La denuncia del M5s: “Vogliono approvare il ddl Caccia in due ore, senza cambiare nulla”

Il ddl Caccia potrebbe essere approvato in tempi record e senza che il Parlamento possa intervenire sul testo. È questo il timore che ha spinto i senatori del Movimento 5 Stelle all'interno della Commissione Ambiente a preparare una richiesta per passare da sede redigente a referente. Lo scopo dell'iniziativa è portare il testo al centro del confronto parlamentare. Lo apprende Fanpage.it da fonti qualificate.
L'aver sottratto il ddl Caccia all'esame del Parlamento attraverso la designazione della Commissione Ambiente del Senato in sede redigente è valsa al governo l'accusa da parte degli ambientalisti di essere una "democratura venatoria", ma anche tra deputati e senatori di minoranza serpeggia il malumore per non poter intervenire come farebbero con qualsiasi altro disegno di legge.
"Il rischio di questo iter – spiegano a Fanpage.it fonti interne al M5s – è che se c'è convergenza all'interno della maggioranza si possono facilmente bocciare tutte le modifiche richieste in Commissione e vedere il loro provvedimento approvato in 2-3 ore dall'arrivo in Aula".
Cosa significa designazione in sede redigente e perché il M5s vuole un cambio
La designazione in sede redigente, in poche parole, vuol dire che il testo non passerà attraverso il consueto iter di approvazione, ma verrà discusso e modificato soltanto dai componenti della Commissione Ambiente del Senato. Questo velocizza l'approvazione e fornisce garanzie maggiori che il testo venga approvato così com'è stato depositato, senza modifiche sostanziali perché manca il dibattito.
È a questa prospettiva si oppongono i senatori pentastellati, e il risultato della loro iniziativa è tutt'altro che scontato: "Estenderemo la possibilità di firmare la nostra richiesta di conversione in sede referente a tutte le opposizioni, poi saranno loro a decidere che cosa fare. Noi comunque i numeri per avviare la conversione li abbiamo", fanno sapere dal M5s.
Nella maggior parte dei casi quando un disegno di legge arriva in Aula si segue un iter lungo e complesso pensato per garantire una partecipazione equa: le opposizioni presentano gli emendamenti, i quali poi vengono dibattuti e votati, segue il voto sugli articoli, la discussione generale e le dichiarazioni di voto, alla fine si vota il provvedimento nel suo complesso. Questo percorso può anche essere molto lungo se il testo è particolarmente orientato e controverso, come è il ddl Caccia. Oltre ai tempi dilatati, l'iter consueto può far sì che i contenuti vengano profondamente modificati a causa dell'intervento degli esponenti di minoranza.
È stato quindi scelto di evitare questa strada in favore dell'esame in sede redigente della Commissione Ambiente del Senato. Con questo iter non si presentano emendamenti in Aula, si votano solo gli articoli del provvedimento, e non c'è la discussione generale ma solo le dichiarazioni di voto.
"Il rischio di questo iter – sottolineano dal M5s – è che se c'è convergenza nella maggioranza si possono facilmente bocciare tutte le modifiche proposte dalla Commissione e arrivare in Parlamento solo per le dichiarazioni di voto. Il risultato è un testo che dall'arrivo in Aula viene approvato in 2 o 3 ore".
La richiesta di conversione dei lavori per riportare il ddl in Parlamento sarà presentata in questi giorni dal Movimento 5 Stelle ma la richiesta è arrivata a tutta la Commissione dalle principali associazioni ambientaliste e animaliste come Lav, Legambiente e altre che l'hanno sottoscritta in maniera unitaria.
Non sembrano però fare fronte compatto tra loro le opposizioni: in questi giorni sta circolando una lettera promossa da "simpatizzanti e iscritti" al Partito Democratico indirizzata alla segretaria Elly Schlein con cui si chiede di abbandonare "posizioni ideologiche e pregiudiziali" sul mondo venatorio. "Con la discussione in Aula si mette in evidenza chi ha e chi non ha interesse a inserirsi nel dibattito su un determinato tema", fanno presente i pentastellati.
Cosa prevede il ddl Caccia
Il ddl Caccia è stato presentato al Parlamento dal ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida solo lo scorso 20 giugno, ma già alla metà di maggio la riforma della legge 157 del 1992 era stata annunciata dal titolare del dicastero dell'Agricoltura durante la manifestazione annuale di Federcaccia. È stato il casus belli che ha scatenato l'interesse degli ambientalisti, i quali sono riusciti a ottenere la bozza e a renderla pubblica.
Nella sua prima versione si trattava di un disegno di legge governativo sul quale già era impresso il nome di riforma Lollobrigida. A seguito della "battaglia mediatica" – come l'ha definita il Ministro in una nota ufficiale – i contenuti sono stati modificati e il testo è arrivato in Parlamento come disegno di legge ordinario presentato dai principali partiti di maggioranza.
I contenuti più estremi sarebbero stati rivisti anche a seguito delle interlocuzioni con il Ministero dell'Ambiente nel timore dell'apertura di nuove procedure di infrazione da parte dell'Unione Europea. Il testo annunciato da Lollobrigida mantiene però la stessa ratio, secondo cui la caccia non è solo un'attività ludica ma una tradizione secolare volta anche a mantenere l'equilibrio tra uomo e animali, tuttavia sono stati espunti alcuni degli aspetti più problematici, come la possibilità di cacciare in spiaggia e dopo il tramonto.