica accusa chiedesse la condanna, continuo ad avere fiducia nella giustizia e ciò in ragione della mia completa estraneità rispetto a quanto addebitatomi", ha affermato.

Gianfranco Fini a processo per il caso della casa di Montecarlo con il suo avvocato Michele Sarno
Gianfranco Fini a processo per il caso della casa di Montecarlo con il suo avvocato Michele Sarno

Durante un'udienza precedente, risalente a circa un anno fa, l'ex leader del Movimento Sociale Italiano e poi di AN aveva definito il caso dell'appartamento a Montecarlo come "la vicenda più dolorosa". Oggi in Aula Elisabetta Tulliani, compagna di Fini, ha detto: "Dopo un lungo travaglio interiore sento l'obbligo morale di offrire un contributo alla verità. Non ho parlato per non turbare le mie figlie. Ma non posso continuare a tacere: sento il dovere di confessare le mie responsabilità. Ho nascosto a Gianfranco Fini la volontà di comprare la casa e poi la successiva vendita e accettare parte dell'operazione il tutto come una restituzione di un prestito da parte di mio fratello. Ero certo che il denaro per l' acquisto dell'appartamento fosse di mio fratello. Lo spregiudicato comportamento di mio fratello è stato doloso. Si vantava di essere mio fratello per sentirsi importante. Spero che le mie parole chiariscano tutta la vicenda".

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