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Istat, siamo tra gli ultimi in Ue per i livelli di istruzione: ed è ampio il divario tra Nord e Sud

In Italia ci sono pochi laureati rispetto al resto dell’Unione europea. Lo afferma l’Istat nel suo report per il 2019 sui livelli di istruzione e i ritorni occupazionali. Non solo il nostro Paese è indietro rispetto al resto dell’Europa, ma è anche profondamente diviso: e nel Mezzogiorno i livelli di istruzione sono nettamente inferiori rispetto a quelli del Nord. Numeri che si riflettono poi anche sui livelli occupazionali.
A cura di Annalisa Girardi
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In Italia sono ancora pochi i laureati. Se nell'Unione europea la quota di popolazione in possesso di un titolo di studio terziario è pari al 33,2%, in Italia questa scende al 19,6%. Lo afferma l'Istat nel suo report per il 2019 sui livelli di istruzione e i ritorni occupazionali. Non solo il nostro Paese è indietro rispetto al resto dell'Europa, ma è anche profondamente diviso: e nel Mezzogiorno i livelli di istruzione sono nettamente inferiori rispetto a quelli del Nord. E l'aumento della popolazione con un titolo terziario va a rilento rispetto al resto dell'Ue. Se in Italia questa è infatti cresciuta di 0,3 punti sul 2018, la media del resto dell'Unione registra un +0,9. "La quota di popolazione tra i 25 e i 64 anni in possesso di almeno un titolo di studio secondario superiore è il principale indicatore del livello di istruzione di un Paese", scrive l'Istat sottolineando che anche per quanto riguarda il diploma l'Italia sia tra gli ultimi in Europa: nel nostro Paese infatti i diplomati sono il 62,2% della popolazione (+ o,5 punti sul 2018), ma la media europea arriva al 78,7%. In Germania questa sale addirittura all'86,6% e in Francia all'80,4%. Solo Spagna, Portogallo e Malta registrano valori inferiori a quelli italiani.

Più è alto il titolo di studio, più è facile trovare lavoro

Il report mette in evidenza come le opportunità di lavoro siano maggiori per i laureati rispetto ai diplomati. "Il tasso di occupazione della popolazione laureata residente in Italia è superiore solo a quello greco ed è di ben 5 punti più basso di quello medio europeo (81,4% verso 86,3%); tale differenza si riduce al crescere dell’età ma si annulla solo nelle classi di età più mature, dai 50 anni in su", sottolinea inoltre l'Istat. Anche se le opportunità occupazionali per i laureati sono più basse in Italia rispetto al resto dell'Ue, comunque nel nostro Paese le possibilità di trovare lavoro crescono insieme al titolo di studio conseguito.

Migliora inoltre il tasso di occupazione dei giovani diplomati e laureati alla fine del loro percorso di istruzione e formazione, con 2,2 punti in più rispetto a quanto registrato nel 2018: il divario dall'Ue, come detto, comunque rimane importante, con 22,8 punti di distanza. Infatti, mentre la percentuale di occupazione dei giovani tra i 30 e i 34 anni laureati è all'87,7% nell'Unione europea, ma scende al 78,9% in Italia.

La questione femminile

Buone notizie, però, per quanto riguarda i livelli di istruzione femminile: "Tra i maggiori paesi europei, Italia e Spagna hanno in comune un livello di istruzione femminile sensibilmente maggiore di quello maschile. Nel nostro Paese, infatti, nel 2019 le donne con almeno il diploma sono quasi i due terzi del totale (il 64,5%), quota di circa 5 punti percentuali superiore a quella degli uomini (il 59,8%); una differenza che nella media Ue è di appena un punto percentuale. Le donne laureate sono il 22,4% contro il 16,8% degli uomini; vantaggio femminile ancora una volta più marcato rispetto alla media Ue", scrive l'Istat. Tuttavia, è ancora forte lo svantaggio femminile nei corsi di laurea tecnico-scientifici.

E le cose cambiano anche quando si parla di occupazione. Anche se i livelli di istruzione femminile sono più elevati, quelli occupazionali sono più bassi rispetto agli uomini: al 56,1% contro 76,8%. Questo divario di genere è più marcato rispetto alla media degli altri grandi Paesi Ue. Anche in questo caso, però, le opportunità crescono all'aumentare del livello di studio: "Le donne in possesso di un diploma hanno un tasso di occupazione di 25 punti superiore a quello delle coetanee con basso livello di istruzione (un vantaggio doppio rispetto agli uomini) e la differenza tra laurea e diploma è di 16,6 punti (scarto di oltre tre volte superiore a quello maschile)", precisa l'Istat.

Il divario tra Nord e Sud

Come anticipato, un altro divario nel Paese è quello tra Meridione e Regioni settentrionali. "La popolazione residente nel Mezzogiorno è meno istruita rispetto a quella nel Centro-nord: poco più della metà degli adulti ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore e nemmeno uno su sei ha raggiunto un titolo terziario". Nelle Regioni del Sud Italia il 54% della popolazione possiede almeno un diploma, contro il 65,7% dei cittadini che vivono in quelle del Nord. Ma c'è un divario anche per quanto riguarda i tassi di occupazione tra le persone più istruite: il 71,2% dei laureati nel Mezzogiorno contro l'86,4% di quelli nelle Regioni settentrionali. Ad ogni modo, "nel Mezzogiorno, i vantaggi occupazionali dell’istruzione sono maggiori rispetto al Centro-nord; in particolare le donne residenti nel Mezzogiorno che raggiungono un titolo terziario aumentano considerevolmente la loro partecipazione al mercato del lavoro e riducono il divario con gli uomini e con le donne del Centro-nordi". Ma il gap territoriale nei tassi di occupazione tra i laureati è ancora più marcato tra i giovani, con 24,9 punti di distanza.

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