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La didattica a distanza resterà anche dopo il Covid-19

Il ministro Bianchi lo ha spiegato chiaramente: la didattica a distanza non sarà congedata con la fine di quest’anno scolastico, né con la fine dell’emergenza Covid. L’utilizzo degli strumenti tecnologici sarà centrale nella scuola del futuro. Certo non ci sarà più la dad “vista l’anno scorso”, ma bisogna usare gli strumenti che “ci permettono di allargare la nostra visione”. La linea di viale Trastevere è chiara: non si può e non si vuole tornare indietro all’epoca prepandemia, ma si guarda avanti verso una scuola nuova.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La didattica a distanza diventerà parte integrante della scuola del futuro. Le lezioni a distanza, o comunque in un formato diverso da quello tradizionale, continueranno anche quando l'emergenza Covid sarà finita. È stato fatto un salto importante in quest'ultimo anno (e non solo nel mondo dell'istruzione), l'obiettivo è capitalizzare gli sforzi fatti fin qui e non lasciarli cadere nel vuoto. A porre questo obiettivo è il ministro Bianchi, che torna ancora su tema della dad, filo conduttore dell'ultimo anno di scuola. L'idea di viale Trastevere è chiara: la didattica a distanza non è un ripiego, ma deve essere vista come uno strumento che integri e arricchisca per costruire una scuola nuova. Lo aveva detto il ministro stesso, in un'intervista rilasciata qualche mese fa.

Il ministro Bianchi dice che la dad ci sarà anche in futuro

Nella scuola del futuro la didattica a distanza esisterà e sarà presente, ma non sarà "quella che abbiamo visto l'anno scorso", spiega il ministro dell'Istruzione a Skytg24. La prima difficoltà da superare, sottolineata da Bianchi, è la "capacità da parte di tutti di usare tutti gli strumenti, altrimenti sarà un'altra fonte di discriminazione". Non sarà importante solo avere la capacità di usarli, tra l'altro, ma anche la possibilità di possederli. Secondo il ministro è necessario trasmettere "il senso critico nell'uso degli strumenti, anche degli strumenti che usiamo oggi". E poi sottolinea che "gli strumenti vanno usati", perché "ci permettono di allargare la nostra visione".

Perché la scuola del futuro sarà legata agli strumenti tecnologici

Il sistema istruzione si è ormai adattato alla didattica integrata, fornendo gli strumenti agli insegnanti, adeguando i contratti, e disegnando la propria offerta formativa anche sulla base delle possibilità tecnologiche degli istituti. Insomma, il passo è stato fatto e tornare indietro non ha senso, per Bianchi. Anche perché gli strumenti tecnologici sono alla base della vita quotidiana, soprattutto dei più giovani, e la scuola deve saper istruire anche sul loro utilizzo (il senso critico di cui parlava il ministro). Al momento, però, la maggior parte degli studenti è tornata in classe per l'ultimo mese di scuola: la didattica è in presenza al 100% in tutte le Regioni fino alla terza media, a prescindere dal colore, le superiori sono in presenza tra il 50 e il 75% in zona rossa e arancione e tra il 60 e il 100% in zona gialla. Insomma, sono pochi gli studenti che chiuderanno l'anno scolastico in didattica a distanza, ma non sarà un addio alle lezioni online.

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